24. Coltellata

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Non ero mai stata un granché a fare le cose di nascosto, mio padre mi ha sempre lasciata piuttosto libera nel fare le mie esperienze, mi ha fatta crescere indipendente e senza mai l'esigenza di raccontare stronzate anche se penso che quelle piccole come la prima sigaretta non facciano parte di questa categoria, tutti hanno nascosto una sigaretta o una sbronza. E mi sentivo in colpa a nascondere JJ.
Insomma, pensavo a cosa avrebbe potuto dirmi se avesse saputo che lo seguivo di nascosto mentre vendeva a dei semicriminali una pistola per ridarmi soldi che gli avevo prestato salvandogli la vita da tipi che lo volevano picchiare a morte. Non un granché come storia da raccontare a colazione al proprio padre quando ti chiede "come sta andando l'estate, amore?". Eppure era questa la storia della mia vita, era la verità e anche se non era sempre la tipica relazione amorosa fatta di film, baci sulla spiaggia e passeggiate mano nella mano era l'unica relazione che avrei voluto avere. E infatti presi la mia borsa e senza farmi troppi problemi seguii JJ che era sicuro di non essere osservato da nessuno mentre andava a fare quello che secondo lui era giusto per me.
Non è troppo difficile trovare un posto lontano dal mondo qui, diciamo che in generale noi tutti viviamo lontani dal mondo, è per questo che alcuni scappano via ma è anche per questo che alcuni vogliono rimanere. Non è il mio caso. E mi dicevo che quando sarei andata a studiare fuori avrei portato JJ con me, avremmo lasciato suo padre in questo pianeta a parte e avremmo ricominciato una nuova vita.
Non ho insistito con JJ nel convincerlo a non vendere quella pistola beh in gran parte perché era impossibile riuscirci ma anche perché quei soldi erano davvero tanti e sarebbero bastati per farci stare tranquilli e felici in una realtà in cui tirare avanti non sarebbe stata un'impresa, in cui c'eravamo solo io e lui e il nostro amore non avrebbe fatto male a nessuno. Era l'unica occasione che avevamo per potere stare davvero insieme. Certo, lui non conosceva questo mio piano perché ancora non sapeva che suo padre mi aveva minacciato per non creargli problemi ma ero certa che se mai un giorno gli avessi detto "JJ, domani partiamo" lui avrebbe preparato uno zaino in un'ora e saremmo andati via insieme, senza alcun timore.
Vidi JJ scendere dalla macchina e mettersi sotto l'ombra di un albero. Non si vedeva un granché da dove ero io però riuscivo a guardare i movimenti delle mani, quello mi bastava, perché se mai quei tipi avessero provato a fargli del male avevo il cellulare pronto per chiamare John B. E John B sarebbe arrivato subito.
Due ragazzi alti, abbronzati, biondi, dei tipi che sicuramente non avevano problemi con i soldi e che facevano quelle stronzate perché la vita aveva dato loro tutto e ormai quel tutto non bastava più, si erano avvicinati a lui silenziosamente, quasi lo avessero incontrato per caso.
Vidi JJ mettergli addosso la pistola e prendere subito i soldi e mi sentii meglio perché la parte peggiore era passata. Ma JJ non si spostò e cominciai a non capire.
JJ gli diede un barattolo pieno d'erba e ancora prendere un sacco di soldi.
Cominciai a capire.
Mi aveva ancora presa per il culo. Mi aveva detto che quella volta in cui lo avevano picchiato era stata l'ultima che si metteva a fare queste stronzate perché aveva rischiato troppo, mi aveva promesso che sarebbe uscito da questo mondo e che da quando c'ero io non era un mondo in cui poteva ritrovarsi più. E invece che cosa faceva? Di nuovo vendere erba, di nuovo bugie, ero di nuovo tradita.
Rimasi bloccata a pensare anche se sapevo che dovevo andare via perché da un momento all'altro lui sarebbe andato verso la macchina e mi avrebbe vista ma non riuscivo a muovere un muscolo. Lo stomaco cominciò a bruciarmi, le mani mi tremavano, avevo il viso abbassato e le lacrime scendevano senza difficoltà.
Quando alzai la faccia, c'era JJ davanti al mio finestrino che mi guardava al limite tra l'incazzato e lo stranizzato per vedermi in un posto in cui io non dovevo esserci.
Mi lanciò uno sguardo che trasmetteva solo rancore e poi salì subito nella sua macchina e andò via senza dirmi niente.
Nella strada del ritorno, guidai con il cuore in gola. Non ce la facevo più con tutte queste pietre che ad ogni curva mi cadevano addosso, ogni volta che pensavo che finalmente la strada fosse dritta ecco che c'era un burrone, ecco che ripiombavamo giù. Ed era sempre più difficile risalire.
In più io sono così buona e così paranoica che anziché odiarlo a morte per avermi detto bugie ed avere venduto di nuovo erba, buona parte della mia gastrite era dovuta anche al fatto che lui fosse incazzato con me. Forse era davvero meglio se stavo a casa a farmi i cazzi miei.
Quando arrivai a casa mia, vidi JJ appoggiato davanti la sua macchina a braccia conserte guardandomi fisso negli occhi, penso che quello sguardo avrebbe potuto benissimo mandarmi a fuoco se solo fosse fisicamente possibile.
Chiusi lo sportello e mi avvicinai a lui.
«Non ce la fai proprio a fidarmi di me Madison, è vero?» chiese guardando davanti a sé.
«Beh, faccio bene a non fidarmi dato che tu mi tradisci non appena pensi di poterlo fare» le mie parole erano taglienti ma la mia voce tremava.
«Ti tradisco? Madison, dovresti capire che ci sono cose nella mia vita che tu non puoi capire»
«Oh certo, ricominciamo con la vita da spacciatore JJ Maybank» dissi ironicamente, la mia pelle bruciava dalla rabbia.
«È un problema per te? Sono un cazzo di spacciatore, ok?» allargò le braccia e cominciò ad urlare.
«Non gridare, che cazzo»
«Ti vergogni di me, Madison? Eh? Ti vergogni?» si avvicinò a me, a un millimetro dal mio viso con occhi che erano a fuoco.
«Allontanati subito, JJ» sentendo queste parole lui fece la sua tipica risata nervosa, quella che un po' fa per prenderti per il culo. Alzò le mani e mi guardò ironico, come se io fossi un poliziotto e lui un ladro che avevo appena colto nel rubare. Mentre faceva questa scenetta rideva e ogni tanto sussurrava «saresti una buona collega per lo sceriffo» e lo so che lo diceva solo per farmi incazzare, e ci riusciva benissimo.
«Sei proprio un coglione, se ti senti oppresso solo perché non voglio che fai questa vita di merda non hai proprio capito un cazzo» gli dissi in preda al delirio più totale per quanto nervosa mi faceva diventare.
«Sai qual è la cosa più grave? Che mi dici "allontanati" come se io potessi mai farti del male, Madison» rispose poi serio.
«Mi facevi paura, ho il diritto di chiedertelo»
«Beh, sai cosa ti dico allora? Faccio di più per te, cara Madison. Non vorrei mai che tu non ti sentissi al sicuro con me, Mad», prese il sacco con i soldi che mi doveva e me li lanciò per terra, «non mi vedrai mai più».


Dico solo una cosa: 💔💔💔💔
Mi fate sapere cosa ne pensate???🥺💜

A place to rest;Donde viven las historias. Descúbrelo ahora