Capitolo diciassette

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-Non posso credere che tu abbia detto realmente che Harry Potter è il tuo supereroe preferito-

-Ed io non riesco a credere che tu abbia detto che non lo sia! Hai ucciso una parte del mio cuore da fan- Hande fa un gesto plateale, mettendosi la mano sul cuore e socchiudendo gli occhi, facendomi ridere.

-D'accordo, ma ammetterai che Hercules è oggettivamente il cartone migliore-

-Su questo ne possiamo discutere- mi concede, accarezzandosi la pelle nuda delle braccia.

Abbiamo da poco concluso sia il servizio fotografico che la breve intervista per la nuova stagione televisiva della Fox, ed è mezzanotte inoltrata. Hande ha riacquistato la luce che la caratterizza; dopo l'agitazione iniziale si è subito sciolta, e fortunatamente la nostra complicità ha preso il sopravvento, rendendo il lavoro persino divertente. Una cosa che mi fa impazzire del mio rapporto con lei è proprio questa: riesco a divertirmi, ad essere me stesso, il Kerem a volte pasticcione e un po' troppo spontaneo, che però la fa ridere. È la prima volta nella mia vita che sperimento questa sensazione di benessere nell'assistere alla gioia di qualcun altro che non sia un componente stretto della mia famiglia. Mi è capitato con Theo, con mia sorella e i miei genitori, ed ora con lei. Vederla serena, appagata, in qualche assurdo modo fa stare bene anche me. Mentre penso a questo, lei parla delle qualità del cartone che ha menzionato nell'intervista, Aladdin, ed io non posso che sorridere davanti al fervore che mostra ora nell'esprimere le sue idee. L'Hande che ho conosciuto a marzo non era così sicura di sè stessa, non aveva questa luce, ma in fondo, quante cose sono cambiate in questi mesi? Ed io, esattamente, da quando rifletto così tanto?
Mi sfilo la giacca, appoggiandola sulle sue braccia nude. Lei blocca improvvisamente il flusso del suo discorso, rivolgendo gli occhi enormi su di me.

-Tu non hai freddo...?- chiede, ed io noto un tenue imbarazzo, manifestato sulle sue guance rosee.

-Sto bene- scrollo le spalle, mentre sento la vibrazione del cellulare -scusami-

Prendo il telefono, leggendo sul display il nome di mia madre.

-Pronto, mamma?- rispondo, guardando Hande che nel frattempo si è fermata, rivolgendomi un sorriso.

Siamo nei pressi del parcheggio, e nonostante è evidente la sua stanchezza, data soprattutto da tutto il tempo passato sui tacchi, ha deciso di aspettarmi.

-Kerem? Come stai? Sei a casa?- la voce preoccupata di mia madre risulta squillante, ed io sono costretto ad allontanare il telefono dall'orecchio.

Oggi non ho avuto il tempo per farle nemmeno una telefonata, perciò posso comprendere la sua agitazione.

-No mamma, ti avevo detto che oggi avevo delle cose da fare, tra set, foto...-

-Sei con Hande?- mi interrompe subito, facendomi aggrottare la fronte.

-Sì, sono con lei. È  la mia partner mamma, è normale-

-Passamela-

-Cosa?!- quasi urlo, attirando l'attenzione di Hande che mi rivolge uno sguardo interrogatorio -mamma, non mi sembra il caso-

-Lascia fare a tua madre, passamela- insiste lei, mentre io mi passo una mano tra i miei capelli.

Rivolgo uno sguardo alla mia partner, che immagino abbia intuito la situazione, perchè muove la mano affinchè le passi il telefono.

-Va bene mamma, ora te la passo, non farmi fare brutte figure!-

Hande afferra il mio telefono e comincia a camminare avanti ed indietro disinvolta, mentre io mi sento in pasto ai lupi. Seguo ogni suo movimento, pregando affinchè mia madre non la metta in imbarazzo.

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