Capitolo 3

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<<più veloci signorine, Avanti! Mia nonna ha più vitalità di voi, riposi in pace>>

ordinò Peggy alle reclute.

<<non penserà davvero di scegliere Rogers.>>

chiese il colonnello al dottore mentre si avvicinavano a me.

<<non ci stavo pensando, l’ho proprio scelto.>>

disse fiero il sig. Erskine

<<quando ha portato un asmatico di 40 kg ho lasciato correre, ho pensato che lo avrebbe usato come cavia, non che lo avrebbe scelto.>>

<<sono in cerca di qualità che vadano oltre il fisico>>

<<dottore, sa che per realizzare questo progetto ho dovuto strisciare davanti al senatore… come si chiama?>>

<<Brandt, e sono consapevole dei suoi sforzi>>

<<e allora mi ascolti; Hodge ha superato tutti i test, ed è il migliore>>

<<è vero, ma è anche uno spaccone.>>

<<oh andiamo! Le guerre si vincono con il coraggio!>>

Al che il colonnello prese una granata finta e la tirò in mezzo alle reclute, io accorgendomene abbracciai istintivamente Peggy, la strinsi forte a me e mi girai in modo da proteggerla.
Steve invece si buttò sopra ad essa

<<via! Andate via!>>

gridò il ragazzino.

<<via libera, era una granata finta!>>

Sentimmo urlare.
Al che sciolsi l’abbraccio e notai che eravamo diventate rosse entrambe.

<<oddio scusa non volevo metterti in imbarazzo, non so perché io lo abbia fatto.>>

Dissi sincera e molto imbarazzata.
Lei si limitò a guardarmi e a sorridere, era un sorriso a 32 denti, felice del gesto che avevo appena fatto.

<<era un test?>>

Chiese Rogers rivolgendosi al dottore.
Il Erskine si rivolse al colonnello e gli sorrise come per dire: “te lo avevo detto”

<<sempre troppo magro>>

Disse per poi allontanarsi.

Arrivò la sera e Peggy si avvicinò a me

<<Le va di venire a bere qualcosa, prima della partenza di domani?>>

Mi chiese timidamente.

<<certo, offre lei agente?>>

La buttai sul ridere.

<<un po' a testa>>

Disse Carter facendo un sorriso provocatorio.
Sentì un brivido passarmi sulla schiena, ma non ci feci molto caso. Andammo al bar fuori dal campo e prendemmo una bottiglia a testa di vino rosso, che andammo a bere nella baracca. Per l’ultima sera ci avevano assegnato questo dormitorio con solo una stanza, un comodino con sopra una radio e 2 letti singoli a lato della stanza.

<<allora, non abbiamo piu’ finito la nostra conversazione di qualche giorno fa>>

Disse stappando la sua bottiglia e iniziando a bere.

<<cosa dobbiamo dirci ancora?>>

Feci un sorriso timido

<<è fidanzata?>>

Mi chiese andando subito al punto

<<no, e lei?>>

<<lo ero prima di arruolarmi…>>

<<che è successo? Non lo amava più?>>

<<diciamo che l’ho lasciato io prima di sposarmi…>>

<<ah... ho capito. Comunque possiamo darci del tu, sempre se per lei va bene…>>

<<certo>>

Continuò a bere.
Ci fu un momento di silenzio, uno di quelli imbarazzanti. Molto imbarazzanti. Non sapevamo cosa dire così io mi alzai e mi sedetti vicino a lei.

<<allora, l’esperimento di Rogers di domani, in cosa consisterà?>>

Le chiesi per spezzare quello strano silenzio.

<<parlavano di un siero, per creare una specie di super-soldato, è un esperimento di Erskine.>>

<<secondo te gli farà male?>>

<<dicono che bisogni soffrire per diventare belli>>

Dopo un breve silenzio scoppiammo a ridere.

<<y/n, hai mai ballato?>>

Mi guardò con un sorriso cambiando discorso

<<non ne ho mai avuta l’occasione… e poi voglio aspettare il o la compagna giusta, non si sa mai.>>

Ricambiai il sorriso e lei finì di bere la bottiglia.

<<vuole allenarsi? Conosco un po' di passi…>>

Andò ad accendere la radio che suonò un lento.

<<mi concede un ballo?>>

Si avvicinò porgendomi la mano

<<certo>>

L'afferrai e mi alzai in piedi.
Mi mise le mani intorno al collo e io presi il suo bacino. Iniziammo a ballare. Ero presa dalla musica, e per concentrarmi guardavo le nostre scarpe che danzavano a ritmo. Alzato lo sguardo, quando ci presi la mano, iniziai a sentire una strana sensazione in pancia… “cavolo, ho bevuto troppo” pensai.
Finita la canzone feci fare un casquè a Peggy, quando si rialzò ci guardammo intensamente negli occhi e la sensazione in pancia continuava ad essere sempre più forte.
Aveva delle labbra che mi facevano voglia di assaggiarle.
Ci avvicinammo sempre di più fin che sentì il suo respiro incrociarsi con il mio. A quel punto non resistemmo più e le nostre labbra si unirono, chiese l’accesso con la lingua che ovviamente diedi, e diventò un bacio passionale. Ci staccammo solo per respirare, fino a quando unimmo i due letti formandone uno solo e ci mettemmo l’una abbracciata all’altra continuando a coccolarci.


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Fine capitolo!

Non pubblicherò ogni giorno , perché mi servono idee e con gli impegni che ho riesco a scrivere solo alla sera :|

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Forbidden Love - Peggy CarterWhere stories live. Discover now