29. Priorità

890 70 10
                                    

Natsu era debole.
Lo era sempre stato quando si trattava di Lucy. Lei era il suo tallone d'Achille, la sua debolezza, il tesoro per il quale avrebbe dato qualsiasi cosa. Le sue lacrime avevano il pericoloso potere di spegnere il suo raziocinio ed i suoi sorrisi la straordinaria capacità di rallegrarlo anche nei giorni più tristi.
Era il suo orgoglio, la sua migliore amica, la persona con cui era cresciuto e che amava come poche altre.
Tutto il suo mondo girava attorno a lei e lui aveva erroneamente dato per scontato che sarebbe sempre stato così.

Ma poi era successo.

Lucy era andata avanti senza di lui. La sua figura era diventata sempre più piccola all'orizzonte e l'ombra che prima affiancava la sua se ne stava ora a metri di distanza, troppo allungata per ricordare la sagoma di un tempo.

E lui?
Lui era rimasto indietro. Insabbiato nei ricordi di un passato felice e circondato da un presente nebbioso; i cocci del loro futuro assieme ormai a terra e calpestati.

Aveva fatto male.
Davvero male.
Anzi, faceva male ogni giorno. Vederla e non poterla toccare, osservare quell'espressione triste e non poter renderla felice, passarle accanto e non poter nemmeno incrociare il suo sguardo... un'agonia protratta per quattro lunghi anni.

Lucy era tanto vicina quanto lontana ed era questo che faceva più male: la consapevolezza che qualsiasi cosa avrebbe fatto non avrebbe potuto diminuire quella distanza, perchè era stata lei a volerla, a renderla tale e lui, per non soffrire ulteriormente, aveva accettato quella nuova situazione.

'Non posso', 'non posso', 'non posso'.

Si era autoimposto un divieto per la paura di scontrarsi con una verità che il suo meccanismo di difesa psicologica aveva ideato per spiegare il comportamento della bionda. 

"Dì qualcosa" biascica Lucy dopo interminabili minuti scanditi solo dai suoi singhiozzi. Natsu l'aveva subito abbracciata appena era scoppiata a piangere, ma non aveva ancora aperto bocca.

Che dovrebbe dire?
Al momento ha così tanti pensieri che gli vorticano in testa che non sa quale ascoltare.

Vorrebbe sgridarla per aver scelto di spingersi così oltre solo per lui, per aver sacrificato quattro anni della sua vita ed aver sopportato tutte le angherie di Eucliffe pur di proteggerlo; rimproverarla per aver combattuto da sola una guerra che avrebbero potuto vincere in due.
Al tempo stesso, tuttavia, vorrebbe ringraziarla per il suo amore sconfinato e lodarla per il coraggio che ha dimostrato nell'affrontare tutto questo casino a testa alta ed uscirne vincitrice.

E non parliamo poi di Eucliffe, che meriterebbe una fetta molto più grande dei suoi pensieri, se non fossero tutti focalizzati sulla bionda tremante tra le sue braccia.

Scioglie l'abbraccio in modo da guardarla negli occhi. Una mano appoggiata sulla spalla, l'altra che le sposta la frangia.
"Sei stata brava" e Lucy scoppia di nuovo a piangere, questa volta ricambiando l'abbraccio.

Natsu sorride e le accarezza dolcemente i capelli, mentre il braccio muscoloso la tiene stretta a sè.

Va bene così.
Al momento ogni altro pensiero è irrilevante.
Lucy aveva bisogno di sentirsi dire che le sue sofferenze, le loro sofferenze, non sono state inutili e che quella era la scelta giusta da fare.
E non importa se lo fosse davvero o meno, quello che conta è che i loro sentimenti non siano scomparsi, anzi, si sono rafforzati ed intensificati.

Avranno tempo di discutere sulle scelte e sulle azioni che li hanno condizionati ed ostacolati in questo lasso di tempo, ma l'importante adesso è che lei smetta di piangere e mostri quel bel sorriso che lo fa sempre palpitare.

Lucy si calma e lui alza il viso per asciugarle le guance appiccicose.
"Va meglio?". Lei annuisce.

"Sei arrabbiato?" Chiede timorosa.

"Può darsi".

"Mi odi?"

"No". 

Silenzio.
"Non volevo abbandonarti".

"Lo so".

"Ti ho detto delle cose cattive".

"È vero".

"Puoi perdonarmi?".

Natsu si acciglia. "Non lo so".
Lucy annuisce e china il capo.
Era normale. Cosa si aspettava? Che accettasse il suo discorso confuso e cancellasse in uno schiocco di dita tutto quello che gli aveva fatto?.

Affonda le unghie nella sua felpa ed il rosato cerca di restare serio. "Mi dispiace" mormora.

"Ho bisogno di tempo" continua lui.
Silenzio.

"Devo mettere ordine ai miei pensieri".
Lei stringe la presa.

"Non è una decisiome facile".
Lei annuisce concorde.

A quel punto Natsu soffoca una risata e lei alza di scatto la testa, ma prima che possa anche solo focalizzare il suo volto, due labbra carnose si poggiano sulle sue più sottili.
Il contatto è rapido e quando Natsu si ritrae sta sorridendo.
"Ho preso la mia decisione tempo fa e non ho mai cambiato idea" confessa.

Lei si porta una mano alla bocca. Le sfumature cioccolato che risaltano negli occhi sbarrati.

Il rosato guarda velocemente lo schermo del cellulare, poi incrocia le loro dita. "Torniamo a casa" dice dolce.

Una volta nel soggiorno di casa Dragneel, Lucy mostra a tutti la registrazione e racconta cos'è accaduto sia prima del video che alla centrale di polizia. Grandeneey cambia più volte espressione ed i suoi occhi lucidi intristiscono la bionda: lei e Natsu non sono state le uniche vittime della psicosi di Sting.
Igneel e suo padre, invece, rimangono impassibili per tutto il racconto, ma i loro corpi emanano una rabbia tale da procurarle i brividi.

"Vi chiedo scusa" annuncia infine chinandosi "avrei dovuto gestire la situazione diversamente. Tutta questa sofferenza è colpa mia".

"Bimba..." inizia Igneel.

"La colpa non è tua" proclama Natsu accanto a lei a pugni serrati, "e sapere che quel verme se ne uscirà comunque a mani pulite mi da la nausea".

"Se vuole sopravvivere farà meglio ad uscire dal paese" parla Jude serio, "ho abbastanza potere da chiudergli ogni porta in faccia fino al confine".

"Ti do volentieri una mano" lo affianca Igneel scrocchiandosi le nocche.

"Tu preoccupati di questo Racer prima che venga a riscattare il suo compenso" lo ferma la moglie.

"Deve solo provarci" dicono in coro i tre maschi facendo sorridere Lucy.
Eccola lì la sua famiglia allargata, fatta di persone che nel bene o nel male la sosterranno e la proteggeranno; affetto e comprensione che era stata terrorizzata di perdere e che adesso percepisce ancora più ferdidi.

Suonano alla porta.


☆☆☆☆☆

Sono tornata abbastanza presto dai e vi ho dato un bel momento kawaii!
Gioite!
Ve lo aspettavate un ricongiugimento così?

GRAZIE PER COMMENTI, STELLINE E VISUALIZZAZIONI (*-*).

A presto,
Jade 🌼

Take me to the beginning {NALU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora