Capitolo 25 - Te lo prometto Harry

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Guidai con Louis verso il parco in un silenzio confortevole. La canzone "Blank Space" di Taylor Swift squillava dagli altoparlanti della radio. Ad essere onesto, quella canzone mi piaceva davvero tanto, anche se Taylor non mi facesse impazzire. Non che fosse brutta o niente del genere, è solo che... preferivo Louis.

Louis sembrava pensarla nel mio stesso modo riguardo alla canzone, dal momento che stava lentamente ondeggiando la testa a ritmo di musica. Le sue gambe erano premuto contro il petto, e se non fosse stato per il fatto che era fottutamente adorabile messo così, gliene avrei dette quattro, perché mi stava sporcando il sedile. Ma sembrava così innocente a guardare fuori dal finestrino con le braccia avvolte attorno alle gambe che non riuscii a farlo.

"Hey, Lou?"

Si voltò verso di me con un piccolo sorriso sulle labbra. "Sì?"

"Siamo arrivati." Annunciai facendo un cenno con la testa all'ambiente circostante e i suoi occhi guizzarono a guardare il paesaggio. Non pioveva da pranzo, quando i raggi di sole avevano finalmente superato i nuvoloni grigi, così che le pozzanghere stavano già incominciando a scomparire. Sapevo per certo che il prato fosse ancora bagnato però, quindi non avremmo potuto sederci sulla coperta come avevamo fatto le ultime due volte. In più la mia coperta era stranamente scomparsa da quel giorno.

"Oh."

Saltammo fuori dalla macchina e mi misi immediatamente al suo fianco. Mi guardò e un piccolo sorriso si fece strada sul suo volto. "Cosa?" chiesi divertito, alzando una mano per dargli un colpetto sul naso.

Il suo sorriso scomparve mentre fece una smorfia, strofinandosi il naso con il broncio sulle labbra. "Ahia, mi hai fatto male. Avevo solo pensato ad una cosa, e cos'ho ricevuto in cambio? Un dannatissimo colpo sul naso." Sbuffò chiudendo la porta dietro di sé.

Rivoltai gli occhi. "Scusami, Louis. Comunque, a cosa stavi pensando? A come sono assolutamente stupendo in questi jeans nuovi?" gli feci l'occhiolino.

Lui sghignazzò, colpendomi sul braccio. "Ti piacerebbe." Quando lo disse, però, un lieve rossore coprì le sue guance, e io seppi che aveva pensato a qualcosa di molto simile. Dio, questo Louis mi piaceva già fin troppo per il mio bene. Non che non mi piacesse quello di prima quando mi odiava, ma andiamo, a chiunque sarebbe piaciuto di più questo Louis dolce.

"Andiamo su quelle panchine laggiù." Dissi indicando la zona quasi vuota dall'altra parte del parco.

Lui annuì e aumentò il passo. Lo seguii, ma lo raggiunsi solo qualche secondo dopo. Le nostre mani oscillavano tra i nostri corpi e a malapena si toccavano, proprio come qualche minuto fa quando eravamo usciti da scuola o come sta mattina. Non capivo perché nessuno dei due prendesse l'iniziativa di prendere la mano dell'altro, perché sapevo che entrambi lo volevamo, ma forse era dovuto alla sua timidezza o qualcosa del genere. Ad ogni modo, non so per quale dannatissima ragione, non riuscivo ad allungare la mano e prendere la sua.

Quando arrivammo sulle panchine quasi abbandonate, ci sedemmo su una di queste, un piccolo spazio tra i nostri corpi. Mi accigliai, ma non feci niente a riguardo. "Allora, da dove iniziamo?" chiesi espirando e facendo cadere le mani sulle mie cosce.

Alzò le spalle. "Non lo so? Magari potresti chiedermi tutte le cose che vuoi sapere su di me o qualcosa del genere, e io posso fare lo stesso con te?" suggerì mordendosi il labbro inferiore, cosa che, avevo iniziato a notare, faceva quando si sentiva imbarazzato o semplicemente pensava di essere imbarazzante. Era piuttosto adorabile.

"Certo." Accettai. "Beh, allora vado dritto al punto e ti chiedo quando è stata la prima volta che hai realizzato i tuoi sentimenti per me? Sono dannatamente curioso di saperlo."

When Hate Turns Into Love (Larry Stylinson // Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora