Capitolo 4: Are you a girl? Impossible!

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Non mi sono mai piaciute le scenate in pubblico.

Sospiro debolmente osservando Cedric che si è alzato talmente in fretta da far rivoltare la sedia, creando talmente tanta confusione che ha attirato l'attenzione dei presenti su di sé. Non mi aspettavo una tale reazione, mi sembra fin troppo esagerata.

" Mi stai prendendo in giro? " mi chiede stringendo le mani a formare un pugno. " Come è possibile che tu sia una femmina? "

" Dal punto di vista biologico lo sono. " alzo le spalle per nulla turbata, mantenendo un certo controllo.

" Non ci posso credere... " scuote la testa, guardandomi turbato dalla scoperta.

" Beh credimi, almeno fino a prova contraria lo sono. "

Mi sembra una reazione alquanto esagerata.

" Perché non me l'hai detto prima? "

Inarco il sopracciglio rimanendo seduta dove sono, costringendomi a rimanere con la schiena dritta. Non gli permetto di fare una sceneggiata da prima donna e farmi sentire come se avessi commesso un reato.

" Tu hai dato per scontato che fossi maschio. " lo guardo con freddezza " E poi ho sempre parlato con pronomi femminili, se le cose che dico ti entrano da un orecchio e ti escono dall'altro non è un mio problema. "

Sbatte di nuovo la mano sul tavolo facendo rovesciare un bicchiere, che cade per terra rompendosi in mille pezzi. Io rimango immobile, lui invece rimane con un'espressione scioccata. " Ma tu ti vesti come un uomo! "

" Sono comodi per lavorare. "

" Lo potevi dire! "

" Tu non hai chiesto e io non ho smentito ciò che affermavi, non mi importa se mi consideri maschio o femmina. " mi porto la mano sotto al mento, annoiata da quel comportamento e dalla situazione in generale. " Mi eri sembrato una brava persona, quindi ti ho lasciato pensare ciò che volevi, non mi sembra che ti trovavi male a parlare con me. Anzi pensavo che sarebbe stato divertente avere un amico da queste parti, ma sembra proprio che io mi sia sbagliata. " alzo di poco la testa per guardarlo meglio. " Non volevo farti arrabbiare e mi dispiace, ma la tua reazione mi sembra abbastanza esagerata, non ho finto di essere qualcun altro, non ho mai mentito. Tu fin dal inizio hai pensato che fossi del tuo stesso sesso anche se è abbastanza evidente che sono una ragazza; bastava solo che mi guardavi un po' di più. " mi alzo tranquilla, non avendo più fame. " Detto questo ti auguro una buona giornata. " mi rimetto il cappello andandomene incurante degli sguardi delle persone che si mettono a parlare tra di loro attirando diversi sguardi di cui nemmeno mi interesso.

Sono stanca, sono davvero tanto stanca di dovermi sempre trovare in situazioni simili; le persone non fanno altro che prendersela con me, se sbagliano o capiscono male ciò che dico. Sono sempre più stanca di dover vivere sempre con il timore cha da un momento all'altro arrivi la fregatura da dietro l'angolo e poi arriva davvero, nonostante mi sono imposta di non affezionarmi a nessuno, di diventare davvero quel eremita che tutti mi definiscono isolandomi da tutto e tutti per raggiungere almeno un minimo di pace e serenità. È stato tutto inutile. Mi sento una cogliona, perché mi sono fatta fregare da un moccioso che nemmeno capisce che sono una femmina. Dannazione, ho la voce, il viso e il corpo di una donna, okay che indosso abiti larghi,ma un minimo di logica non guastava.

Cammino silenziosa con le mani in tasca, dirigendomi verso il ponte che collega la strada principale ad una struttura che si trova davanti al mare, circondato dagli scogli dove c'erano poche persone, ma non mi importa. Il silenzio mi tranquillizza e mi fa sentire meno sola. Ho la testa che mi scoppia, ma mi concentro su quel silenzio, che mi fa sentire più libera. Forse è anche per questo che non uso mai il telefono e non ho la televisione, l'unica musica che ho sono i cd, la radio e le mie canzoni che ho lasciato sul mp3.

The mate of the AlphaWhere stories live. Discover now