𝚎 𝚒 𝚐 𝚑 𝚝

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Afa e caldo, queste sono le uniche due cose che sento, mi alzo completamente spaesato.
Questa non sembra camera mia, ha un odore differente, la luce non entra dalle serrande ma è affievolita dalle tende.

Esco dalla stanza e mi dirigo verso il salotto, casa di Jisung non è molto grande, potrei definirla un bilocale, ha pochi mobili molto moderni, è tutto così pulito.
Sento russare rumorosamente, sto cercando di non scoppiare a ridere, lo trovo disteso sul divano o almeno, metà del suo corpo è sul divano l'altra penzola giù, ha la bocca un pò aperta da cui esce quel rumore che sovrasterebbe senza ombra di dubbio un martello pneumatico.

Mi avvicino lentamente al bracciolo del divano dove si trova la sua testa...

<< BHOO! >>

Dal risveglio improvviso cade completamente per terra, si gira verso di me con un viso impallidito, gli riesco a vedere anche la bavetta che si era formata mentre russava, non mi dispiace questa scena.

<<Sei pazzo? vuoi che ti caccio di casa di prima mattina? >>

Si alza lentamente stropicciandosi gli occhi ancora assonnato, non ho minimamente guardato che ore fossero, non ho nemmeno guardato il mio telefono... OH NO È SE MI AVESSE CHIAMATO MIA NONNA?

Corro di nuovo in camera da letto sentendo dei lamenti dietro di me di Jisung, sto cercando il mio telefono dentro la custodia della chitarra e finalmente lo trovo, è mezzo scarico ma me lo faccio abbastare, sul display vedo tre chiamate perse da lei una ieri sera, una sta notte e una questa mattina, mi affretto a richiamarla.

<<Pronto nonna, scusa se non ti ho risposto>>

Jisung si avvicina verso di me sbadigliando senza nemmeno aver notato che stavo al telefono con qualcuno, mi bisbiglia se volevo fare colazione , annuisco aspettando che esca.

<< Oh beh, da come sento hai compagnia, sei con quel ragazzo vero? vi siete ritrovati allora, un giorno ti dovrò spiegare molte cose, ora scusami per il disturbo ma devo andare a fare delle cose, ricordati di farlo mangiare mi sembra che sia molto magrolino>>

Rimango un pò perplesso da questa chiamata molto rapida, butto il telefono sul letto per poi andare in cucina, dove presuppongo che ci sia Jisung a cucinare.

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Jisung's pov

Mi fermo davanti alla porta del bagno, Minho sta fissando il suo riflesso da non so quanto tempo, si crede così bello? se avessi un ego come il suo, ora sarei famoso.
Busso sulla porta che ormai è aperta porgendogli dei vestiti di ricambio, di prima mattina i suoi capelli corvini sono arruffati , i suoi occhi semi chiusi e le sue labbra colorate di un leggero rosa, sembra di guardare un dipinto.

<< Per quanto ancora mi fisserai? vuoi vedermi mentre mi cambio? >>

Sogghigna mentre dice quelle parole, non ho la minima intenzione di immaginarlo mentre si cambia, chiudo la porta e vado in camera da letto in procinto di rifare il letto.

Mi siedo sulle coperte piegate e afferro la sua chitarra, chissà se mi ricordo ancora come si suona, da piccolo mio padre mi aveva insegnato le basi , era divertente, poi quando hanno incominciato a litigare i miei ho associato la chitarra al male e ho smesso di usarla.
C'era una canzone che non mi dimenticherò mai.

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Minho's pov

Lentamente torno in camera fermandomi sullo stipide della porta, sento una melodia, la conosco, riconosco le dolci note, nonna me la suonava sempre da piccolo, era una canzone che le mie dita conoscono a memoria.

Do... Do... Sol... Sol... La... La... Sol

Mi girano per la testa i primi accordi, mi sento a casa.

(서울의 꽃) - 𝚂𝚎𝚘𝚞𝚕'𝚜 𝚏𝚕𝚘𝚠𝚎𝚛𝚜 | 𝚖𝚒𝚗𝚜𝚞𝚗𝚐Where stories live. Discover now