Cosa vuoi sapere?

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Alec chiuse gli occhi non sapendo cosa aspettarsi, gli occhi bruciavano e le ferite pulsavano.

“Bene mio caro Alexander, che ne dici di divertirci di nuovo assieme?”

Quella voce fece salire un brivido lungo il corpo di Alec.

Riaprì lentamente gli occhi, la luce filtrava dalla porta aperta.

“Oggi giochiamo a … dammi le risposte che voglio…”

La voce era gelida, forse anche peggio delle volte precedenti e Alec iniziò davvero a temere per la sua vita, voleva poter dire addio a Magnus ma era impossibile e forse era meglio così.

"Non ho risposte da darti e anche se fosse non ti direi mai nulla!"

Il demone si avvicinò ad Alec e con un movimento veloce riaprì una ferita sul braccio, proprio sopra la runa del matrimonio.

"Non farei tanto lo sbruffone fossi in te, signor Console, sono io che conduco i giochi, ricordalo."

Alec guardò il braccio, la runa coperta dal sangue e un conato di vomito lo sorprese senza dargli il  tempo di reazione.

"Allora iniziamo?"

Alec sollevò il volto, sentiva il sapore ferroso del sangue mischiato a quello acre del vomito.

"Non otterrai nulla lo sai vero?"

Silenzio e poi un dolore sordo al viso, il sangue che colava dal sopracciglio gli bloccò la vista.

"Ho detto iniziamo, dimmi shadowhunter, cosa sei disposto a fare per vendicare chi ami?"

Alec alzò lo sguardo confuso.

"La vendetta non è mai la soluzione!"

Il demone ormai accecato dalla rabbia, gridò.

"Davvero? Eppure la morte di mia figlia sembrava tanto una vendetta, dimmi shadowhunter, a voi è davvero permesso tutto?"

Alec non ebbe il tempo di rispondere che un dolore intenso proveniente dall'interno coscia  lo travolse e lo fece urlare.

Magnus si svegliò di colpo a causa di un urlò che squarciò il silenzio del loft.

Si voltò verso Alec che dormiva al suo fianco e lo trovò seduto con la testa fra le mani, i fianchi avvolti nel lenzuolo azzurro aggrovigliato e le spalle nude tremanti.

Mosse una mano verso il marito e gli accarezzò piano lo schiena, sentì il corpo fremere sotto il suo tocco, Alec girò appena il capo nella sua direzione e quando il suo sguardo  incrociò quello del marito, Magnus fu colpito da un senso d'angoscia.

"Alexander, sono qui, non è nulla, ci sono io!"

Alec chiuse gli occhi, cercò il sapore del sangue e del vomito non trovandolo.

"Magnus, sei tu?"

"Sono io amore, sono qui!"

Alec si rese finalmente conto di essere a casa sua. Nel suo letto con suo marito.

"Mag, sei qui".

"Certo che sono qui, e non ti lascio."

Alec si stese vicino a Magnus che lo strinse forte.

"Non ti lascio, dormi ora amore!"

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