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Aiuto! Aiuto!

Si sentiva una ragazza chiamare aiuto, più passavano i secondi più quell'appartamento si riempiva di richieste d'aiuto. Il giovane ragazzo dai capelli corvino esce fuori dalla porta, sente la pioggia e vede la ragazza che stava chiedendo aiuto correre verso di la, non con l'intento di fermarsi. Dietro di lei c'erano altri ragazzi che le correvano dietro. Il ragazzo sgranò gli occhi e appena passo davanti la casa prese la ragazza per il braccio e la portò dentro.

"Ti prego non farmi male"

Male? Il ragazzo non avrebbe avuto coraggio di far del male a una ragazza così piccola in confronto a lui

"Scusa, forse non avrei dovuto trascinarti con così tanta violenza, puoi dirmi come ti chiami"

La ragazza rimase stupita da cotanta gentilezza. Lei è sempre stata attenta ai particolari, tipo la r moscia che rende tutto più calmo

"I-io mi chiamo c-chiara"

"Ok chiara, scusami ancora per prima io sono Ethan. Può spiegarmi come mai chiedeva aiuto?"

Ethan è sempre stato un ragazzo molto formale, tanto da darle del lei

"Si... Ma ti prego dammi del tu"

Lei si sentiva così male, sporca, Rotta dal profondo...

"Ok ti darò del tu ma così non va bene, sei bagnata fradicia e fa freddo. Puoi farti una doccia e io posso prestarti dei miei vestiti"

La gentilezza del ragazzo la colpisce dritta al cuore

"Grazie ma non c'è bisogno, quei ragazzi se ne saranno andati e io potrò andare via tranquillamente"

In realtà chiara sarebbe voluta rimanere davvero tanto, ma non voleva occupare casa, soprattutto di uno sconosciuto. Lei sta per aprire la porta, lo fa. Si guarda in torno ma lui la prende per il polso.

"Ti prego... Rimani"

"Davvero grazie, ma non ce n'è bisogno"

"Andiamo chiara, non farti pregare. So che l'idea di passare del tempo in casa di uno sconosciuto non sia bello ma ti prego, non posso e non voglio lasciarti da sola in mezzo alla pioggia con dei tipi mal intenzionati"

Le accarezzava il polso lentamente, lei annuì e docile lo seguì in casa

"Allora? La doccia la farai?"

Chiese cauto il ragazzo

"Ok va bene... Ma questi panni se messi al caldo si asciugheranno e non dovrai scomodarti a darmi i tuoi"

La guarda dalla testa ai piedi

"Il tessuto della maglia è troppo spesso, ci vorranno minimo due ore, invece il pantaloncino sembra abbastanza fino, quello dovrebbe asciugarsi"

Agli occhi di lei, lui è perfetto ed effettivamente lo è. Capelli lunghi e neri, occhi profondi anch'essi scuri, un po' di muscoli e per non parlare dell'altezza. Lei era bassina si, ma lui era veramente alto, gli arrivava circa al torace, come minimo mezzo metro in più alla ragazza o più.

"Vado a prenderti un asciugamano e dei vestiti, c'è un termosifone anche in bagno, se ti senti a disagio puoi mettere lì i tuoi vestiti ad asciugare. Si è vero non è molto grande ma capisco che tu magari... Non voglia darmi i tuoi vestiti"

"Facciamo così, maglia e pantalone li do a te e il resto lo metto ad asciugare in bagno, va bene?"

"Certo, che domande sono. Ora una domanda la pongo io a te, si vede che hai freddo ma non so se sia perché sei bagnata o sei freddolosa... Quindi vuoi una maglia a maniche lunghe o una t-shirt normale?"

"Ehm... Forse preferirei una maglia a maniche lunghe... Sono molto freddolosa"

Già, lei è sempre stata freddolosa ma nonostante ciò doveva andare in giro provocante a causa del padre che abusava di lei fin da piccola. Lui le porge la felpa continuando a dire

"Se hai freddo posso darti anche dei pantaloni lunghi, sei sicura di non volerli?

Lei li voleva eccome ma non voleva dirglielo, non voleva sembrare una approfittatrice. Si limitò a scuotere la testa in segno negativo.

Dopo poco lei finì la doccia la doccia e si vestì. Sentì qualcosa friggere in cucina, era Ethan che cucinava, strano, sono ancora le 18 precise

"Chiara non so se hai visto ma anche io ho i capelli lunghi, ho un asciugacapelli in casa"

Dice lui divertito

"Si lo so... Non volevo disturbarti eri così concentrato"

"Da ora puoi fare come se fossi a casa tua"

Casa. Casa. Quella parola rimbomba nella sua testa. Non ha mai avuto una vera casa, i genitori non le davano affetto ne nulla. È molto stanca e lui lo nota, non pensavo, ma i due si somigliano un po'.

"Posso un attimo sedermi?"

Sconfortato il ragazzo si avvicina a lei e le alza la testa per guardarla bene negli occhi. Quegli occhi ghiaccio pietrificanti

"Ti ho detto che puoi fare come se fossi a casa tua" 

Allora ok alla fine lei si siede e contempla il vuoto più totale

"Hey Chia so che sei stanca quindi non voglio dare ulteriore fastidio ma con i capelli così bagnati non va tanto bene. Vuoi farteli asciugare da me? 

Non sa bene perché con lei sia così gentile, non che con gli altri non lo sia, ma con lei è diverso. Si conoscono appena e già si vogliono bene, ma forse non proprio come amici...

"Ehm... Ok... Se ovviamente non ti dispiace"

Lei parla sempre a bassissima voce, come per paura che qualcuno possa sentirla. Riesce a cacciarla solo quando canta, da sola ovviamente.

"Te l'ho chiesto perché tu sei stanchissima e sicuramente vorrai dormire e io non te lo impedirò sicuramente"

Senza pensarci lei lo abbraccia, l'unica volta che si è sentita davvero a casa, con qualcuno che le vuole davvero bene. Lui ovviamente ricambia e si abbassa alla sua altezza quando la sente singhiozzare.

"Non vorrei farmi i fatti tuoi... Ma vuoi dirmi che succede? Se non vuoi non fa niente"

Non sa da dove ma prende coraggio

"N-non lo so ma è come s-se mi sentissi a casa, per la prima volta..."

"Ma tu sei a casa"

A quelle parole inizia a tremare e a piangere ma stavolta non è triste. Lui la stringe ancora di più a se, come se volesse scappare

 𝓂𝒾 𝒽𝒶𝒾 𝓇𝒶𝒸𝒸ℴ𝓁𝓉𝒶 𝒹𝒶 𝓅ℯ𝓇 𝓉ℯ𝓇𝓇𝒶 𝒸ℴ𝓅ℯ𝓇𝓉𝒶 𝒹𝒾 𝒮𝓅𝒾𝓃ℯ Where stories live. Discover now