33. Aspettare.

3.4K 126 3
                                    

«Va bene, aspetterò.
Ho fiducia in te.
Ma quando mi prenderai, dev'essere solo me che prendi.
E quando mi stringerai, dev'essere me che pensi.
Capisci che voglio dire?
Per il resto puoi fare quello che vuoi, solo non farmi del male.
Ho già sofferto abbastanza finora, e adesso voglio essere felice.»
- Haruki Murakami, Norwegian Wood

»- Haruki Murakami, Norwegian Wood

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

2020

Giulia

Matteo resta in silenzio per quella che a me sembra un'infinità. Ho raccontato lui tutto e gli ho chiesto scusa per il modo in cui mi sono comportata. Non mi sembrava giusto dovergli dire io delle cose che neanche il suo migliore amico gli aveva confidato.
Gli ho detto anche dell'Erasmus universitario che mi terrà lontana per sei mesi e del quale ho avuto conferma solo due mattine fa perché altri studenti avevano rinunciato ad andarvi.

«Quindi tu parti e stai via sei mesi», rompe il silenzio.
«Sì», annuisco. «Partirò a fine settembre e tornerò ad inizio aprile.»

«E quindi non vuoi iniziare una relazione con Chris perché non ami le relazioni a distanza oppure stai usando l'Erasmus e la distanza come scusa per non ammettere di amare Chris?», alza un sopracciglio con fare accusatorio.

Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia. «Non sono così folle da iniziare una relazione a distanza con lui. Non mi fido adesso che siamo vicini, figurati a migliaia di chilometri di distanza. E poi non si tratta di un mese, sei sono tanti. Possono cambiare tantissime cose», confesso lui alcune delle mie paure.

«Avete bisogno di chiarire. Di essere sinceri l'uno con l'altra. Siete rimasti ancorati al passato e questo vi impedisce di andare avanti», sentenzia lui.
«Abbiamo già parlato del passato, la sera in cui con gli altri siamo venuti a vedervi giocare», gli ricordo.
«Avete parlato ma non avete chiarito», sottolinea.
«Cosa intendi?»
«Dico solo che non hai mai smesso di rimuginare su quanto accaduto cinque anni fa. L'idea che Chris possa essere cambiato non ti ha sfiorata nemmeno. Io ero al ritiro estivo con lui, Giulia. La prima sera l'abbiamo praticamente costretto ad uscire con la squadra e lì ha incontrato Ginevra che ha manifestato subito interesse per lui. Per i primi giorni è stato tutto il tempo attaccato al telefono ad aspettare un tuo messaggio oppure a parlare con te. Lei tentava di farsi notare, di parlarci e lui la teneva a debita distanza affermando che era già interessato ad un'altra persona. Poi una sera l'ho visto fuori di sé, quello stesso pomeriggio avevamo capito che non saremmo mai riusciti ad entrare nei Sonorra Eagles e in più stava avendo problemi con te. Non l'avevo mai visto bere così tanto e quando Gin l'ha baciato credo che lui abbia risposto solo per istinto. Con questo non voglio giustificarlo per il modo in cui si è comportato con te in passato ma solo sottolineare il fatto che è...passato.»

È passato tanto tempo, ha ragione. Il Chris di cinque anni fa mi ha spezzato il cuore e quello del presente afferma di volersene prendere cura.
Ma come si fa?
Come si fa a guardare negli occhi la persona che ti ha distrutto e affidarle quel poco che è rimasto di te a causa sua? È come dare una pistola carica al tuo acerrimo nemico sperando che non spari. È un suicidio emotivo.

Resta Ancora Un Po'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora