Chandra avrebbe potuto tornare nei propri alloggi ed evitare il problema alla base, ma sarebbe stato come ammettere che lo temeva. E non voleva dargli questa ennesima soddisfazione. Dunque rimase seduta a passarsi il thermos caldo fra le mani, mentre tremava attendendo un confronto che aleggiava fra loro da giorni.

Le scarpe marroncine di Dundra, macchiate di bianco innevato, invasero il campo visivo di Chandra una manciata di secondi dopo.

Lei trattenne il fiato. Ce l'aveva davanti, fermo immobile a fissarla.

«Buonasera, Dame Noyer», salutò Dundra. «Vi concedete un po' d'aria fresca dopo la traumatica e irrispettosa convocazione da parte del Sole?»

Chandra trasalì e serrò la stretta sul thermos. «Non sono fatti che ti riguardano.»

Evitò l'inutile domanda sul come fosse venuto a conoscenza dell'ultimo Consiglio tenutosi a Héos: a quello aveva già risposto Astéria Bleuet, anche se involontariamente. In Monastero le voci circolavano un po' troppo in fretta, soprattutto se una delle monache del Sole era la figlia del consigliere più lamentoso ed era corsa a sfogarsi con le sue consorelle del tremendo trattamento che il padre, Nath Bernard, aveva ricevuto dalla Guardiana. Astéria, che quel pomeriggio era di turno in cucina, aveva poi sentito il bisogno di accertarsi che la sua ex migliore amica stesse bene e non fosse traumatizzata, come l'aveva definita lei.

A dirla tutta, Chandra era rimasta più sotto shock nell'udire il fiume di insulti che Astéria aveva rivolto all'Ordine del Sole, invocando al più presto la separazione da esso. In confronto, lo spettacolo dato da Alhena Le Gall era stato niente.

«E invece mi riguardano, dato che, fino a prova contraria, siete figlia della mia Dea tanto quanto me», dichiarò Dundra, squadrandola dall'alto, per quel che riuscì. «E sono rimasto profondamente turbato al posto vostro quando ho udito dell'ennesimo e gravissimo affronto che è stato commesso da quell'Ordine.»

«Strano, davo per scontato che sarebbe stata una bella notizia. Per te.» Chandra continuò a far girare il tappo del thermos, prima in senso orario e poi antiorario, per nascondere il tremore delle mani. «Così avresti potuto fare ancora di più il lavaggio del cervello ai fedeli.»

«La comunità, com'è giusto che sia, è stata messa al corrente di tale sfregio nei vostri confronti, attuato per colpire tutti noi e soprattutto il nostro credo.» A Chandra sfuggì un risolino: il modo in cui Dundra plasmava la realtà era sempre più creativo. «E, data la mia volontà di essere il più corretto e trasparente possibile con i vostri fedeli, non ho trascurato la vostra fermezza nel rispetto della nostra storia.» Lui fece una lieve riverenza. «I miei complimenti, Dame Noyer. Meritano tutto ciò che stanno passando.»

Chandra rabbrividì. C'era qualcosa di intrinsecamente sbagliato se Dundra le faceva i complimenti per una sua azione. Era come se la pensassero... allo stesso modo.

«Per una volta, Dame Noyer non è stata disegnata come una traditrice», commentò Chandra in un mix di sarcasmo e amarezza. «La mia reputazione distrutta ringrazia.»

Al di là dell'accusa a Dundra, Chandra era piuttosto confusa sul modo in cui la comunità percepisse la sua persona in quel momento: nessun fedele le aveva mai fatto visita al Tempio. Sapeva però che, da quando aveva vinto lo scontro ed era stata consacrata Guardiana, la promessa di renderli indipendenti aveva soppiantato la vergogna di essersi concessa al nemico. E lei, in un certo senso, era tornata a essere la celestiale Noyer che avrebbe ridato lustro all'Ordine della Luna.

Certo, gran parte del merito – se così poteva essere definito – era del Reverendo che non perdeva mai occasione per sottolineare come la Guardiana si stesse impegnando, insieme a lui, per loro. E la diceria che lei fosse stata sedotta dal nemico sarebbe tornata a gravare sulla sua testa, se non avesse obbedito. Tuttavia Chandra, per il momento, cercava di trarne del positivo: almeno poteva concentrarsi su un problema alla volta.

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now