Libro 1: Hidden - Cap 3: Spiritelli

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Avatar Korra
153-184
Un'eroina dalle grandi capacità e con un gran cuore
Tutto la Tribù dell'Acqua Meridionale la rimpiange

L'Avatar... la persona più potente di tutto il pianeta se ne stava lì, davanti a me, guardando lontano, verso la città portuale, verso l'oceano. Nei suoi occhi glaciali sembrava quasi vedere l'amore che provava per la sua terra, per la sua gente. Ma erano stati scolpiti nel ghiaccio: non esprimevano molto altro, se non potenza.
Eppure da lì, in tutta la sua altezza, proteggeva Capital City.
Un grande gigante di ghiaccio.
Un grande gigante di ghiaccio morto.
Perché l'Avatar Korra era venuta a mancare una ventina di anni prima, nel fiore dei suoi trent'anni, o almeno così diceva la targhetta che si trovava poco distante dai piedi della statua: descriveva le sue più grandi azioni compiute e, sul fondo, veniva citata la sua morte. Ma non c'erano dettagli su come fosse successo.

E io non avevo mai avuto il tempo per interessarmene. Sapevo solo che la sua morte aveva causato una grande perdita e un profondo dispiacere tra tutti.
Tanto che avevano costruito una statua in suo onore in molti luoghi in cui aveva combattuto; un modo per ricordarla. Ne avevo già incontrate molte nel mio viaggio, ma nessuna era grande come quella o aveva un altare per le offerte lungo quasi una decina di metri. E, anche se era lunghissimo, il piano di ghiaccio era stracolmo: bigliettini, fiori, candele, cibo... qualunque cosa per poter rendere grazie all'Avatar Korra.

Un bigliettino si sollevò dal mucchio e mi volò accanto. Riuscì a prenderlo prima che finisse troppo lontano. La carta rosata era ruvida al tatto e la calligrafia era veloce e fluida.
Non ebbi però il tempo di leggere nemmeno una parola: un ragazzo si avvicinò con passi veloci verso di me e mi prese il biglietto di mano. Riuscì a vederlo solo mentre si allontanava, appoggiando di nuovo il fogliettino sull'altare: indossava degli abiti della Tribù dell'Acqua mentre, tra i capelli bruni, notai una lunga cicatrice che gli correva sul cranio. Appena la vidi, il ragazzo si tirò su il cappuccio e sparì tra la folla.

Non sapevo chi fosse, ma poco dopo una manciata di spiriti iniziarono ad inseguirlo, mentre altri si fermarono non troppo lontano da me. Alzarono tutti lo sguardo verso la statua dell'Avatar e iniziarono a risalirla, girandoci intorno.
Ai piedi di questa, le persone che stavano lasciando le offerte si fermarono, acclamando gli spiriti. In poco tempo, chiunque stava passando lì vicino si avvicinò, unendosi ai cori.

-L'Avatar Korra! È un segno dell'Avatar!- urlò qualcuno mentre altra gente si avvicinava.

Mi sentì rinchiusa in una gabbia: davanti, dietro, ai lati, non avevo via di fuga.
Sentì il fiato farsi pesante, notai lo sguardo di qualcuno su di me.
Una voce mi chiamò.
Alzai gli occhi su Korra. Mi stava osservando.
Le esultazioni si fecero più forti.
Sentì il panino che avevo mangiato qualche ora prima che mi saliva per lo stomaco, anche se non doveva più esserci.
Feci un passo indietro, poi un altro.
Più occhi si fermarono ad osservarmi.
Korra aprì la bocca, dicendo qualcosa. Non ebbi il tempo di ascoltarlo.
I miei piedi si mossero veloci, senza che potessi controllarli.

---

Senza accorgermene mi trovai in una stradina laterale, appoggiata su un muro, con le mani strette alle ginocchia. Mentre annaspavo per riprendere fiato, cercai di capire se quello che era appena successo fosse vero, se quella statua... No, non si era mossa. Era una statua. Tutte quelle persone mi avevano dato alla testa.

La cosa mi preoccupò: se dovevo rimanere in quella città per così tanto tempo, avrei dovuto imparare a non impazzire in quel modo. Soprattutto se volevo resistere al Festival.
Avevo scelto proprio un terribile momento per andare lì...
E se me ne fossi tornata indietro?
Sarei tornata dopo il Festival: ci sarebbe stata meno gente e sarebbe stato tutto più facile.
Appoggiai la testa al muro dietro la mia schiena: uno sbuffo bianco si levò dalla mia bocca e rimasi ferma ad osservarlo sparire.
Se invece ci avessi provato?
Anche se avevo tutto il tempo per imparare il dominio, sarei potuta rimanere lì, a Capital City, ad imparare la zona, a conoscere cose nuove. Avrei potuto imparare a stare in mezzo ad un gruppo di persone, senza aver più paura dei loro sguardi.

Un altro sbuffo si levò verso l'alto.
Lo osservai salire, come quello precedente, ma non scomparve da solo: sul tetto sopra la mia testa comparvero delle piccole dita. Poi, in uno scatto, una lingua apparve dal mezzo e acchiappò la nuvoletta di condensa, facendola sparire.
Mi allontanai dal muro di qualche passo, per trovare lo stesso spirito che avevo incontrato qualche ora prima: un corpo di scimmietta con la testa di rana. Mi stava osservando con la gola gonfia: all'interno roteava il mio fiato.
Rimasi un attimo ferma a guardarlo: non avevo idea di perché fosse lì, se mi avesse seguito o meno, ma, senza preavviso, lo spirito mi colpì la fronte con la sua lingua.

Non totalmente conscia di quello che era appena successo, iniziai a inseguirlo.
Lo spirito saltava da un tetto all'altro, volava e faceva capriole mentre cercavo di stargli dietro e di non scontrarmi con nessuno. E mentre lo inseguivo, mi chiesi perché lo stessi facendo: avrei potuto fermarmi, tornare indietro, non avevo nemmeno idea di dove fossi.
Eppure, ad ogni passo incerto pensavo al fatto che fino a quel giorno non avevo mai avuto alcun tipo di legame con gli Spiriti: eppure, all'improvviso, uno si era messo prima a frugarmi nelle tasche, e poi a colpirmi in faccia con la sua lingua.
Che fosse un segno dell'Avatar Korra?
Ma poi per quale motivo? Che interesse avevo io per l'anima di un morto?

Nel mentre ero uscita dalle vie della città: stavo correndo in mezzo a dei piccoli abeti, ricoperti interamente dalla neve. Lo spirito saltava tra uno e l'altro, aggrappandosi alle punte con le zampe. Finiti gli alberi, questo volò verso un grande edificio.
Mi fermai quando notai che all'entrata c'era una persona dai capelli bianchi e dagli abiti azzurri. Da lontano non capì di chi si potesse trattare, ma lo Spirito finì nelle sue braccia, appoggiandosi poi sulle sue spalle.
Mentre li osservavo, cercai di orientarmi: l'unico spazio verde in città era vicino alla scuola... voleva dire che lo spirito mi ci aveva portato.

Non ebbi tempo di elaborare.
La persona sull'uscio si stava avvicinando, e stava puntando verso di me.

-Benvenuta!- disse. -La stavamo aspettando!-



Angolo autric*
Ehilà!
Ho notato che questa storia non sta avendo molte visual, probabilmente dovuto al fatto che non è periodo per scrivere ff sugli Avatar, ma arrivo sempre in ritardo.
Comunque: ho anche notato che i pochi che hanno letto non si sono spinti neanche al 50% di lettura dei capitoli, quindi cercherò di farli più corti <33

Per ora, a chiunque stia leggendo, passa una buona serata <33

Riles <33

AVATAR: La leggenda di ChengDove le storie prendono vita. Scoprilo ora