06

82 14 42
                                    

Era il mio primo giorno di lavoro in quel bar e arrivai in anticipo per paura di essere sgridato dal capo. Salutai tutti con un inchino per poi andare nel camerino per cambiarmi. Mi misi la maglietta nera con un simbolo raffigurante la tazzina da caffé sulla manica sinistra e un pantalone comodo portato da casa.

Il capo, il signor Misku, era un perfetto stronzo: mi aveva avvertito delle conseguenze che avrebbero riportato i miei -per quanto banali- errori. Poteva passare dal diminuento della paga all'essere licenziato.

«Ehi, non essere così agitato ragazzino» disse un ragazzo appoggiato al pilastro
«il tuo turno inizia tra una mezz'oretta, vai a prenderti una boccata d'aria» provó a convincermi e la sua voce calma mi fece prendere un respiro e annuire.

Ancora fortunatamente il bar era vuoto così uscì dall'altro lato della sala, accompagnato dal ragazzo.

Era autunno e la differenze di calore tra l'interno del bar e l'esterno mi fece tremare leggermente. Mi misi le mani in tasca guardandomi in torno, per poi posare lo sguardo sulla figura del castano alle prese con l'accendersi la sigaretta
«Quanti anni hai ragazzino?»

Fui preso leggermente alla sprovvista, non mi aspettavo una domanda del genere come primo approccio
«Sono Jungkook e ho diciott'anni»

Si voltó verso di me e si avvicinò, mettendosi al mio fianco
«Io sono Taehyung, sono poco più grande di te. Hai già finito la scuola?»

Annuì distrattamente, era una domanda un poco insolita dato che tutte le superiori finivano all'età dei diciotto.

«Comunque Jungkook, lavoro con il signor Misku da un pó di tempo e nonostante possa sembrare un bastardo, è un'ottima persona. Ho visto la tua espressione terrorizzata quando si è presentato davanti a te. Non farti prendere dal panico per ciò che ha detto, lo fa solo per far spaventare i tirocinanti» mi diede una pacca sulla spalla, prendendo un tiro della sua sigratella, posta tra l'indice e medio

«Tu a che ora hai il turno?» mi sciolsi un pó, poiché mi sentivo più tranquillo da quelle parole e dal modo in cui le pronunció

«in realtà stasera» sorrise leggermente facendomi sgranare gli occhi

«Ma non sono neanche le otto di mattina-»

«In questa settimana di prova starò con te, mi ha messo al tuo fianco per aiutarti in caso di difficoltà. Ora entriamo ragazzino, il tuo turno sta per iniziare» mi arruffó i capelli

Da quel giorno il nostro rapporto si intensificó fino a diventare buoni amici, ero uscito varie volte con lui e il suo gruppetto, composto da Namjoon, Jimin e Hobi facendomi sentire a mio agio. Il suo gruppo di amici, diventó il mio. Il mio appartamento divenne anche il suo per quante volte dormì da me al posto di casa sua.
Taehyung divenne quotidianità e io non riuscì più a far a meno della sua presenza accanto alla mia.

Più il tempo passava, più vederlo al mio fianco mi rendeva felice e mi sentivo bene.

[...]

Buttati sul divano di casa mia in silenzio a rilassarci, lui con la sua solita sigaretta alla liquirizia che guardava davanti a sè con sguardo perso e io a osservarlo di sviego con il cellulare in mano, prese parola
«Kook, voglio portarti in un posto»

Lo guardai stranito facendomi mettere in piedi da lui, che mi porse le sue mani e fece forza
«okay?»

Prendemmo il cappotto e uscimmo di casa, era mattina presto e cominciai a pensare che Tae fosse un pazzo ad aver tutta questa voglia di uscire di prima mattina, ma amavo anche questo di lui. Era imprevedibile.

Non potei trattenere un sorriso quando mi diede una leggere spallata, borbottando di smettere di guardarlo
«mi dici dove stiamo andando?»

«in questo periodo ti vedo un pó sovrappensiero: il tuo sguardo si perde nel vuoto, il tuo labbro viene continuamente torturato dai denti e sorridi di meno» disse dispiaciuto riscaldandomi il cuore. Significava che mi avesse tenuto d'occhio, che avesse capito -dato alcuni comportanti- che qualcosa non andasse. «voglio portarti in un luogo dove vengo molto spesso a pensare poiché tranquillo, magari trasmetterà serenità anche a te» prese il mio polso delicatamente e mi trascinò fino a una panchina.

Mi guardai intorno stupendomi di come non conoscessi quel posto dato che era meraviglioso

«Tae-»

«Koo, se non vuoi parlarmi di ciò che ti passa per la testa, lo accetto.. Ma» sospirò «non dannarti, prova a condividere il peso che ti porti sulle spalle»

E il mio cuore cessò di battere quando lo vidi leggermente in imbarazzo, così mi avvicinai a lui e lo abbracciai
«Tranquillo TaeTae, sto bene, davvero» e quando ricambió la stretta non potei non pensare che sì, stavo dannatamente bene.




_____

Ehii, BUONSALVE
come state?

Okok, capitolo chiaramente di passaggio e non proprio fondamentale.
Volevo farvi capire come si sono conosciuti e il motivo dell'importanza del giardino.
Kook ci va ogni volta che vuole e ha bisogno di pensare, di schiarirsi le idee; come avete letto due capitoli fa, ci è andato inconsapevolmente.
In realtà Tae è un cucciolotto premuroso, non odiatelo patatino :(

Comunque domani è il compleanno di Koo, PIANGO
Si merita il mondo, se non l'intero universo. Spero che possa essere sempre felice, perché se lo merita

Scusate se il capitolo non è dei migliori
Migliorerò
Se avete qualche domanda, chiedete pure <3

Bye~

ElyTKV

Ghost //Taekook// ✔️Where stories live. Discover now