5.1 Consiglio

Beginne am Anfang
                                    

«Non posso lamentarmi, grazie per aver chiesto.» Cyriaque esaminò l'espressione della sua interlocutrice. «Sei sicura di stare bene? Non sei un po' agitata per la riunione?»

Chandra si strinse nelle spalle. Definirla agitata era un eufemismo: lei era terrorizzata. «Un po', ma seguirò il tuo suggerimento e mi limiterò ad ascoltare.»

«Per qualsiasi cosa, ci sono io.»

«Sì, lo so.» La tensione sul viso di Chandra si allentò. «E ti ringrazio davvero tanto.»

«Non devi, è un piacere per me aiutarti», disse lui. «Hai la stessa età dei miei figli: non potrei lasciarti allo sbaraglio neanche volendo.»

«Resterai seduto qui, no?» gli chiese Chandra, sperando in una risposta affermativa.

L'espressione da lui appena assunta, però, non le lasciò presagire nulla di positivo. «Il posto a sinistra del Guardiano spetta alla Luna.»

«Dundra non verrà.»

In via teorica, Dundra avrebbe potuto partecipare; nella pratica, Chandra gli aveva espressamente vietato di presentarsi poiché non gradito. Lo aveva fatto soprattutto per dargli fastidio e compiere un piccolo abuso di potere, ma non era servito a molto: il Reverendo aveva tenuto a specificare che sarebbe stato comunque assente. E Chandra, a quella dichiarazione, si era innervosita ancora di più.

«Immaginavo», proseguì Cyriaque. «Ma noi preferiamo lasciarlo vuoto per una questione di rispetto.»

«E dove ti siederai?» pigolò lei, già terrorizzata all'idea di non avere vicino l'unico scudo dietro il quale proteggersi.

«Vicino a Jesse. Gli farà bene avere un supporto.»

Chandra spostò lo sguardo a destra. Il primo seggio su quella fila apparteneva al Reverendo del Sole, e Cyriaque sarebbe venuto subito dopo: una distanza ancora accettabile, anche se sarebbe stato preferibile che non ci fosse proprio stata.

«Ascolta, Chandra», disse Cyriaque, cambiando tono e contesto. «Posso farti una domanda scomoda?»

Chandra si guardò attorno. «Dimmi.»

«Tu e Artie siete amici, per caso?»

Amici: non c'era parola più sbagliata per definire il rapporto fra Chandra e l'ex rivale.

«S-sì», disse lei. «Posso dire che avevamo un bel rapporto.»

«Ecco, lo immaginavo», commentò Cyriaque. «E qui arriva la domanda scomoda, per cui mi scuso già in anticipo: sai per caso cosa gli è successo il giorno dello scontro?»

Benché si aspettasse una domanda simile, Chandra si irrigidì. Sì, la risposta corretta era sì: lei sapeva meglio di chiunque altro cosa fosse capitato ad Arthur il giorno dello scontro, cosa l'avesse spinto ad arrendersi e a rinunciare a tutto – sottotesto non troppo velato della domanda di Cyriaque.

Ma non poteva dirlo.

Chandra non poteva dire a Cyriaque che l'Ordine della Luna aveva minacciato una rivolta, se fosse salito suo figlio Arthur al comando. Non poteva dire a Cyriaque che quella paura era ancora viva in lei e che stava lavorando per estinguerla il prima possibile.

Non era né il momento né il contesto giusto per confessare, nonostante quell'uomo la stesse supplicando, con i suoi occhi da genitore, di rassicurarlo.

«Non lo so, mi dispiace», rispose lei. «Non abbiamo parlato molto durante gli ultimi giorni in Monastero.»

Cyriaque annuì, col viso più cupo. «E immagino che tu non abbia notato neanche atteggiamenti insoliti, in lui.»

Come Acqua e FuocoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt