31.Il risveglio del tredicesimo titano

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Sta di fatto che, dopo ore di urla e lamenti, la ragazza cedette e i poteri, che cercava sempre di contenere come le era stato insegnato, sgusciarono fuori dalla sua pelle e lei ne venne avvolta.

Le sue orbite diventarono completamente nere, la sua voce diventò più sinistra e le sue ferite si rimarginarono in poco tempo.
Con poche mosse si liberò dal lettino dov'era stata legata e si rimise in piedi barcollante.

Sentiva la testa pungergli come se avesse centinaia di aghi lì dentro che volevano uscire, aveva un dolore tremendo alle braccia e non sentiva più le gambe.
Era intontita dalla sofferenza e la sua mente era ormai totalmente offuscata dal potere che era appena riemerso dalla sua oscurità.

Puntò lo sguardo su un uomo che le aveva fatto del male fino a un attimo prima e, dopo avergli sorriso in modo sinistro, venne costretto dai suoi poteri a prendere un bisturi e a conficcarselo nel cuore uccidendosi sul colpo.

Si guardò intorno e si sentì stanca della presenza di tutti quei mostri che avevano osato torturarla, così, con uno schiocco di dita, la mente di ciascuno di loro venne annebbiata e iniziarono ad uccidersi a vicenda e a suicidarsi con ogni tipo di punta affilata che trovavano.

Gli schizzi di sangue imbrattavano la veste della ragazza, ma lei non era minimamente scossa.
Tutto ciò che vedeva e che aveva desiderato sin dal suo risveglio era un'enorme possa di sangue e i corpi esanimi dei suoi aggressori sparsi sul pavimento come sacchi bucati e inutili.

L'unico uomo vivo era Shadow che tese le braccia verso la sua nuova alleata e le sorrise in modo benevolo.
Si sentiva fiero di aver risvegliato il tredicesimo titano, la sua arma vincente, e avrebbe voluto festeggiare il suo successo il prima possibile.

Si avvicinò alla ragazza, le accarezzò i soffici capelli e le parlò con un tono calmo che veniva tradito a tratti dall'emozione di stare parlando praticamente con una divinità. «Finalmente ti sei risvegliata, tredicesimo titano»

La ragazza non parlò, non gli rivolse nemmeno uno sguardo. La vista di quell'individuo la rivoltava e le faceva venire voglia di ucciderlo, ma al momento era troppo occupata a sopprimere le rivolte della sua parte umana.

Dall'interno stava lottando per riemergere, ma i suoi poteri avevano creato una gabbia per rinchiuderla e l'avevano avvolta completamente rendendola la discendente malvagia del tredicesimo titano.

Era solo una ragazzina, ma in quel momento era la Villain più potente su quella terra e sarebbe stato impossibile per chiunque poter arrivare ad un livello simile o pari al suo.

«Vieni con me, ti insegnerò come sfruttare al massimo i tuoi poteri ora che li hai liberati totalmente» disse porgendole una mano.
«Non accetto l'aiuto di un mortale» rispose DarkMind squadrandolo da capo a piedi.
«Lo so, sono solo un mero mortale, ma sono anche il tuo padrone. Quindi, obbedisci e seguimi»

La ragazza dai capelli scarlatti gli rivolse uno sguardo confuso non riuscendo a capire se quell'uomo fosse stupido o non accettasse solo che gli si dicesse di no.

Un Villain dalla divisa insolitamente bianca e viola entrò nella stanza e si fece largo tra i cadaveri.

«Ti presento Hypnos, lui sarà il tuo servitore»
«Non ho bisogno di servitori»
«Di lui ne hai bisogno eccome»

Il Villain le prese improvvisamente la testa tra le mani e la fissò negli occhi.
Le sembravano così caldi e accoglienti, proprio come il più comodo dei letti su cui dormire e si lasciò andare al desiderio di riposare.
Le sue palpebre iniziarono a chiudersi da sole, i suoi muscoli a rilassarsi e la sua voce si fece più calma.

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now