capitolo 2 - il ragazzo del corso di riserva

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ATTENZIONE: PRESENZA DI SCENE POCO PULITE E LINGUAGGIO VOLGARE
[HO MESSO UN AVVERTIMENTO DOVE INIZIA E DOVE FINISCE]

nuovo giorno, nuove cose in classe, ma sempre più casino ogni giorno di più. Oggi non so per quale stupida ragione due dei nostri compagni hanno incominciato a fare a botte. Io da brava alunna responsabile mi sono costruita uno scudo con il banco capovolto dalla loro parte e intanto dal tablet facevo qualche sketch per il mio album con loghi personalizzati. il signor komaeda non mi parla da ieri, è seduto nel suo banco a guardare la scena divertito, sbuffai e lo lasciai perdere.
-che succede qui?-
disse la prof nel panico spalancando la porta dell'aula ormai distrutta, la guardai di sfuggita per poi tornare a disegnare e non badare a lei che cercava di mettere a posto le cose rischiando di essere ferita dai due 
- cosa vuoi? ci siamo allenando in condizioni di combattimento realistiche-
sentì urlare da uno dei miei compagni che si prendevano a botte, alzai la testa dal tablet e sbirciare la situazione dall'altra parte
- se è così va bene allora-
tutto qui? la classe cade a pezzi e per te va bene? non mi bastavano i compagni, anche la prof doveva essere esaurita. Inconpenso i miei compagni erano d'accordo con me riguardo l'atteggiamento della prof. Lasciai perdere tutto ciò che avevo alle spalle e tornai a disegnare
...
...
...
...
mi sento il fiato sul collo 
- wow questo ti è venuto proprio bene Ishii-chan-
era troppo bello per essere vero, purtroppo non me lo scollerò mai di dosso, oppure pensa che io sia una sfigata e cerca di tirarmi su parlandomi cosa molto probabile dato che è lo ha fatto un paio di volte con nanami, che sembra essere l'unica sana in questa gabbia di matti. Non risposi alla sua affermazione e continuai come se non avessi sentito nulla, tutta via non accennava a lasciarmi. Vidi uscire nanami e forse era arrivato il mio turno, ma se komaeda non si sposta da sopra la mia spalla non posso andare da nessuna parte
- oh, scusa ti sto dando fastidio vero?-
disse alzando la testa di colpo, un punto in più per aver capito che mi sentivo a disagio. Mi alzai senza controbattere e andai verso il bagno della scuola: unico posto tranquillo e con poche persone, in più non è un luogo di chiacchiere quindi è quasi impossibile che qualcuno venga per parlare con me

passai diverso tempo nel bagno, per poi andare davanti alla porta della classe e rimanerci appoggiata per sentire se si erano calmati 
- Iishi che ci fai fuori dalla classe-
la prof era tornata e mi la ritrovai davanti mentre cercavo di analizzare la situazione
- mi scusi ma sono andata in bagno, non mi piace stare con...loro-
la prof rimase un attimo a guardarmi per poi prendermi il tablet dalle mani
- scusa ma hai bisogno di comunicare un po', come farai a farti piacere i tuoi compagni se non ci parli?-
non si preoccupi, di solito quelli più silenziosi sono anche quelli che conoscono meglio le persone e questo è il mio caso
- no vede, a me non serve una compagnia, mi basta la mia famiglia e quel tablet- 
la prof guardò l'oggetto in questione e metterselo in borsa, si avvicinò e mi prese per le spalle guardandomi con espressione dolce e rilassata 
-Ishii so che è difficile, ma non puoi rimanere da sola a vita- 
sbuffai e anche se seccata dalle sue parole entrai in classe priva del mio tablet, con mia sorpresa vidi tutti giocare ai videogiochi, sono sicura che è opera di nanami, da una parte sono contenta perchè li ha tenuti a bada per una buona mezz'ora, dall'altra questo momento di gioia è dovuto finire nel momento in cui è arrivato il pranzo, poco male mangiare mi terrà impegnata non avendo nulla su cui fare i miei disegni. Quello che lo chef preparò sembrava del semplice spezzatino con patate. Ne presi una porzione che sembrava molto invitante 
- Tieni Ishii-
esordì la ragazza che mi passò il piatto, sembrava una per bene e dai bei modi, forse la prof potrebbe aver ragione sul fatto che alcuni li ho giudicati male
- non ci siamo mai presentate, io mi chiamo sonia nevermind, ultimate princess-
ora si spiegano le buone maniere e il fare molto delicato, guardai il mio piatto senza rispondere alla sua presentazione o meglio risposi 
- chiamami pure Akiko, seppur non siamo amiche strette-
non so perchè lo dissi penso che su almeno una persona debba confidare qualcosa, in caso avessi bisogno effettivamente di un supporto che tutti chiamano "amico". iniziai a mangiare con calma quando per l'ennesima volta arrivò komaeda a mettersi vicino a me
- ti do fastidio?-
chiese prima di sedersi mentre ancora finiva di masticare, scossi la testa, per sta volta credo che non ci sia nulla di male a tenerlo vicino a me o forse mi sbagliavo: iniziò a piangere, ma che problemi di affliggono? cercai di non guardarlo male e di concentrarmi sul mio cibo
- credo finalmente di averlo trovato, un frammento di speranza-
certo che ti emozioni con poco, pensai masticando nervosamente il maiale.

DA QUI PARTE IL LINGUAGGIO SPINTO, SE VI SENTITE A DISAGIO POTETE SALTARE FINO AL PUNTO CHE HO SEGNATO IN GRASSETTO 

iniziai a sentire una forte senzazione, Caldo, iniziai a sentire un'ondata di caldo spargersi per tutto il mio corpo. Mi appoggiai al muro, sudavo e non poco. Guardai komaeda: si allentò la cravatta e si sbottonò i primi bottoni della camicia che stava sotto la giacca. Mi sentivo... una sensazione del genere non la ho mai provata in tutta la mia vita, sentivo come un formicolio in un posto di cui mi rifiuto di dire il nome. mikan andava di matto per la punta della spada di peko, io invece mi tenevo strette le mie mani una all'altra per evitare di fare qualcosa di cui mi sarei pentita amaramente, non sarebbe da persona che frequenta questa scuola masturbarsi. Contando che questa sensazione di eccitazione proviene dal cibo non andrà via finchè non avrò digerito e quindi durerà un'altra ora minimo, che strazio. Non mi sentivo più le mani da quanto le stringevo forte tra di loro. Il mio respiro si faceva sempre più affannoso. Nagito appoggiò la sua testa sulle mie gambe che erano ben distese sul pavimento
- i-ishii- chan-
disse anche lui con il fiato corto, in fretta si mise a gattoni davanti alla sottoscritta
- la senti anche tu?-
se intende il suo alito che sa di manzo, si lo sento anche troppo. Mise una gamba in mezzo alle mie e avvicinò la sua bocca al mio orecchio 
- la speranza è meravigliosa-
mi sussurrò. Feci una faccia seccata: io mi immaginavo i peggio scenari e questo parla di speranza, poco male almeno so che non gli interessa fare il porco con me, anche se continuava a sfregare la sua gamba contro la mia intimità e la cosa mi dava fastidio non poco

FINE SCENA, CONTINUATE PURE DA QUI

 Dopo diversi minuti che sembravano durare all'infinito venimmo portati tutti in infermeria: ci diedero dei calmanti in pasticche e ci addormentammo per una buona mezz'ora. Conclusione della giornata: rovinata per colpa di quella testa calda di sayonji che ha messo una zuppa speciale nello spezzatino.

Uscì da scuola dopo aver recuperato lo zaino in classe e il tablet che mi era stato sequestrato  e mi avviai all'entrata dell'istituto dove si fermava il bus per tornare a casa quando, immersa nei miei disegni che sketchavo sul tablet andai contro un ragazzo. Alzai leggermente la testa
- scusi -
dissi per poi girare i tacchi ed evitare ogni tipo di conversazione
- bel disegno, comunque-
a quanto pare questo ragazzo è in vena di conversazione, cosa che io probabilmente non sarò mai. Sospirai, tanto vale provare ad avere una conversazione con qualcuno: mi girai e notai subito la divisa, non era del corso principale, bensì del corso di riserva. Le cose in questo caso cambiano, di solito quelli del corso di riserva non avendo un talento sono più tranquilli e nullafacenti, cosa che mi piace in una persona, non perchè li voglia usare in qualche modo, ma farci amicizia sarà più semplice
- oh, grazie, ultimate graphic designer-
dissi specificando da dove derivava la mia bravura, non si vede che me la tiro... comunque si sono una persona con una buona autostima e obbiettivi ben preparati
- bel talento, io purtroppo...-
- lo so, l'ho visto dalla divisa-
dissi senza lasciargli finire la frase, lui confuso mi guardò da cima a fondo per poi parlare
- non so perchè hai un aspetto famigliare-
lo guardai anche io da cima a fondo ma il suo aspetto non mi pareva per nulla famigliare- nel mio caso invece non mi ricordi nessuno di a me famigliare-

Dissi con un sorriso sarcastico. Non disse nulla in un primo momento, anzi se ne stava per andare quando
- sarà una mia impressione...ora è meglio che vai prima che perdi il bus- 
detto ciò se ne andò, che tipo strano: un attimo prima gli dici una cosa e l'attimo dopo ritira tutto e se ne va indisturbato, per lo meno non da alcun fastidio. Dopo questa involontaria conversazione tornai a casa 

danganronpa - under despair there's hope-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora