Egoismo e biscotti

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MarcoPov
Che sto facendo? Perché sono qui e sto rapendo la persona che è la persona più importante per me? C'è sempre stata lei quando io impazzivo, a I miei genitori non ne è mai fregato nulla di me , gli interessava solo quando mi chiedevano di andare a prendere mia sorella a scuola, e poi basta io non esistevo. E sempre stata lei la migliore, l'intelligente,la sportiva, la magra, la bella, l' acclamata, lei era sempre l'unica, l'unica ad essere considerata, l'unica ad aiutarmi.
Ed adesso è qui, davanti a me, piegata in 2 dalla stanchezza con le occhiaie e la paura nascosta dalla sfacciataggine, eppure per me e impossibile non notarlo.
Non ho alcuna intenzione di farle del male, ho solo bisogno di riaverla con me per un po, e davvero straziante vedere tua sorella divertirsi con altre persone e dispregggiarti, che poi è davvero incredibile come sia diventata amica di Piadina a tal punto da affidare la sua vita nelle sue mani, ma non credo che sia stata una scelta solo sua, infatti sono certo che sia stata una scelta di quel cojone di Strecatto, posso perdonare tutti, ma non lui, lui mi ha lasciato facendomi sprofondare ancora di più nella follia.

Posso dire una cosa? Ho paura.

Si ho paura, paura di me stesso,perché so che che se solo le succedesse qualcosa, che un qualsiasi male l'affliggesse non   me lo perdonerei mai, e allo stesso tempo sono proprio a fargli del male,sono incredibile, incoerente ed egoista.

Non so cosa fare, ho tre persone qui, abbattute a terra, e solo due di quest ese lo meritano davvero, perché di essere, lei che aveva fatto? Non lo so, ed è anche inutile chiedermelo perché la risposta è e sarà sempre la stessa, non lo so. Alla fine ho deciso di fare forse la cosa più semplice.
Mi sono accasciato vicino a lei sotto gli sguardi omicidi di Cico e quelli stupefatti di Ginevra, anzi no, della mia Venere.
Non l'ho sfiorata, ho semplicemente uscito un flaconcino giallo con un etichetta bianca, Cico mi guardo malissimo, mi voleva uccidere, ne sono certo ma non mi frega niente, non voglio far rimanere male nessuno, anche se so o almeno spero che per Ginevra non sarà facile superare questo
Prendo, 1,2,3 pillole, e le ingoio senza un domani, Ginevra mi guarda, non sa cosa stia succedendo anche se penso che presto lo intuira, Gli sguardi di Cico da omicidi sono mutati in confusi. So quanto tempo serva per far fare effetto a queste sostanze, e decido si impiegarlo nel migliore dei modi.

Parlo con lei.

M: Venere, ti voglio bene, non ti chiedo di perdonarmi , ma solo di non dimenticarti mai di me.
M: ascolta un ultima cosa, nella mia tasca ci sono le chiavi delle altre porte, non c'è nessun'altra persona delle mie conoscenze, libera Piadina e poi denunciami,e denuncia anche Piace, se lo merita.
G: Senti Marco, io non ti potrò mai scordare, ma quello che mi hai fatto non lo toglierò mai dalla mia testa, io capisco quello che sta per succedere e mi dispiace, ma non mi fa nessun'emozione ne adesso ne a distanza di anni.
GinevraPov
|Senti Marco, io non ti potrò mai scordare, ma quello che mi hai fatto non lo toglierò mai dalla|
|mia testa, io capisco quello che sta per succedere e mi dispiace, ma non mi fa nessun'emozione|
| ne adesso ne a distanza di anni.|
Appena conclusi di parlare Marco appoggio la testa sulla mia spalla e li i suoi occhi si spensero per sempre, non mostrai alcuna emozione proprio come promesso, c'era Cico che era sconvolto, io mi alzai e raccolti il corpo di Marco, liberai Cico ed anche se a malapena ci tenevamo in  piedi ed insieme cercammo Piadina.

Lo trovammo in una stanza buia e sporca, aveva il viso scarnito ma stavolta per davvero, non di certo come lo avevo truccato io l'ultima volta. Appena ci vide, cerco di alzarsi, ma ricadde a terra subito, era sfinito. Decidemmo di avvicinarci a lui, piano, stando il più attenti possibili.
Appena eravamo davanti a lui notammo gli innumerevoli graffi sul torso e la faccia piena di lividi.
Cico non c'è la faceva nemmeno a proferire parola, mentre essendo o almeno penso la più lucida, decisi di prendere il telefono di Piadina e controllare la posizione, intanto per capire se eravamo sperduti totalmente o eravamo nei paraggi o per lo meno a New York. Appena capii dov eravamo tirai un sospiro di sollievo, eravamo nella stessa città del college di Stre e Cico.
Feci la cosa più intelligente, chiamare la polizia. Non mi interessava niente di avere un ragazzo morto in una stanza insieme ad uno svenuto. Ormai Marco era scappato dalla sua sorte, perché esatto lui era scappato con la coda tra le gambe,pensando che con un po di scuse sarei tornato la sua piccola Venere.

Ma va al diavolo!

Ma nel frattempo, c'era ancora Piace, che doveva scontare le sue pene, e lui bhe non mi pare che possa scappare anzi ne sono proprio sicura.

DAL PUNTO DI VISTA DI UNA PICCOLA MUCCAOnde histórias criam vida. Descubra agora