Capitolo 8

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Verso le tre del pomeriggio, una volta finito di pranzare, ripresero il lavoro.
I quattro si sistemarono fuori dalla casa, e John incominciò a esporre la sua idea su come strutturare la trappola.
“Bene ragazzi, vedete quel palo? È li che allestiremo la trappola per il ChupaSam.”
“Cosa!?” Esclamò Samuel.
“Cosa?” Replicò John.
“Hai detto ChupaSam!” Disse ancora Sam.
“No, avrai sentito male.”
“John continua, dicevi?” Chiese Al.
“Sì, il marchingegno è molto semplice, utilizzeremo un sistema a carrucole per intrappolare nella rete quella bestia. Sam si posizionerà a due metri circa dalla rete che sarà camuffata da foglie secche e quando il Chupacabra si troverà sulla rete Alfred darà il segnale dopodiché io, Luke e Jacinto tireremo la corda che azionerà la trappola.”
“Non mi succederà niente, vero?” Domandò ansiosamente Samuel.
“Stai tranquillo…male che vada diventiamo un trio.” Disse Luke sottovoce.
Sam si girò di scatto verso Luke con sguardo accigliato.
“Farò finta di non aver sentito nulla.”
“Non ti succederà alcun ché stai tranquillo.” Lo rassicurò Alfred.
“Ok mettiamoci a lavoro.” Concluse John.

Dopo diverse ore finalmente finirono; il sole stava calando e Sam corse a prepararsi. In camera trovò Alejandra ad aspettarlo, rimasta lì tutto il pomeriggio per preparare il costume.
“Ehi Sam, sei pronto, ti ho preparato il costume; l’ho fatto con ciò che avevo in casa e per la lana ho usato quella della pecora morta ieri, non sapevo cos’altro usare ahahah. Spero non ti dispiaccia.”
“Certo che no Alejandra, anzi hai fatto benissimo, sarebbe stato un peccato buttarlo, in fondo era solo una pecora ahahah.”
“Quella pecora era la mia preferita, l’ho vista nascere, per questo che facesse parte del piano.”
“Ah, sì beh io intendevo dire che era solo una povera pecora, non meritava quella fine.”
“Il vestito è sul letto di Victor, provalo, intanto io vado di sotto.”
“Ehm a questo proposito…”
“Sì?”
“Potresti aiutarmi a mettere il costume?”
“Tranquillo devi solo metterlo sulla schiena, come un mantello, non hai bisogno del mio aiuto.”
Detto ciò Alejandra uscì dalla stanza lasciando Sam solo immerso dall’imbarazzo.
Il sole ormai era scomparso dietro le dune rocciose, lasciando il passo alla notte che avrebbe portato oscurità e paura. Il cielo era colorato di un azzurro misto al grigio mentre le ombre prendevano il posto della luce. Il canto di quello che doveva essere un gufo echeggiava nella notte giovane.
Sam e gli altri erano in posizione da ore e i loro occhi iniziavano a stancarsi, le palpebre si facevano pesanti come piombo; il lamento notturno di quel rapace era l’unica cosa che li faceva rimanere svegli, oltre alla brezza fredda che faceva venire la pelle d’oca.
“John che ore sono?” Chiese Luke tra dopo un mezzo sbadiglio.
“Non saprei, saranno le undici.” Gli rispose la voce ormai assonnata del suo amico.
La situazione era più strana del previsto, nessun mostro, solo silenzio nelle tenebre della notte.
La poca luce che giungeva sull’altopiano era donata generosamente dalla luna alta nel cielo stellato.
Un cielo stellato mai visto, costellazioni che non rispecchiavano minimamente quelle che si potevano osservare a Silent Cave; questo fu oggetto di interesse per Alfred che decise di scattare una foto per disegnare una mappa stellare non appena usciti da questa realtà parallela.
Ma oltre queste stranezze c’era la mancanza della normalità, tutta colpa di un essere demoniaco che andò a ficcare il naso dove non doveva, ma oramai era fatta sarebbero andati avanti per cercare la loro realtà, la loro vita, la loro casa. Tutti avevano nostalgia in particolare Al, non si muoveva mai troppo lontano da casa, quindi per lui era un esperienza nuova, ma accettò il fatto che nuovo non vuol dire per forza male, anzi c’era molto da imparare e da scoprire cose che Alfred amava oltre ogni confine cosmologico.
Sam era seduto per terra nella polvere fredda che li si insinuava nei vestiti, ormai stava facendo la esca da un bel po' e quasi fu felice che non accadde nulla prima di quel momento, non vedeva nulla dalla sua posizione non si sarebbe accorto del Chupacabra nemmeno se gli avesse leccato la faccia.
Passò così tanto tempo da intorpidire i piedi e le gambe di Samuel, decise quindi di alzarsi per sgranchirsi le ossa, provò ad issarsi vanamente dal terreno sul quale precipitò facendo scattare tutti gli occhi dei presenti su Sam che ci riprovò goffamente ma con maggior successo.
“Comincio a pensare che non verrà alcun Chupacabra.” Parlò Sam in direzione di Alfred.
“Anch’io, dovremmo riprovare domani notte.” Concluse Al.
Alfred andò a chiamare John e Luke che stavano cercando di svegliare il povero Jacinto che non riuscì a ribellarsi alla stanchezza. I tre portarono per spalla il vecchio diretti verso la casa. Nel silenzio della notte nulla si muoveva o faceva rumore tranne i loro passi pesanti. Un silenzio tuttavia troppo precario destinato a spezzarsi dal verso indistinguibile della creatura che fece sussultare Jacinto che spalancò gli occhi pieni di sorpresa e terrore. Dopo il trambusto l’unico suono che si udì fu il passo della bestia che si avvicinava, un suono costante, quasi esponenziale, finché non apparve illuminato dalla luce della luna che lasciava trasparire poco della sua figura minacciosa e a una trentina di metri da loro si fermò. Nell’oscurità si notavano solo i suoi potenti arti anteriori e le spine che coronavano il dorso rendendolo più grande di ciò che era in realtà. Al stimò che fosse alto circa due piedi al garrese, ma poco importava in quella situazione anche un topolino sarebbe stato un pericolo figuriamoci una creatura quasi mitologica visionabile solo in articoli di criptobiologia. Il Chupacabra li fissava mentre i ragazzi fissavano lui, si studiavano a vicenda, esso cercò di intimidirli aprendo le fauci facendo notare il suo alito condensato nell’aria fredda mentre i suoi denti si crogiolavano nella fugace luce della luna. Nessuno osò muovere un muscolo l’atmosfera si faceva pesante, addirittura soffocante intorno a loro.
“Che facciamo?” Sibilò Sam muovendo il labbro per metà.
“Procediamo con il piano.” Affermò John facendo lo stesso.
“Ma se ci muoviamo ci inseguirà.” Parlò piano questa volta Alfred.
“Beh l’esca c’è già, quindi muoviamoci.” Concluse Luke. 
Non fece in tempo a finire di parlare che Jacinto si mise a correre verso casa urlando parole in spagnolo, allora il Chupacabra fece la sua mossa avanzando verso il vecchio impaurito, ma fu distratto da Sam che si mise ad agitare le braccia facendo volgere verso di lui l’attenzione del predatore.
“Merda, è stata una pessima idea!!!” Imprecò Samuel correndo nella direzione della rete.
John, Alfred e Luke erano in posizione, pronti per l’azione decisiva.
Il Chupacabra correva veloce verso la sua preda, prendeva terreno avvicinandosi pericolosamente a Sam; l’esca correva e correva mancavano pressoché pochi metri alla rete quando Samuel inciampò in un sasso piombando sul terreno, per la seconda volta quella notte, stricò fino al palo fissando gli occhi di quella bestia astrale, poi il segnale. La corda si tese insieme alla rete portando con sé il Chupacabra ormai inoffensivo, mentre si divincolava nella rete Sam si rialzò togliendosi la polvere dai vestiti. Si avvicinò alla rete felice che tutto fosse finito deridendo il Chupacabra nella sua condizione di inoffensiva rabbia.
“Adesso non fai più il gradasso eh!?” Lo istigò Sam.
Di tutta risposta il Chupacabra gli ringhiò contro facendo sporgere una zampa ad artigli scoperti.
“Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, caro Sam.” Disse Alfred avvicinandosi alla scena. 
“Bene adesso possiamo tornare dentro? Avrei una certa voglia di dormire, non so voi.” Confessò Luke.
“Già ma che ne facciamo di lui? Non possiamo lasciarlo qui.” Affermò John.
D’un tratto uscì Jacinto con un fucile spianato e i quattro si fecero da parte mentre gli sparava da lontano, la creatura sussultò de si contorse dal dolore, caricò un altro colpo e sparò alla testa finendo le sue sofferenze, lasciando tracce della sua vita nelle ultime convulsioni post mortem. Dopo che Jacinto si fu calmato rientrarono in casa potendo finalmente riposare.

Il mattino seguente arrivò la notizia in paese, arrivarono giornalisti e fotografi che scattarono foto e intervistarono i membri della famiglia chiedendo dichiarazioni e dettagli. Scattarono una foto in particolare che raffigurava la famiglia con i quattro ragazzi vicini al feroce predatore che quella notte diventò perda.
Decisero di partire per Durango, dove i ragazzi avrebbero dovuto continuare il loro viaggio.
Appena arrivati in città si diressero verso la stazione che li avrebbe riportati in America.
I ragazzi avevano gli zaini pieni di provviste per il viaggio, per questo ringraziarono specialmente la signora Alma, si salutarono tutti ringraziandosi a vicenda, arrivato il turno di Sam salutò la signora, poi Jacinto e il piccolo Victor che era praticamente all’oscuro di tutto ciò che successe la scorsa notte.
Arrivò il momento di dire addio anche ad Alejandra, lui si avvicinò quasi intimidito da quel momento così imbarazzante eppure ebbe il coraggio di abbracciarla dicendole addio.
I quattro entrarono nella stazione salutando un’ultima volta i cari compagni d’avventura. Passarono il cancello trovandosi al cospetto di una locomotiva a vapore, un vero e proprio cavallo di ferro. Sam si fermò non sentendosi il cellulare nelle tasche, non poteva averlo perso, come avrebbe fatto senza?
All’improvviso una voce lo chiamò facendolo girare di scatto, era Alejandra con il suo cellulare, non sapeva cosa fosse ma era sicura che appartenesse a lui. Sam le andò in contro e la ringraziò per averlo trovato ma non fece in tempo a prenderlo che lei gli riservò un bacio a stampo semplice e rapido. Lui non se lo aspettava, non sapeva che fare, semplicemente sorrise senza arrossire e la salutò con un arrivederci come se si sarebbero incontrati un'altra volta.
I tre; un po' stupiti dalla scena, salirono sul treno e insieme a Sam si avviarono verso la loro cabina. Il treno partì tra un concerto di fischi e cigolii e la loro permanenza in Messico diventò presto un ricordo, ma la loro avventura no, dovevano trovare un altro portale.

Dispersi tra le realtàWhere stories live. Discover now