Capitolo trentadue

2.9K 147 20
                                    

-Signora Hande, c'è una visita per lei-

Mi volto verso l'ingresso del mio caravan, dove compare Burak, uno dei membri della crew, coperto parzialmente dalla porta.

-Una visita? È mia sorella?-

-No, signora Hande. È un uomo-

Aggrotto la fronte, confusa. Ad eccezione di Gamze e Dilara, non è mai capitato di ricevere altre visite sul set.

-Burak, se si tratta di qualche giornalista...-

-No, mi ha riferito che è un suo amico e che lo conosce bene-

-Ah... d'accordo, grazie Burak-

L'uomo mi rivolge un sorriso cortese, mentre io indosso la giacca, curiosa di capire di chi si tratti.

Esco dal caravan, e l'impatto del freddo mi colpisce immediatamente, facendomi rabbrividire.
Tuttavia, è dicembre.
Mi allontano leggermente dal set, per poi notare una figura in lontananza che riconosco immediatamente.

-Efekan!- esclamo, con un sorriso.

-Hande- ricambia quest'ultimo, voltandosi e venendomi incontro -che bello rivederti-

Vorrebbe abbracciarmi,tende le braccia verso di me, ma io indietreggio leggermente, scuotendo la testa.

-Perdonami, ma non possiamo rischiare- lo ammonisco, indossando la mascherina.

-Ho fatto il tampone, puoi stare tranquilla. Ma va bene, non insisterò-

-Che ci fai qui? Credevo che fossi all'estero-

-Sono tornato due settimane fa. Ho dovuto fare la quarantena obbligatoria, e ne ho approfittato per rivedere i miei vecchi amici. Accidenti, Hande... sei sempre più bella- afferma guardandomi con attenzione, e io lo ringrazio con un sorriso.

Nonostante siano passati gli anni, ha ancora il viso del ragazzino che ho conosciuto, con l'unica differenza che ha molta più barba.
Efekan è uno dei miei amici d'infanzia, andavamo a scuola insieme, e quando eravamo adolescenti abbiamo anche avuto un piccolo flirt, concluso quando ho iniziato la mia carriera da modella.
Rivederlo mi riporta al passato, alla Hande eccentrica e spensierata, che faceva disperare i propri genitori perché costantemente fuori casa.

-Mi fa davvero piacere rivederti. Mi sei mancata- poggia una mano sul mio braccio, ed io lo lascio fare, troppo presa dai ricordi.

-Hande, dobbiamo girare la nostra scena-

Una voce familiare mi riporta alla realtà, ed io mi volto, notando un Kerem che osserva Efekan con attenzione. In realtà, anche quest'ultimo lo sta osservando, e sembra che ci sia una certa tensione tra loro.

-Arrivo subito, Kerem. Perdonami Efekan, devo andare- mi congedo, puntando il dito verso il mio partner.

-Stà tranquilla, magari ci vediamo quando sei un po' più libera. Con Gamze e gli altri, s'intende- aggiunge con un sorriso imbarazzato, per poi riportare gli occhi su Kerem e fargli un appena percepibile cenno del capo.

Lui ricambia, per poi dirigersi verso l'ufficio dove dobbiamo girare la nostra scena.

-Tutto bene?- gli chiedo, notando il suo silenzio.

-Sì... chi era quel ragazzo?-

-Efekan, un mio vecchio amico. Te ne ho mai parlato?-

-Non che io ricordi-

-Oh. Beh, è da un po' che non lo vedevo, lavorava all'estero ed è da poco tornato in Turchia-

-Capisco- annuisce, non aggiungendo altro.

Bizim kaderimiz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora