Capitolo 14 |Bianco e Nero|

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Quando chiusi dietro le mie spalle la pesante porta della sala ovest ebbi ancora la sensazione di sentire la voce del professore Alas riecheggiare nella mia testa.
Mi appoggiai alla porta nella speranza di recuperare un po' di energie.
Ascoltare ma soprattutto credere in quell'assurda storia è stato più faticoso di una corsa in salita.

Una corsa con ottanta gradi all'ombra e due orsi affamati dietro a rincorrermi.

Fui talmente presa dalle mie considerazioni che non mi accorsi della figura poggiata ad una delle colonne intenta ad osservarmi.
<Finalmente. Quanto c'è voluto?>.
Sobbalzai leggermente per lo spavento, rivolgendo il mio sguardo nella sua direzione.

<Iniziare la conversazione con un saluto è chiedere troppo, Xavier?> dissi guardandolo male.
<E privarmi della tua espressione deliziosamente incazzata? Nah.> mi rivolse il suo solito sorrisetto sfacciato.
Alzai gli occhi al cielo, ormai era diventata un'abitudine di routine da quando lo conoscevo.

<Come mai tutto questo tempo?> chiese tornando serio.
<Tutto questo tempo?>.
<Sono passate tre ore> rispose.
<Tre ore?> ripetei sconcertata.

Possibile che fosse passato davvero tutto quel tempo?

<Hai problemi cognitivi o sei soltanto ottusa?> chiese con tono derisorio.
<Risparmia le tue diagnosi psichiatriche per qualcun altro>.
Si spostò dalla colonna e si diresse verso di me con passo lento, infilando le mani nelle tasche sua giacca di pelle.

<Mi dispiace. È un privilegio riservato solo a te> replicò, con una nota di divertimenti nelle sue parole.
<Allora? Perché c'è voluto così tanto?> chiese nuovamente.
<Sono affari tuoi per caso?> rimasi immobile al mio posto mentre lui continuò ad avanzare.
<Rispondi Soleil.> disse duro.

Sinceramente non avevo alcuna voglia di fare parole, ero mentalmente troppo stanca per sostenere un confronto in quel momento.
<Non ho fatto alcun allenamento oggi. Il professore mi ha raccontato...> cercai le parole adatte <...la storia delle nostre origini, se così possiamo dire>.
<Ti ha parlato della favoletta di Mysteria quindi> disse sprezzante.
<Si. Almeno lui lo ha fatto> risposi a tono, facendo riferimento all'episodio avvenuto in giardino.

<Come hai potuto constatare, non era una storia breve e non ho tempo da perdere con queste sciocchezze> sentenziò lui in sua difesa.
<Sciocchezze?-> lo guardai allibita <-Cazzo Xavier, discendiamo da una dea dell'Olimpo e tu definiresti questo una sciocchezza?>.
<Come sei melodrammatica. Scommetto che ti ha raccontato anche di te e degli altri>.

Lo guardai interrogativa.
<La storia dei consiglieri> rispose.
<Ah, si.> risposi con tono atono <Mi ha raccontato tutto. Credo. Anche delle cinque dimensioni>.

Mi guardò intensamente, con un'espressione indecifrabile in volto.
<E come mai sembri averla presa così... tranquillamente?> chiese indagatore.
<Insomma, risulti abbastanza serena per essere una che ha scoperto l'esistenza di cinque dimensioni ed essere "a capo" di due di queste>.
Quella che uscì dalle mie labbra fu una leggera risata isterica, provocata dal suo sconcerto.

<Ma davvero? E come dovrei reagire, eh? Non so più cosa pensare o credere, ogni mia fottuta convinzione si rivela essere una schifosa bugia. Un'illusione che molto probabilmente sono stata io stessa a creare, per dare tregua alle mie domande. Dentro di me sono sempre stata a conoscenza del fatto che fossi all'oscuro di qualcosa. Qualcosa di grande. Ho vissuto tutta la mia vita con questa dannata convinzione ma ho sempre cercato di soffocarla in tutti i modi possibili. E non perché mi divertirsi a farlo, non sono così masochista. Ma lo facevo per evitare di impazzire. Se avessi continuato a cercare risposte avrei perso ogni briciolo di sanità mentale, non che ne sia rimasta chissà quanta oramai. E guarda caso proprio ora che ho ottenuto quelle tanto agognate risposte percepisco ancora un'asfissiante sensazione di incompletezza. È come se avessi un nodo stretto proprio qui-> avvolsi il mio collo con la mano tremante <-che mi impedisce di inghiottire qualsiasi pillola di verità che mi viene somministrata, perché non riesco più a credere in nulla. E prima o poi so per certo che soffocherò. Perciò Xavier, dimmelo tu-> mi avvicinai a lui con passo determinato, arrivandogli a un palmo dal viso <-come dovrei reagire?>.

𝐀𝐫𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐀𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐲 | 𝘓𝘢 𝘮𝘶𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora