Capitolo 30 |Ci penso io a lei|

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Un'onda di potere scaraventò via i fratelli trascendenti, proiettandoli verso
il muro. L'impatto fu così forte da far crepare le pareti, proprio come con Amara.
<Soleil!>.
Vidi Xavier correre nella mia direzione, accasciandosi affianco a me e prendendo il mio viso tra le sue mani.
<Calmati angioletto> disse, guardandomi negli occhi.
Avevo il respiro affannato e ogni boccata d'aria che inspiravo comportava una forte fitta al petto.

<Ehi. Ti ho detto di calmarti> ordinò. Questa volta però, nonostante il suo continuò dare ordini, il suo tono risultò più premuroso.
Iniziai a regolarizzare il respiro, avvertii così le fitte e il dolore scomparire del tutto.
Nel frattempo i fratelli si erano rialzati, vedevo ancora della sofferenza nei loro volti a causa del forte colpo.

Xavier si alzò con un volto deturpato dall'ira, dirigendosi verso il fratello più anziano.
Lo prese dal colletto della tunica, avvicinandolo prepotentemente a se.
<Cosa cazzo le avete fatto?> ringhiò tra i denti.
L'uomo barbuto annaspò in cerca d'aria, tentando di liberarsi dalla presa di Xavier.
<Rispondi!> urlò, stringendo la presa.

<Xavier..> sussurrai, ancora stordita.
Fortunatamente bastò quel flebile sussurro per attirare la sua attenzione.
<Lascialo. Così lo ammazzi> lo rimproverai.
Si girò verso la sua povera vittima che nel frattempo aveva assunto un'innaturale tonalità di rosso.
Gli riservò un'ultima occhiata torva prima di lasciarlo andare.

Questo, non appena fu libero da quella dolorosa morsa, si accasciò a terra, tossendo e inspirando più ossigeno possibile.
<Parla. Cosa diamine è successo?> digrignò tra i denti.
Vedendo che il fratello era impossibilitato a parlare, intervenì una delle sorelle.
<Noi... non abbiamo visto nulla. La sua mente è bloccata da un potente sigillo. Oserei dire il più potente che abbia mai percepito> spiegò.

Xavier la guardò confuso.
<Un sigillo? È praticamente impossibile. Nessun semideo ad oggi esistente è in grado di crearne uno> disse.
<C'è da considerare il fatto che lei sia un ibrido. Quando si parla della sua razza, tutto è altamente imprevedibile> rispose lei, oserei dire con una punta di disgusto nel suo tono.

<Quanti anni hai, sorella Soleil?> mi chiese un altro fratello.
<Diciassette. A breve diciotto> spiegai, non capendo cosa c'entrasse la mia età in quella storia.
Il fratello più giovane, vedendo la mia evidente perplessità, spiegò il perché di quella domanda.
<Ormai è saputo che voi ibridi siete tanto bramati per il vostro "senso divino" ossia ciò che vi permette di percepire il divino assoluto. Questo senso però non si sviluppa fin dalla nascita ma con il passare degli anni. Più precisamente al raggiungimento della maggiore età> spiegò.

Lo fissai più perplessa di prima.
<Questo potrebbe dire che...> sussurrai.
<Che probabilmente il tuo senso divino sta emergendo. Per questo motivo senti la voce. Il sigillo però rimane comunque un mistero> questa volta a parlare fu il fratello anziano, che sembrava essersi totalmente ripreso dall'attacco di Xavier.

<E sul diario? Cosa sapete dirci?> chiesi prontamente.
Allungò una mano verso di me, con il palmo rivolto verso l'alto. Posai delicatamente il diario su di essa.
Se lo rigirò tra le mani, esaminandolo a fondo: lo sfogliò, lo accarezzò, ne annusò le pagine.

La sua attenzione tornò poi su di me.
<Nulla. Sembrerebbe un semplice diario ma ho il dubbio che anche questo sia protetto> disse con un cipiglio in volto.

<Basta. Ce ne andiamo, questa visita è stata vergognosamente inutile> sbraitò Xavier, afferrando il mio braccio.
<Aspettate! Dovremmo avvertite la vostra preside. Quello che è successo poco fa non è mai successo prima d'ora>.

𝐀𝐫𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐀𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐲 | 𝘓𝘢 𝘮𝘶𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora