12 - Verità o bugie?

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«NO!»
Apro di scatto gli occhi e mi rendo conto di stare piangendo e di essere sudata, mentre Zola davanti a me mi fissa incredulo.
«Perché si ferma?»
Domanda lui quasi gridando al soldato accanto a me che stava tentando di riaccendere la macchina.
«Signore, lei fa resistenza e non-»
«Aumenta la potenza!»
Lo interrompe lui, osservando attentamente ogni suo movimento.
«Non... non vincerete mai»
«Cos'hai detto?»
Mi chiede Zola, avvicinandosi con il busto al mio volto e appoggiando le mani sui braccioli della seduta.
Arriva a pochi millimetri dal mio viso e se il suo sguardo fosse un arma, sarei già morta.

«Non riuscirete mai a fare cioè che volete»
Ripeto io, cercando di riprendere fiato e appoggiando la testa sullo schienale per allontanarmi da lui.
In uno scatto di rabbia, mi afferra per il collo e stringe la presa, avvicinandosi nuovamente.
«Vedrai come ti piegherai a noi»
Sibila tra i denti, per poi lasciarmi andare.
Tossisco leggermente e lascio cadere la testa in avanti per la stanchezza.
«Riprovate!»
«Che ne avete fatto degli altri? Dov'è Bryan?»
Cerco di chiedere, prima che inizi di nuovo la tortura.
«Oh, i tuoi amici intendi? Sono tutti morti»
«Che cosa?»
Alzo la testa e lo guardo negli occhi, mentre i miei si riempiono di lacrime.
«Stai mentendo»
Sussurro, ripensando agli ultimi momenti sulla collina con i ragazzi.
Lui in risposta mi guarda ridendo, divertito dalla mia debolezza, e guarda la porta alle sue spalle.
«O meglio, tutti morti tranne lui»
Fischia e fa un cenno alla guardia, che apre la porta e fa entrare un altro soldato.

Trattengo il respiro non appena il ragazzo entra, riconoscendolo immediatamente.
«Bryan?»
Le parole mi muoiono in bocca mentre questo mi si avvicina, fissandomi negli occhi con aria assente, senza dire una parola.
«Bryan!»
Mi dimeno come per volerlo raggiungere, ma ovviamente le cinge mi tengono legate alla sedia.
Bryan si posiziona accanto a Zola e questo gli mette una mano sulla spalla, girandosi nella mia direzione con un sorriso sul volto.
«Cosa gli avete fatto?»
«Ma come mia cara, non sei stata tu a chiederci di salvarlo?»
Il mondo mi cade addosso non appena ricordo le mie parole e al senso di colpa per la morte dei miei compagni ora si aggiunge anche la convinzione che avevo condannato Bryan ad essere loro prigioniero.

«Niente da dire?»
Le lacrime mi rigano il viso e io abbasso la testa, per non farmi vedere da lui.
«Soldato, torna pure a fare ciò che stavi facendo»
Sento dei passi allontanarsi e poi una scarica elettrica di diffonde dalla mia schiena a tutto il resto del corpo, facendomi urlare di dolore.

La porta della nostra stanza si apre e i soldati mi spingono dentro, ma quando alzo lo sguardo, James non c'era.
«Dov'è lui?»
Dico, cercando con tutte le forze di tenere gli occhi aperti.
«Dov'è lui?»
Ripeto, alzando un po' il tono, ma i soldati mi ignorano e mi spingono all'interno della cella, per poi chiudere la porta e andarsene.
Mi trascino fino alla parete e porto le gambe al petto, stringendole tra le mie braccia e iniziando a piangere silenziosamente.
Passano non so quanto minuti finché la porta della stanza si apre nuovamente e questa volta entra James, seguito dalle solite guardie, che quando mi vede spalanca gli occhi per la sorpresa.
Lo fanno entrare nella cella e non appena è dentro, corre verso di me, inginocchiandosi.

«Sei viva»
Mi dice, prendendomi il viso tra le mani, al che io annuisco.
«Mi avevano detto che ti avrebbero uccisa se non avessi collaborato»
«Collaborato per cosa?»
Chiedo io quasi in un sussurro e vedo James esitare prima di rispondermi, come se avesse paura di ferirmi con le sue parole.
«Volevano nomi e.. i luoghi dove avevamo basi, glieli ho dati»
«No.. perché?»
«Ti avrebbero uccisa!»
«Forse sarebbe stato meglio»
Sussurro io in risposta, distogliendo lo sguardo.
«Cos'hai detto?»
Chiede lui, prendendomi il mento tra le mani per costringermi a guardarlo.
Non rispondo e posso sentirlo agitarsi davanti a me.

«Ho visto Bryan»
Esordisco, tornando a guardarlo con una espressione vuota.
«Che cosa?»
«È qui. Lo hanno curato»
«Oddio.. almeno sta bene»
«Zola gli ha fatto qualcosa. Quando mi ha guardato, era come se non mi conoscesse. Lo stanno manipolando in qualche modo»
Cala il silenzio e vedo gli occhi di James scrutarmi con fare preoccupato.
«Tu.. stai bene?»
Annuisco debolmente, non avendo la forza per rispondere, e lascio cadere la testa all'indietro.
«Anne?»
Mi prende la testa tra le mani e mi aiuta a stare seduta, avvicinandosi un po' a me.
Il contatto con le sue mani fredde mi fa rabbrividire e il mio corpo è scosso da un sussulto.
«Anne, apri gli occhi»
«Sto bene»
Sussurro, aprendo leggermente gli occhi.

Afferro le sue mani e con un po' di forza le spingo via, liberandomi dalla sua presa e allontanandomi un po' da lui.
«Cos'è successo?»
Mi chiede, seguendomi e avvicinandosi di nuovo.
«Gli altri..»
La mia voce si incrina e le lacrime riempiono i miei occhi.
«Zola ha detto che sono tutti morti»
Li riapro per vedere la reazione di James, che continua a fissarmi cercando di assimilare ciò che ho appena detto.
Si lascia cadere sul pavimento e si mette le mani nei capelli, senza dire una parola.
«Non so se dice la verità»
Continuo, cercando di darci un po' di speranza.
«Questi uomini.. stanno combattendo un'altra guerra. I simboli sulle loro tute, li hai visti? Sono teschi rossi»
Lui continua a non dire niente e io non so se continuare a condividere le mie perplessità, ma se non lo facessi sarebbe persino peggio.
«Hanno in mente qualcosa di brutto e vogliono usare noi per raggiungere il loro obiettivo»
Concludo, rimanendo in silenzio e osservando James, che non si muove di un millimetro.

Dopo qualche secondo alza la testa e punta il suo sguardo pieno di lacrime nel mio, lasciando che siano questi a parlare.
Rimaniamo a fissarci per minuti che sembrano infiniti, io che mi immergo nei suoi occhi cristallini e lui nei miei scuri.
«Mi stanno facendo rivivere dei momenti della mia vita, credo che vogliano entrare nella mia mente»
Esordisco poi, spezzando il silenzio.
«Io.. non hai idea di quanto vorrei poter fare qualcosa»
«Lo so, anche io lo vorrei»
Rispondo, accarezzandogli una spalla come per rassicurarlo.
«Quando lo faranno a te, devi resistere, non cedere. Mi hai capito?»
Lui annuisce debolmente in risposta, senza smettere di fissarmi.

«Da ora in poi ti ascolterò quando dirai che hai un brutto presentimento»
Riesce a strapparmi un sorriso e per qualche momento il dolore che provo si allevia, ma poi torna come un'onda ancora più pesante e ritorno seria.
«Ricordati la promessa»
Mi dice, prendendo le mie mani e unendole tra le sue.
«Non preoccuparti, non sono così facile da abbattere»
«Lo so»
Lo fisso quasi sorridendo, mentre penso a quanto tempo ancora dovremo stare rinchiusi qui.

Falling for you ~ Bucky Barnes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora