Prologo

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La pioggia scendeva ininterrottamente, bagnando i volti dei due amanti e nascondendo le lacrime che rigavano i loro visi. Avevano sofferto così tanto, avevano dato così tanto, avevano rinunciato a così tanto, tutto per la speranza di una vita felice, in cui sarebbero stati accettati per quello che erano, al di là del confine. Ma proprio a un passo dal coronare il loro sogno ecco che succedeva una catastrofe che, per l'ennesima volta, sconvolgeva tutti i loro piani.

«Devi andare, tesoro. Io non ti posso seguire, ma tu ti devi salvare, ti prego, fallo per me» Pregò il maggiore.

«No, non esiste» Entrambi sarebbero morti per salvare la vita al compagno, quella richiesta di abbandono era impossibile da accettare per lui. «Non ti lascio qui da solo, una vita vissuta senza di te non avrebbe senso, tu sei tutto il mio mondo!»

«E tu il mio, ma se rimani qui nessuno dei nostri sforzi avrà più senso: non mi importa di morire, se tu avrai finalmente la possibilità di un futuro»

I due allora si baciarono, si accarezzarono e si abbracciarono. Ogni tocco era amaro, malinconico, avevano un unico desidero: scappare insieme da quell'orribile dittatura e vivere felicemente senza la costante paura di morire che gli attanagliava per il semplice fatto di amare qualcuno del loro stesso sesso. Perché un omega maschio con un compagno che lo desiderava era inaccettabile per la loro società, perché il mondo sembrava detestare l'idea di dargli un lieto fine.

Avevano un unico desiderio, e gli avevano portato via pure quello.

«Ti amo» Si sussurrarono a vicenda, quasi incapaci di spezzare il loro contatto. Erano due anime gemelle che stavano venendo separate: per entrambi non esisteva scenario peggiore. 

Ma poi il minore venne spinto via dall'altro, e lì, sotto il critico giudizio delle stelle e della luna, giurò che mai, in tutta la sua esistenza si sarebbe dimenticato di quel giorno; che mai, in tutta l'eternità dell'universo, si sarebbe dimenticato di Jeon Jungkook: l'uomo che non aveva potuto seguirlo verso una nuova e migliore vita perché si era ferito alla spalla salvando la vita a lui, Kim Taehyung, che era solo un piccolo e inutile umano, che era solo una persona come tante altre a cui era toccato un destino orribile.

Quando vide la luce delle torce delle guardie Jungkook si sentì come un coniglio in trappola, e forse fu proprio la paura di morire, a fargli dire che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di essere risparmiato. Forse fu proprio la determinazione con cui, disperatamente, si aggrappava a quel brandello di vita che gli restava che gli lessero negli occhi i soldati a convincerli ad arruolarlo. Forse furono proprio le stelle e la luna, così luminose in quella notte tempestosa, a farlo sopravvivere, a fare di lui quello che era adesso: dal devoto Alpha pronto a dare la vita per il suo amato, al più importante assassino della dittatura Nord-Coreana che, se solo gli fosse stato ordinato, si sarebbe tolto la sua stessa vita. A fare di lui un essere senza sentimenti che aveva imparato da tempo che la vera felicità non esisteva, c'erano solo momenti con meno dolore.

spazio autrici:

ciao ciao siamo due persone (@Sclero_multi_fandom = Nicole  @Seguo_troppi_fandom =Beatrice)

innanzitutto vogliamo precisare che i fatti di cui parliamo non sono precisi e da non ritenere affidabili: per cui se cercate un documentario sulla Corea del nord cercate qualcos'altro

questa è la nostra prima storia per cui preghiamo clemenza

aggiorniamo circa ogni due settimane

addio

Sweet NightWhere stories live. Discover now