Homecoming

173 7 8
                                    

Guardo il tabellone dell'aeroporto internazionali di Atalanta. Mia mamma e Darnell sono andati a prendere dei panini per pranzare. Io, invece, sono seduta su una delle sedie in plastica nere davanti all'enorme finestra che da sulle piste. Ogni minuto partono e arrivano aerei di varie compagnie. Devi controllare anche la valige, tutte ammassate di fianco a me in una pila unica.

<<scusa era rimasto solo questo>> dice il mio migliore amico mentre mangiava il suo panino, credo al prosciutto e formaggio.
<<mastica prima di mangiare, maiale>> mi piace prenderlo in giro, sopratutto per le sue reazioni. Apre la bocca dopo aver deglutito.
<<come osi?!>> urla, contenuto <<io non sono un maiale>> si gira dall'altra parte offeso. Tranquilli é solo una messa in scena. Tempo due minuti e sarà ai miei piedi. Dopo un morso a quello che sembra essere un'insieme di insalata, pomodori, mozzarella e...cetriolini...io odio i cetriolini. Mentre imito il verso del vomito togliendoli gentilmente dal panino, mia mamma si siede di fronte a me.
<<hai già mangiato?>> domando.
Lei annuisce pulendosi la bocca con un tovagliolo, probabilmente quello stesso che teneva in mano per non sporcarsi con la salsa sull'hamburger.

<<che ne dici di andarci a fare un giro alla spa sto pomeriggio? Ho letto che vicino all'hotel c'è né una bellissima>> chiede Darnell. Come pensavo e vi avevo detto, tempo zero che diventa tutto come se non fosse successo.
<<si perché no>>
<<ragazzi però tornato prima di cena, che dobbiamo anche andare a letto presto>> dice mia madre guardandoci uno alla volta.
<<perché?!>> all'unisono urliamo io e lui.
<<shh>> ci zittisce lei mettendosi un dito sulle labbra. Si forse abbiamo esagerato un po', ci stanno osservando tutti quelli vicini a noi.
<<perché...domani ci dobbiamo svegliare presto. Hai letto che alle sette devi essere agli studios per la lettura dei copioni?>> continua lei.
<<no ovvio che no>> dico guardando il telefono. Non mi è arrivata nessuna mail. A perte qualche messaggio, niente di niente.
<<meno male che esiste la mamma>>
In risposta faccio una smorfia. A me non é stato mandato assolutamente nulla, quindi non é colpa mia.

Delle mani si appoggiano sulle mie spalle e in pochi secondi mi ritrovo sott'acqua. Le bolle del mio respiro salgono verso la superficie. Ho gli occhi chiusi strizzati e i capelli vengono davanti alla faccia. Le guance sono gonfie per trattenere un po' d'aria. Tutto questo dura esattamente cinque secondi, prima che io risalga. Appena fuori dall'acqua apro la bocca con ancora le palpebre serrate. Porto le mani sugli occhi dai quali tolgo dei residui di capelli bagnati fradici. Li sfrego un po' e poi li apro. Tossisco per far uscire l'acqua accumulata nei pollammo dato il gesto inaspettato del mio migliore amico. Sento la sua risata alle mie spalle. Mi sta salendo l'istinto omicida. Mi giro mantenendo la linea delle labbra dritta, per sembrare indifferente. Gli occhi socchiusi danno un'aria vendicativa. In men che non si dica sono sopra di lui mentre gli tirò i capelli ancora asciutti. Sto cercando di buttarlo sott'acqua come ha fatto con me poco prima, ma la differenza di peso non aiuta per niente. Dopo svariati tentativi, ci rinuncio. Ciò però, non mi toglie dal volto lo sguardo omicida. Chiunque lo guardi non può non spaventarsi, ma Darnell ride. Ride sempre questo ragazzo.

Decido di imitarlo. Mi giro e cammino lentamente, data la pressione dell'acqua, verso le scale in marmo bianco venato che portano fuori la piscina. Passo le mani tra i capelli che si strizzano andando dietro la schiena. Sgocciolo dappertutto così mi avvolgo nell'asciugamano che ci ha regalato la segreteria appena arrivati. É azzurrino con il logo della spa. Mi asciugo il viso con esso e poi mi metto gli occhiali da sole sdraiandomi sul lettino.

<<certo che non riesci a stare senza occhiali da sole...anche a chiuso>> dice lui arrivando sedendosi sull'altra sdraio indicando il soffitto. In effetti ho messo gli occhiali da sole, quando non c'è sole. Siamo nella struttura della piscina coperta, circondata da vetrate. Fa niente, a me piace, quindi va bene. Mi chiamavano poco egocentrica.
Per rispondergli scuoto leggermente la testa facendo finta di sistemarmi meglio. Lui ridacchia e si sdraia.
<<tranquilla, tempo questa sera e mi parlerai>> dice convinto.
Oh questo mi fa pensare che forse non mi conosce a fondo. La prendo come una sfida. Gli estremi della mia bocca si ripiegano in giù per mezzo secondo. In questo modo potrei riavere tutte le mie vendette di anni e anni, e la cosa non mi dispiace affatto.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jan 14, 2022 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

~LIKE A COUPLE~ tomdayaWhere stories live. Discover now