Capitolo VIII

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«Cirù scinne abbasc» aveva detto Melissa al telefono strascicando le parole.
«Melì, song e quatto e notte, aro cazz staje? Pcché agg e scinnere?» aveva risposto Ciro con voce assonnata.
«Stong abbasc a casa toja. Scinne» aveva ripetuto lei lentamente, respirando in modo affannoso.
«Sij mbriaca piccerè?» aveva chiesto lui, mentre scendeva le scale.
«Nu puoc. Scinne, vogl sta cu te» aveva replicato lei sorridendo, mentre cadeva addosso al muro e tentava di sostenersi ad esso per non finire a terra.
Proprio in quel momento Ciro era arrivato fuori e, vedendola attaccata al muro, le era andato incontro.
«Arò cazz sij juta?» le aveva chiesto prendendole un braccio e ponendoselo sulle spalle e circondandole la vita.
«Ad abballà» aveva detto lei, per poi baciarlo sulla guancia e sul collo.
«Vestuta accussì?» aveva replicato lui fermandosi a guardarla.
«Song brutta vestuta accussì?» aveva chiesto lei osservandosi.
«Sij tropp bell, è chest o problema» aveva risposto lui sospirando.
«Lievt sti tacchi ca car» aveva poi continuato, sentendola barcollare e vedendo i tacchi che si piegavano a ogni passo.
«Non voglio, song tropp belli» si era lamentata lei.
Lui l'aveva presa dalle gambe e l'aveva sollevata da terra, portandola così in casa, senza aggiungere altro.

Rosa, la sorella di Ciro, si era svegliata sentendo la porta sbattere e le voci dei due che parlavano sotto casa.
«Che cazz è succiess Cirù?» aveva chiesto Rosa, uscendo dalla sua camera ancora in parte addormentata; poi si era fermata vedendo Melissa in braccio a Ciro.
«È mbriaca» aveva spiegato Ciro rapidamente.
«Nun o sta a sentì, song nu puoc brilla» aveva detto Melissa rivolgendosi a Rosa, mentre la testa le cascava all'indietro.
Rosa aveva sorriso divertita, poi si era rivolta al fratello: «Le serve un pigiama?»
«Le faccio mettere qualcosa di mio, nun t preoccupà» aveva replicato Ciro.
«Devo mettere per forza qualcosa?» aveva chiesto Melissa poggiando la sua faccia contro la spalla di lui, che le aveva dato un bacio in testa.

«Cirù lassala» aveva detto Rosa al fratello; poi rivolgendosi a Melissa aveva aggiunto: «Melì vien ccu me, ca lievamm sto trucc e sti tacchi, accussì pue t po ji a curcà cu iss»
« Grazie Rò» aveva detto Melissa tenendosi a Rosa mentre toglieva le scarpe.
Mentre toglieva la seconda scarpa, Melissa aveva rischiato di cadere, ma Rosa glielo aveva impedito, sostenendola; Melissa le aveva sorriso e poi continuandola a guardare le aveva detto: «Comm sij bella Rò.»
A quell'affermazione Ciro si era messo a ridere, divertito dalle condizioni in cui Melissa si trovava.
«Pur tu sij bella assaij» aveva detto Rosa sorridendo, dopo che tutti e tre erano arrivati in bagno e lei stava prendendo l'occorrente per struccare la ragazza, «ecco pcché fratm ha pierz a capa p te»
«E nun sulu p chell» aveva detto Melissa mentre la ragazza aveva iniziato a struccarla, voltandosi a guardare Ciro, il quale però aveva distolto lo sguardo e aveva detto: «Portala nta stanza mij quann avit furnut.»

Quando le due erano rimaste sole, Rosa aveva detto all'altra: «Iss ce tien overamente a te, o saje?»
«Pur ij c teng overamente a iss, chiu ra vita mij, pur si nun o dimostro, pur si c facc a guerr» aveva replicato Melissa poggiandosi al lavandino.
«Staje buon?» le aveva chiesto l'altra ragazza, ma Melissa non aveva risposto, si era girata verso di lei e, stringendole le mani, le aveva detto: «Rosa, ij c song e ce sarragg semp p iss e p tutt a famigl vuostr, pur a costo ra vita mij; è na prumess.»
Rosa aveva dato un bacio in fronte a Melissa, poi, guardandola negli occhi, le aveva stretto le mani tra le proprie a sua volta.
Infine Rosa aveva portato Melissa in camera di Ciro, dove quest'ultimo l'aveva condotta al letto.
«Buonanotte guagliù, ve lass» aveva detto Rosa congedandosi.

«Quindi mo ha decis c'avimm fatt pace?» le aveva chiesto Ciro mentre cercava nell'armadio qualcosa da farle mettere, evitando accuratamente di guardarla.
Lei si era spogliata lentamente, lasciando cadere il vestito a terra e rimanendo poi completamente nuda, si era avvicinata a lui, aveva chiuso un'anta dell'armadio e ad essa si era poggiata con la schiena, poi lo aveva avvicinato a sé e, postagli una mano sul volto, gli aveva sussurrato:
«Ij t facc a guerr p t'amà cchiu assaje»
«Tu m'ami piccerè?» aveva replicato lui sorridendo e posando le mani sulla pelle nuda dei fianchi di lei.
Lei non sapeva perché lo aveva detto ed era incerta sul come rispondere; pertanto si era limitata a chiudere gli occhi e respirare profondamente, mentre il mondo intorno a lei girava sempre di più, poi, istintivamente, lo aveva baciato.

Mentre si baciavano lei aveva preso le mani di lui e le aveva condotte nel percorrere il proprio corpo.
«Statt ferma piccerè, ij e te stasir nun facimm nent» le aveva detto lui staccandosi e guardandola negli occhi.
«E pcché? M vo ricr ca nun m vuo cchiu?» aveva chiesto lei ridendo in modo insensato, per poi crollare con la testa sul suo petto e sentire in tal modo il battito del cuore di lui.
«Pcché tu sij mbriaca, ij song sobrio e accussì nun t tocc» le aveva risposto lui, tornando a rovistare nell'armadio ed estraendone una felpa.
«Però o sacc ca o voless fare» aveva replicato lei, mentre, dopo averlo tirato a sé ed essersi poggiata a lui dandogli la schiena, aveva iniziato a premersi contro di lui, sentendo la sua erezione contro il sedere.
«Furnella ciù ciù» aveva detto lui baciandole il collo per poi staccarsi.

Lei si era messa a ridere e aveva barcollato fino al letto, poi, dopo essersi messa sotto le lenzuola, aveva detto: «Allora buonanotte amò»
«T'he a vestì primma» le aveva detto lui, giungendo vicino al letto e porgendole i vestiti.
«Stong buon accussì. Vien nto liett ja» aveva risposto lei, girandosi dall'altra parte.
Lui si era steso nel letto accanto a lei e l'aveva tirata a sé, ma aveva continuato a insistere, provandola a convincere a vestirsi.

«Pozz trasì?» aveva chiesto Don Salvatore bussando alla porta.
«Trase pà» aveva risposto Ciro coprendo Melissa con le lenzuola.
«Ma vuje due cumbinat semp coccosa?» aveva esclamato spalancando la porta.
«È corpa ra mij Don Salvatò. M'avessive e scusà, agg vivut nu puoc» aveva detto Melissa ridendo.
Don Salvatore si era messo a ridere a sua volta e aveva detto: «Avevo capito Melì. Vestete ca te pigl coccosa, ca riman he a fa na cos p me.»
Si era infine congedato dicendo: «Vuje siti duje pazzi. Song sul passato a vrè comunque. Buonanotte guagliù. Cirù cummogliala.»
Poi aveva lasciato la stanza.

«Nennè cummogliate ja. Mintete almeno chesta»le aveva detto lui porgendole la felpa.
«Nun cia facc» aveva replicato lei sprofondando nel letto.
«T'a mint ij» le aveva detto lui iniziandole a baciare la pancia, per poi salire pian piano fino al collo.
Dopo averle messo la felpa le aveva detto: «Almeno le mutande t vo mintere?»
Lei non aveva risposto, si era limitata a guardarlo.
A quel punto lui aveva raccolto le mutande da terra, poi, dopo aver spostato le coperte che la coprivano, l'aveva baciata sull'inguine guardandola negli occhi e infine, sollevandole le gambe, l'aveva rivestita. Non era tuttavia riuscito a convincerla a mettere dei pantaloni.

«Vogl durmì Cirù» aveva sussurrato lei poggiando la testa sul suo petto e stringendosi a lui.
Lui l'aveva baciata sulla fronte e, percependo una sorta di tristezza in lei, le aveva chiesto: «Nennè c tien?»
Una lacrima le era forse scesa dagli occhi, ma neanche lei avrebbe saputo dirlo con certezza; in ogni caso avrebbe attribuito all'alcol la colpa di qualsiasi tipo di dimostrazione di vulnerabilità.
«Nent, durmimm»
Dopo qualche secondo di silenzio, lei aveva aggiunto:
«Stringeme cchiu fort.»
Lui l'aveva stretta più forte e lei si era così addormentata.

Prima di addormentarsi Melissa gli aveva sussurrato: «Ij e te facimm na vita china e casin»

Una volta che lei si era addormentata, Ciro le aveva sussurrato: «Ij t'am, rint a tutt i casin ra vita mij riesc sul a pensà c t'am.»

Gli sembrava che a quel punto lei l'avesse stretto più forte; non sapeva se si era trattato di un movimento involontario del sonno o se lei lo aveva sentito dire che l'amava, e non gli importava, perciò l'aveva baciata sulla fronte e le aveva accarezzato il volto per poi addormentarsi insieme a lei.

La mattina dopo, lei aveva detestato scoprire di aver dormito insieme a lui, perché l'averlo fatto la legava nuovamente a lui in modo eccessivo.

Aveva odiato l'aver dormito con lui a causa del legame che questo aveva ristabilito fra loro due con la stessa intensità con la quale, da quando lui non c'era più, svegliandosi di soprassalto nel cuore della notte, aveva desiderato averlo accanto a colmare il vuoto che la sua morte aveva causato nel letto e nel cuore.

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dopo un'assenza di circa tre giorni sono tornata! non so cosa dirvi, se non che spero, anche questa volta, che il capitolo vi piaccia. spero soprattutto che non risulti essere un capitolo morto, perché, pur essendo un capitolo di transizione, che mostra come ciro e melissa si sono riavvicinati, c'è una dichiarazione di sentimenti a cuore aperto che è molto importante. ciro e melissa lontani non sanno proprio stare!
volevo infine ringraziare tutti voi, perché la storia ha superato le 1.2k visual!🤩❤️‍🔥
auguro a questa storia altre migliaia e migliaia di visualizzazioni e tanto, tantissimo successo.
buona lettura!

Comm a na pistola - Ciro RicciWhere stories live. Discover now