FINE

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Mamma non mi guardò, la mattina dopo. Non pensavo potesse, ma sapeva. Leda borbottava guardandosi le dita. Papà non c'era. "Torna?" "No." "E Angelica?" "Angelica è all'ospedale. La devono sedare, non sta molto bene." Leda rise "Non sta bene è un eufemismo." Avrei voluto che qualcuno chiedesse come stavo io, ma sembravano troppo distratte. Sembravano sognare, rivivere loro stesse cose già fatte.

Angelica, quando tornasti non eri più la stessa. So che questo probabilmente fa parte dei modi di dire che hai sempre odiato, ma è la verità. I capelli biondi che abbiamo ereditato da nostra madre erano diventati grigio morto, come la cenere. Andavi avanti a pillole dai nomi strani, di tutti i colori, che variavano dal verde al rosso dei gerani. E non comunicavi più: sembravi muta e immobile, come me. Leda fu quella che ci rimase peggio. Si scrollò per la seconda volta nella sua vita la pazzia di dosso, e cominciò a seguirti per scuoterti e farti studiare. Un po' funzionò ma per lo più andò male. Leda continuava a confabulare con Gavina. A me sembrava di non riuscire più a respirare.

Poi, un giorno, avvenne l'impensabile e, mentre giocavi sulle finestre, ridendo e ripetendo le tue frasi fatte, non necessarie, cadesti davvero, sotto l'ombra cupa e nera del terreno. Soltanto un Dio poteva colpirti, e difatti Eolo dovette sussurrare alle correnti più gelate di vincerti, farti crollare. Tornasti dall' ospedale senza l'uso delle gambe, e ancora più nera. Fu allora che lo capii, che stavi davvero per lasciarmi da sola.

Mi dicesti: "Come fai a respirare?" e io te lo spiegai, descrivendo le azioni fisiche. "No, dico, è automatico per te?" "Sì" "Per me no. E fa male. Vorrei potermi addormentare, e sentire i polmoni sgonfiarsi, come un palloncino" "E volare via?" "No, rimanere a terra. I cadaveri appartengono alla terra" "Quale Terra?" "Questa Terra" "Non tutta se ne serve, però" "Hai ragione, il mio cadavere appartiene a Gavina" La guardai inorridita e pensai che  non ne potevo più di sentire nomi e idee che non avessero un significato.  Lei sentì i miei pensieri e rispose "È Gavina che mi tiene in vita." Mi spaventava Angelica, aveva questa faccia disperata mentre mi parlava, la stessa di una bestia famelica.

Finchè un giorno il suo filo non si strappò  e lei si affogò nello stesso fiume in cui per tanto tempo aveva sognato di buttarsi Leda. Questo fece tanto ridere mia nonna. Mia madre si svegliò dallo stato di dormiveglia in cui era stata dall'addio al marito, e le mollò un ceffone. "Andrò a prestare oltre i miei servizi. Le scriverò a quale indirizzo mandare la paga dell'ultimo mese". Leda annuì seria, come la prima volta che l'aveva vista. Mia madre uscendo di casa non mi degnò di uno sguardo.

Al funerale quindi, ci stavamo solo io e Leda. Lei mi teneva per mano, mentre scalfivo una croce nella pietra, e sussurrava una preghiera che le aveva insegnato la madre, ed ogni volta che non si ricordava una parola la sostituiva con "Angelica", così che la preghiera sembrasse fatta ad Angelica in persona. Mi piacque molto questa cosa. Non me ne accorsi al tempo perché stavo troppo male, ma mi piacque davvero tanto. La cosa strana è che me la ricordo quasi a memoria, e a volte la canto.

Angelica piena di Angelica il signore è con Angelica Tu sei benedetta dai tuoi peccati e Dio prega per Angelica nell'ora della Sua Morte. Amen

Prego per te da allora, Angelica. Sai che non sono mai stata una persona religiosa, ma immaginarti intera è sempre meglio che immaginarti bluastra, pieno di vermi e larve per colpe non tue, errori di altri. Sapevo che ti dovevo tenere dentro, come avevo fatto per il resto della nostra vita. Ma papà ti ha fatto fuggire, l'ha letta negli occhi quella tua Colpa, quella tua voglia di morire e l'ha succhiata alla luce. Mi ha torturato costringendomi a vederti nascere, crescere e morire. Angelica, se qualcuno dovesse essere risparmiato, tu lo meriteresti. Questa tragedia non ti dona, tu eri bella, bellissima e fulgente. Mi specchiavo nelle tue vertebre, colonne di pietra. La luce veniva da dietro, ammazzata contro il vetro, e Tu-candela, in un mondo di infami, ti ripetevi. Luce rossa. Luce morso di mela. Luce infingarda. Luce morta per amor di pera. Mela una volta, due susine in un parco. Una si ammala, e l'altra esausta di viole, non se ne accorge. Susine rosso innamorate, malate di mele, pregano Gavina, che interviene e concede.

Angelica martire, ora puoi andare a dormire. La storia è appuntata, per chi non ha tempo da perdere. Puoi rilassarti e diventare nutrimento del terreno, e puoi dire di essere stata ricordata, anche sull'orlo del tuo addio estremo. Noi due, ora, siamo al sicuro: rimarremo.

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⏰ Last updated: Jul 14, 2021 ⏰

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AngelicaWhere stories live. Discover now