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- Il mio nome è Elise Alerie. -

Pronunciò la donna dai lunghi capelli bruni; la sua pelle era candida, bianca come il latte, che andava in profondo contrasto con le sue sopracciglia brune e le labbra rosse. Le sue iridi chiare erano dipinte di un colore simile a quello delle nuvole in tempesta, contornate da ciglia fini e brune, e nonostante i suoi occhi non fossero particolarmente grandi, il loro sguardo era profondo e pieno di storie da raccontare. Fox amava andare alla ricerca di queste piccole caratteristiche che in pochi notavano e per questo fu l'unica ad ascoltare attentamente ciò che la donna stava dicendo. Poco dopo scoprì che, in verità, fosse un'investigatrice di fama mondiale, mandata dalla polizia americana per indagare sul caso. La sua missione non andò esattamente in porto, difatti venne rapita dagli scagnozzi di Mello e dell'ormai defunto Rod Loss.

Ora tutto coincideva: Fox trovò la giustificazione giusta al comportamento scontroso e sempre sull'attenti del biondo, unendo le sue idee alla "confessione" fatta da lui poc'anzi. Tutta quella situazione complicata e articolata non era facile per nessuno, principalmente per il biondo, che a soli 19 anni era a capo di una rinomata organizzazione criminale. C'era da aspettarselo da Mello, ambiva ad essere il numero uno da tutta la vita dopotutto e probabilmente, secondo lui, ci stava riuscendo.
Poco a poco, passo dopo passo, credeva di stare per arrivare al fatidico traguardo che desiderava disperatamente, così tanto da elidere tutto ciò che poteva esserci di "contorno".
Mello non era un tipo semplice, ormai lo avevano capito tutti, però c'era qualcosa in quel periodo di ancora più strano e controverso nel suo modo di fare, come se avesse Timore... O almeno questo era quello che pensava Fox ogni volta che provava ad analizzarlo un po' di più. Lei lo conosceva come mai nessuno prima d'ora e ciò nonostante le sembrava un'altra persona, un individuo completamente diverso ed estraneo da quello di cui si era follemente innamorata qualche anno prima.

Dopo quell'incontro rapido al termine della fuga, tutti i presenti trovarono rifugio in uno strano motel malridotto, qualcosa di molto simile al tugurio in cui erano stati "topi" fino ad allora.
Elise, Matt e Lyon rimasero nella stessa stanza, che per quanto potesse sembrare ingiusto, era l'unico modo per tenerla sotto controllo.
Era una donna in gamba e si capiva, dunque non avrebbe avuto problemi a trovare il modo di fuggire.
Dopo che trovarono il modo di sistemarsi come meglio potevano, i tre sembrarono addormentarsi, mentre Mello e Fox, in un'altra stanza, erano impegnati in una lunga medicazione e una lunga conversazione.

- Scusami. -
Si sentì pronunciare dall'unica voce maschile di quell'ambiente, che sembrò quasi irreale perché Mello non era solito a chiedere scusa.

-Per cosa? -

-Lo sai per cosa, non fare la finta tonta adesso. Lo so cosa pensavi di me, so cos'hai pensato di me negli ultimi mesi...-
Sospirò, sebbene non ci fosse tono di rimprovero nelle sue parole.

Fox lo osservò per un momento mentre disinfettava le ustioni vicino al collo e poi abbassò lo sguardo verso le dita del ragazzo. Erano affusolate e pallide, ma c'era qualcosa che non andava, e chi altro se non lei poteva intuirlo?

- Sì, è vero. Sei stato uno stronzo.- Cominciò la bruna. -Mi hai trattato come se fossi una pezza con cui asciugare le scarpe dopo che piove, mi hai fatta sentire piccola e stanca. Mi hai fatto...- si bloccò un momento, -mi hai fatto pentire... Di essere stata così determinata nel cercarti. Perché non te ne fregava un cazzo di me, e si vedeva.-

-Fan- provò a chiamarla il ragazzo, venendo bloccato dalla giovane.

-No, fammi parlare. Ne ho bisogno. Ho bisogno di capire... Se mi ami davvero; se vuoi che io ti stia accanto e che sia la tua spalla, come in questi momenti-
Continuò la bruna con fare determinato ma stanco.
- ... Mihael. -
Lo chiamò.
- Io ti amo ... Così tanto... Che vorrei imparare ad amarti di meno.-
Pronunciò, voltando lo sguardo dalle sue ferite ai suoi occhi. Erano azzurri, limpidi, gelidi, un colore che le ricordava gli inverni scandinavi e il vento che sferza sulle scogliere. Le venne spontaneo portare una delle proprie mani sul lato del viso ancora sano.

Il Destino nelle stelle - Mello Where stories live. Discover now