«Legga gli elementi accessori, signora.» Dundra puntò le pagine con l'indice magro.

Senza lasciarsi scalfire, Esther continuò: «"Specifica: il suddetto Ordine della Luna non si impegna a usufruire di Aria e Fuoco nella sua totalità di incantatori; questa sarà bensì una scelta personale e svincolata dalla neonata unione."» Guardò Dundra. «Questa precisazione è irrilevante. A noi poco importa di quanto castriate la magia.»

«Zia, intendeva l'altra», le disse Jesse, beccandosi una sua occhiata infuriata.

«Prima clausola», iniziò Esther, dopo essersi schiarita la voce. «"La prima Guardiana a sedere sul trono sarà Chandra Noyer, attuale Sacerdotessa dell'Ordine della Luna, senza lo svolgersi dello scontro in precedenza accordato."» Guardò il nipote. «Condizione rispettata, mi sembra.»

«Vada avanti, signora», proseguì Dundra.

«Consigliera Deroy», rimbeccò Esther. «Qui non ci sono signore e signorine, ma funzionari pubblici di un certo spessore.»

Chandra arricciò il naso. Forse non c'erano signore e signorine, per la Deroy, ma c'era una ragazzina al posto di una Guardiana.

«Seconda clausola», riprese Esther. «"Per garantire all'Ordine della Luna la massima serenità, l'Ordine del Sole si impegna a rispettare il volere della Guardiana Chandra Noyer e a concederle, per tutta la durata del suo mandato, il tempo da lei ritenuto necessario per permettere ai suoi fedeli di abituarsi al nuovo ordinamento."» Alzò lo sguardo su Dundra. «Anche questo è stato enormemente rispettato, Reverendo.»

Dundra si alzò in piedi. «Mi passi il documento, consigliera. Ché è evidente che lei, purtroppo, ha difficoltà a scartare le informazioni superflue da quelle pertinenti.»

Esther gonfiò il petto e, di certo per fargli un dispetto, sospinse l'Accordo lungo il tavolo con un incantesimo d'Aria, fino a farlo arrivare sotto al naso del Reverendo. Dundra non poté trattenere una smorfia di disagio.

«Su, mi faccia capire quali sono le vere informazioni pertinenti che io ho trascurato», lo provocò la consigliera Deroy.

«Specifica della seconda clausola, per la salvaguardia dell'Ordine della Luna», parlò Dundra, con le sopracciglia corrucciate, leggendo il documento senza toccarlo. Chandra non l'aveva mai visto così poco a suo agio. «"Se al tramonto del mandato della Guardiana Chandra Noyer, la pazienza dell'Ordine del Sole non sarà stata sufficiente ad alleviare la diffidenza della Luna nei confronti del sopraccitato, lo stallo dell'Equilibrio Elementale proseguirà fino al volere del nuovo Sacerdote della Dea."»

Dundra alzò gli occhi dal foglio e li riversò ancora sulla consigliera Deroy, vittorioso come se l'avesse appena demolita. La donna, di contro, sbatteva le palpebre dimostrando l'esatto contrario; anzi, pareva proprio fosse ancora in attesa di essere smentita.

«Sono passati centootto anni dalla dipartita della prima Dame Noyer», disse Esther. «Penso siano una pausa sufficiente ad abituarsi, non crede?»

Dundra s'imporporò. «Non sarà sufficiente nemmeno un millennio dopo gli abusi che ci avete inferto sotto Accordo.»

In passato, quando Chandra pensava alla possibilità di diventare Guardiana, vedeva chiaramente un solo dettaglio: i continui paragoni con la sua antenata, una donna forte da cui lei avrebbe cercato di prendere spunto e al contempo distaccarsi. Nel presente reale, invece, l'unico Guardiano che sentiva di continuo nominare – ora anche da Dundra – era Lénaïc Le Gall. Quasi come se la distruzione del secondo mandato della Luna, dell'attuale Dame Noyer, fosse assimilabile a quella del primo mandato del Sole, del Sire Le Gall.

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now