Capitolo 26 |Compagnie indesiderate|

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"In questo paragrafo troveremo descritti modi diversi per rappresentare un piano nello spazio rispetto ad un riferimento cartesiano R= (O, i, j, k)=(O, x, y, z) prefissato. Infatti un piano π nello spazio si può individuare assegnando..."

Rilessi quel paragrafo per la millesima volta, ormai giunta al limite della disperazione.
Gli esami erano dietro l'angolo e nessun argomento mi era ancora entrato in testa.
O perlomeno nessun argomento che includesse numeri, lettere, rette e altri strambi geroglifici.

Staccai gli occhi dal libro e fissai con aria pensierosa fuori dalla finestra.
C'era più movimento del solito nel giardino della scuola, tra ragazzi che studiavano sul prato verde e coppie felici perse nel loro mondo di marzapane.
A breve ci sarebbe stato il ballo della rosa e quasi tutti sembravano aver trovato un partner.
Persino Felix, che per qualche arcano motivo non volle rivelarmi il nome del suo accompagnatore.

"Lo scoprirai quel giorno" disse con sorriso furbo.

Ovviamente la sottoscritta aveva già qualche piccolo presentimento.
In tutto ciò, io non avevo ricevuto alcuna proposta, il che non mi turbava particolarmente, però in cuor mio speravo che qualcuno avrebbe fatto questa mossa azzardata.

A riportarmi nel mondo reale furono piccoli colpi provenienti dalla porta.
Abbandonai l'evidenziatore sulla scrivania, dirigendomi verso di essa.
Ci furono altri colpi. Qualcuno doveva avere una certa urgenza.
Bussarono di nuovo, questa volta con più insistenza.
Avevo una vaga idea di chi potesse essere. Solo una persona di mia conoscenza annunciava il suo arrivo con cotanto trambusto
Aprii finalmente porta.

<Felix, mi vuoi dare almeno il tem...> le parole mi morirono in gola.
Non era Felix.
Di fronte a me trovai quell'insolita massa di capelli troppo biondi e quel sorrisetto strafottente.
<Tu?> chiesi incerta.

Il ragazzo nuovo, Adrian mi pare si chiamasse, era in piedi di fronte la mia porta, fissandomi divertito.
<Scusa per l'insistenza. Aspettavi forse qualcun altro?> chiese ironico.
<A dir la verità si> risposi quasi subito.
Strinsi la maniglia della porta, tentata più che mai a sbattergliela in faccia.

Non ero solita trattare male qualcuno con la quale avevo scambiato a mala pena due parole, ma lui in qualche modo riusciva a mettermi in allerta.
<Peccato. Sono venuto solo per restituirti questo. L'ho trovato sulle scale. Deve esserti caduto>.
Vidi luccicare qualcosa tra le lunghe dita delle sue mani.

Era il mio orecchino.
Uno dei piccoli punti luce che Dusha mi aveva regalato.
Portai istintivamente una mano sul lobo del mio orecchio, constatando che effettivamente fosse spoglio.
<Come sapevi dove fosse la mia camera?> chiesi con tono sospettoso.
<Ho chiesto ad alcune ragazze della sala comune> disse ovvio.

Lo fissai, scettica.
<In questo caso... grazie> sussurrai, allungando timidamente la mano per riprendere l'orecchino.

<Ah ah!> pronunciò divertito, allontanandolo da me.
<Non credi sia giusto che io riceva qualcosa in cambio? Dopotutto avrei potuto lasciarlo lì> sorrise lievemente.

"Lo avrei preferito" avrei voluto dire, ma evitai.
Morsi l'interno della guancia per reprimere la mia voglia di trattarlo male.
Il suo volto perennemente divertito, quasi a volersi prendere gioco di me, mi provocava un tremendo fastidio.

<Cosa vuoi?> chiesi con tono fin troppo calmo.
<Mi accontento di un giro della scuola. Sai, è difficile orientarsi... tu dovresti saperlo visto che sei qui da poco> disse.
<Ti consiglio di chiederlo a qualcuno che c'è da più tempo di me allora> risposi duramente.

𝐀𝐫𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐀𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐲 | 𝘓𝘢 𝘮𝘶𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora