Capitolo 21

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POV Betty

Io ed Archie eravamo tornati a casa insieme. Lo spavento per l'incidente di Fred aveva messo in discussione molte cose.

Quando ero arrivata in ospedale e lo avevo visto con mio figlio in braccio mi si era allargato il cuore. Non mi ero sbagliata, aveva detto "mio figlio".

Non era tutto risolto, avevamo molto di cui parlare. Avevamo molti problemi da affrontare.

In macchina, di ritorno dalla casa di Jughead eravamo rimasti in silenzio.

Gli avevo preparato il divano per dormire, ma almeno era tornato a casa.

Questa notte, ogni volta che uno dei nostri bambini si svegliava, si alzava anche lui. Era cambiato qualcosa fra di noi.

Quello che era successo a Fred, ma anche quello che era accaduto a Jughead ci aveva cambiato.

Mi ero alzata per preparare le colazioni. Per i bambini, per me, ed anche per Archie.

A: Buongiorno.

B: Buongiorno, dormito bene?

A: A casa si dorme sempre bene.

B: Archie, dobbiamo parlare.

A: Si, dobbiamo capire cosa volgiamo. Cosa proviamo e cosa vogliamo fare del nostro futuro.

B: Archie, ti chiedo scusa.

A: Ti devo delle scuse anche io, per tutte le bugie che ti ho detto. Scusa per averti tradito, ti ho mancato di rispetto.

B: Ti ho tradito anche io. Scusa.

Guardavamo i nostri caffè, neanche stessimo cercando li dentro le risposte che ci servivano.

A: Che cosa pensavamo di fare?

B: Non lo so.

Mi passai le mani fra i capelli.

B: Mi hai mai amato Archie?

A: Credo di si.

B: Mi amavi tanto da sposarmi?

A: Betty. Se vuoi chiedermi se ti amo di più di quanto amassi Veronica....non lo so. Non ci capisco niente. Ti voglio bene, e nonostante tutto, amo i nostri figli.

B: I nostri figli?

A: Si, i nostri figli. L'ho capito l'altra sera in ospedale. Quando ho visto Fred in quelle condizioni. Loro sono i miei figli. E' me che chiamano papà. Anche se sono poco presente, sono il loro papà. Un pessimo papà.

 B: Non è vero Archie. Non sei pessimo, sei .... diciamo che non ti applichi, come quando andavamo a scuola.

Scoppiammo a ridere,

A: Che facciamo Betty?

B: Tu sei stato il mio primo amore, facevo le elementari quando mi sono innamorata di te.

A: Vogliamo darci una seconda opportunità?

B: Credo che dovremmo riprovarci, almeno per i nostri figli.

A: Bhe, non è molto romantico. Ma credo che ne varrà la pena. Che ne dici se ricominciassimo dalla luna di miele che non abbiamo mai fatto?

B: Archie...

A: Ho guadagnato bene con il fight club, credo che ci meritiamo il nostro viaggio di nozze. Ricominciamo da capo. Con il nostro matrimonio.

B: Niente più bugie?

A: Niente bugie.

Ci stavamo per scambiare un bacio, quando il mio cellulare squillò. Era Jughead.

B: Pronto Jug, che succede? Ok ci vediamo in ospedale.

Abbracciai Archie.

A: Che succede?

B: Tabitha si è svegliata!

Avevano trasferito Tabitha in una normale stanza di degenza. Era esausta e molto debole, ma era sveglia. Teneva il piccolo Stephen fra le sue braccia aiutata da Jughead.

Jughead era felice come non mai.

In questi giorni era riaffiorato il suo lato oscuro. In più di un'occasione avevo pensato che fosse sul punto di uccidere qualcuno pur di riavere suo figlio. Se Gleen non fosse stato il mio amante, visto tutto quello che aveva fatto, Jughead si sarebbe preso una bella denuncia.

Gleen aveva invece sorvolato su tutto. Anche sulle attività illegali di Archie con il fight club.

Mi aveva proposto di rientrare nell'FBI, mi avrebbero accordato un orario flessibile per venirmi incontro con i bambini. Archie ne era entusiasta.

A: Betty devi seguire il tuo sogno. Con i bambini ci organizzeremo.

Fu la più bella dichiarazione d'amore che Archie avrebbe potuto farmi!

E così nel mio curriculum risultava l'arresto del terribile Nero Padilla.

Jessica, visto la sua attività di corriere per Padilla se l'era comunque cavata con un paio di anni di attività nei servizi sociali. 

IL LATO OSCURO 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora