L'ombrello si rivoltò, le aste interne si piegarono verso l'alto e la cerata si lacerò su più punti. E i due malcapitati rimasero senza la minima protezione.

Jesse si lasciò andare a un'imprecazione fin troppo colorita per un Reverendo.

«Ehi, bada a come parli!» lo riprese Chandra. Non capiva perché Jesse e Arthur avessero la brutta abitudine di bestemmiare: era irrispettoso sia per il loro Dio sia per chi li stava a sentire.

«Ma che te ne frega», la rimbeccò Jesse, mentre cercava di rimettere a posto l'ombrello. «Sei della Luna.»

«Guarda che noi rispettiamo il Sole, anche se non lo veneriamo.»

Jesse sbuffò senza neanche guardarla e smise di combattere contro l'impossibile. Avvolse le spalle di Chandra con il braccio e se la schiacciò al petto.

Il cuore di lei sussultò.

«Ma che fai?!» gracchiò, senza però ottenere risposta: iniziò a dissolversi nell'Aria subito dopo e a percepire sempre meno l'ambiente circostante.

Chandra tornò in sé un secondo dopo. Aveva avuto l'impressione che l'incantesimo lanciato da Jesse fosse stato molto più frettoloso rispetto a quelli di Arthur.

Il cielo sopra Héos non era tanto diverso da quello lasciato in Monastero: era dello stesso grigio carico, buio come se non fosse mai sorto il Sole.

Chandra si staccò da Jesse, rischiando di inciampare nella neve.

«Grazie, Jesse, per avermi portata qui. Ti sono debitrice», disse d'un tratto lui, imitando la vocina di Chandra. «Figurati, Chichi. Per te questo e altro.»

«Hai finito di parlare da solo?»

Jesse sospirò sconsolato, anche se era palese che stesse continuando a prendere Chichi in giro. «Oggi mi stai trattando proprio male.»

Chandra lo ignorò: non aveva voglia di star dietro alle sue battute.

«Quello è Roc'h Heol?» chiese lei, indicando la vetta che sovrastava le mura. «Dove il Sole ha generato il primo incantatore del vostro Ordine?»

«Hai letto davvero il Libro Sacro?» chiese Jesse.

«Certo», confermò Chandra. «Le vostre preghiere sono molto interessanti. Ci sono dei dettagli sulla vostra cultura non indifferenti.»

Jesse inarcò un sopracciglio corvino. «Quindi saprai con chi ha generato i suoi incantatori.»

«Sì, con la sua Compagna.» Chandra distolse lo sguardo e lo puntò sulla cima. «Che nelle preghiere sembra essere la Luna.»

«Non sembra essere: lei è la Luna», la corresse Jesse – per quella che Chandra giurò a se stessa essere la prima e ultima volta.

Chandra alzò le spalle. «Nei nostri Scritti questa cosa non c'è.»

«Forse la vostra Dea è timida e non voleva farvi conoscere i suoi amanti», disse Jesse.

Chandra lo fulminò con lo sguardo. «O magari seguite voi una versione sbagliata.»

«Non credi possano coesistere entrambe?» le chiese Jesse, stavolta senza ironia.

Chandra sospirò. «Mi piacerebbe crederci ancora.»

• • •

Héos era diversa da come Chandra la immaginava.

Le palazzine erano basse, con al massimo tre piani ciascuna, e le strade strette. Se non fosse stato per i colori sgargianti delle facciate, la cittadella di incantatori avrebbe potuto benissimo essere scambiata per una normale abitata da Altri.

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now