> Capitolo DIECI.

11.3K 209 30
                                    

Wolverhampton, 30 ottobre.

Sono passate più di due settimane da quella notte, nessun tipo di nottata che può essere definita come una notte da ricordare, semplicemente ricordo quel sogno perfettamente.
Il rapporto che stiamo instaurando è abbastanza confuso nella mia mente come credo sia nella sua. Non ci trattiamo a vicenda come due due amici, ma non siamo nemmeno in condizioni tali da non poterci parlare, anche se battibecchiamo per ogni stronzata.
Ultimamente sono stata spesso a casa sua,credo che questo lasci intendere in che senso, ma per lui non é mai abbastanza, non basta mai,mi sento così stupida ad avere accettato questa merda tempo fa eppure sono così intrigata da questa situazione, intrigata di sapere come finirà.
Il mio sguardo non può che cadere sul suo viso,visto di profilo,accentra l'attenzione sulla strada bagnata dalla pioggia fredda che insistentemente batte sull'asfalto.
Il grigio predomina sul paesaggio caratterizzato da case ai lati della strada,facendomi così definire questa città una Wolverhampton noiosa e spenta.

Sono esattamente le 16:00 e solo adesso mi rendo conto che lo sopporto da ieri sera, abbiamo praticamente passato il tempo a litigare per la minima cosa, anche quella più insignificante, sempre e comunque è riuscito a farmi cambiare idea con un bacio oppure una parolina stupidamente dolce.

La mia attenzione viene rubata dal cellulare che squilla con presunzione nella mia borsa, mi dispero soltanto all'idea di dover rovistarla tutta prima di trovare quel dannato aggeggio, inizio a tirare fuori tutto, dalle chiavi al portafogli. Quando finalmente percepisco con le dita la superficie liscia dello schermo del mio cellulare ha già smesso di squillare , uno sbuffo rumoroso lascia le mie labbra e inizio a buttare tutto dentro la borsa, un pò alla rinfusa. Lo schermo si illumina di nuovo e su di esso compare la scritta "9 Chiamate perse da: Mamma.", per il momento poco importa.

"Tigrotta, che succede?'' Chiede il ragazzo vicino a me, alternando lo sguardo fra me e la strada un paio di volte.

''No, nulla''

''Sicura?''

''Sicura'' dico di rimando, senza nemmeno una nota d'entusiamo nella voce.

Si ferma il più vicino possibile a casa mia, esito un pò prima di scendere dall'auto , sta letteralmente diluviando e la mia ultima intenzione al momento sarebbe proprio quella di inzupparmi.

''Non hai un ombrello?'' Mi lamento ,guardando la pioggia con disappunto.

''No''

''Fantastico''

''Non mi saluti?''

Sapendo già dove vuole andare a parare decido di tagliare corto, avvicino il viso al suo e su di esso nasce un piccolo sorriso, la prova della sua soddisfazione. Lentamente le nostre labbra si incontrano, bacio le sue lentamente godendo della loro morbidezza.
Dopo qualche attimo ci stacchiamo, mi sorride e inizio a scendere dall'auto.
Letteralmente corro verso casa mentre la pioggia sembra farsi sempre più fitta e pesante, quando arrivo davanti alla porta inizio disperatamente a cercare le chiavi che hanno deciso di comune accordo di farmi inzuppare e farmi venire una febbre.
Nel frattempo Liam, seduto in macchina, si gode la scena per lui esilarante, scuote un pò la testa prima di scendere e venirmi incontro, lo sto invidiando semplicemente per il fatto che sta indossando una felpa mentre io ho brillantemente deciso di non indossare la giacca prima di entrare in casa.

''Cerchi queste,tigrotta?'' Dice sventolando fieramente le chiavi davanti al mio viso. Cerco di prenderle, ma le alza facendo in modo che io non possa arrivarci.

''Dammi che sono fradicia!'' Dico cercando di raggiungerle.

''Bellissima,non ti ho nemmeno toccata''

Blackmail.Where stories live. Discover now