Unspoken || Sirius Black (Da Revisionare)

10.

Tutto ciò che Remus mi aveva detto mi faceva stare male. Non ero affatto un bambina immatura! Ero così arrabbiata che ho sentito il bisogno di fare qualcosa per sfogare la mia rabbia, ho guardato il muro e l'ho preso a pugni. Letteralmente.

Me ne sono pentita un momento dopo quando il dolore improvvisamente mi è salito al braccio, ho trasalito e ho messo la testa sulle ginocchia, rimpiangendo ogni decisione che avevo preso nella mia vita fino a quel momento.

"Josie?" disse una voce familiare. James.

Sospirai per la frustrazione e mi asciugai rapidamente le lacrime: "Vattene, James, prima che ti maledica fino all'oblio!" disse la mia voce tremante.

Si avvicinò e ridacchiò piano prima di sedermi accanto a me contro il muro, io incrociai le braccia e tenni lo sguardo esclusivamente a terra, spaventata che se avessi alzato lo sguardo James avrebbe visto quanto fossi un disastro.

"Sembri un po' Lily adesso.." Rise goffamente e mi diede una gomitata, "Stai bene?"

Alzai lo sguardo, mi asciugai le lacrime e lo fissai, "Cosa ne pensi?"

Mi mise un braccio confortante intorno alla spalla, "Josie, tutto quello che ha detto Remus era una bugia e io sono al cento per cento certo che non intendesse nulla di tutto ciò. Affatto."

Scossi la testa, "Non importa se lo intendeva o no! Tutto quello che volevo era renderlo felice e alla fine mi è saltato in faccia".

Mi lanciò uno sguardo comprensivo, "Sai com'è Remus quando la luna piena è vicina, diventa tutto irritabile e cose del genere."

Ho deriso: "irritato, sì. Ma ti urla in faccia e ti mette in imbarazzo davanti a tutti?" dissi, arrabbiata.

Si passò una mano tra i capelli: "Josie, forse dovresti parlargli. Continuava a dirci più e più volte quanto si rammarica per quello che ti ha detto. Credo davvero che non intendesse una parola di quello che ha detto ."

"Se non lo intendeva, perché dovrebbe dirlo?" Ho chiesto retoricamente.

"Mai sentito il detto, mai parlare quando sei arrabbiato e mai promettere quando sei felice? Inoltre, è stato così da quando si è svegliato. Ha urlato a Peter per non aver indossato la cravatta, litigato con Sirius per la cosa più stupida del mondo e poi ha combattuto con te. Dubito fortemente che non sia stato per essere un lupo mannaro."

Ho riflettuto sulle sue parole. Forse aveva ragione, voglio dire che Remus non è mai stato così per me - supponevo che potesse essere stato a causa della cosa del lupo mannaro.

"Come mi hai trovato comunque?" chiesi, dopo un momento di silenzio.

Tirò fuori dalla tasca la mappa dei Malandrini mi fece un sorriso di scusa.

"Ovviamente." Ho sbuffato. "Sai a volte voglio bruciare quella cosa." dissi facendolo ridere.

Il suo sguardo finì improvvisamente sulla mano che colpì il muro, "Josie, perché la tua mano è rossa?"

Ha guardato la mia mano ora contusa e gonfia e ho gemito: "Oh, ho preso a pugni il muro".

"Hai preso a pugni un muro? Perché?" chiese incredulo.

"Ero arrabbiata. Ti avrei preso a pugni invece se avessi saputo quanto sarebbe stato doloroso." dissi infastidita.

"Vuoi andare da Madama Chips?" Chiese.

scossi la testa, "No, va bene. La sistemerò", mi sono fermata. "Sai che questo sta rovinando notevolmente la mia possibilità di avere l'anno migliore di sempre." dissi, sentendomi molto meglio.

Rise: "Dai, andiamo". Disse e si alzò, offrendo la sua mano che io presi. Poi iniziò a condurci fuori dalla torre di astronomia prima di fermarsi e voltarsi: "Aspetta. Ho dimenticato qualcosa".

Ho alzato un sopracciglio, ha dimenticato la mappa o qualcosa del genere? Mi sono girata per non trovare nulla lì, ma quando sono tornata indietro mi sono ritrovato tra le braccia di James Potter. Ho sentito le lacrime minacciare di lasciare i miei occhi e ci è voluto tutto in me per non piangere nel suo caldo abbraccio. Ho avvolto le mie braccia inerti intorno a lui e lui mi ha dato un'ultima stretta prima di lasciarmi andare.

Mi posò la mano calda sulla guancia, "Non permettermi di vederti piangere di nuovo, ok? Non riesco proprio a sopportarlo".

In qualche modo ho perso la capacità di parlare, agire o pensare, quindi ho semplicemente annuito docilmente e l'ho seguito mentre lasciavo la torre di astronomia.