Si sedette ad un tavolo da solo affogando la sua tristezza nella sua colazione. Sapeva che non doveva rattristarsi così tanto per una cosa del genere, ma in fondo ci teneva ad uscire con quella ragazza.
Era così simpatica e spesso gli dava una mano durante gli allenamenti.

Tirò su col naso e addentò un pezzo di torta tenendo lo sguardo fisso sul suo cibo.
Improvvisamente un vassoio sbatté sul suo tavolo e qualcuno con la grazia di un elefante si sedette di fianco a lui.
Rimase comunque a fissare il suo pezzo di torta.

«Ehi, quegli stolti dei miei amici mi hanno detto che mi stavi cercando. Hai qualcosa da dirmi?»
Alzò subito lo sguardo e vide Gwen di fianco a lui con le braccia incrociate e lo sguardo pieno di rabbia come al solito. «I-io...»
«Su, veloce, non ho tempo da perdere con uno come te»
«Non ha importanza ciò che ti voglio dire... Ormai tu hai già scelto»
«Scelto cosa?»
«Chi ti piace. Me lo hanno riferito i tuoi amici...»
La ragazza alzò un sopracciglio. «E quindi? L'ho scelto ma lui non lo sa ancora quanto è fortunato»
«Quindi non gliel'hai detto... Be' allora in bocca al lupo...»

Si alzò per mettere a posto il vassoio e buttare la plastica, ma la figlia di Pyro lo afferrò per il braccio.
«Aspetta ad andartene. Cosa volevi dirmi inizialmente?»
«Niente... Non ha più importanza ormai... Ci vediamo in classe»

E se ne andò di corsa affranto. Sapeva che sarebbe finita così eppure era partito molto convinto sul fatto che avrebbe accettato la sua proposta. Non si era nemmeno preparato al rifiuto e quindi ci era rimasto davvero male.
Beato chi era stato scelto da quella ragazza che aveva centinaia di pretendenti che sarebbero rimasti delusi quanto lui.

Prese tutto il necessario per le lezioni ed entrò in classe sedendosi di fianco al timido Mike, un ragazzino biondo che poteva risucchiare la luce ed emetterla dal proprio corpo.
Lo salutò con un cenno della mano e si preparò all'arrivo del professore.

Vide Gwen entrare con passo pesante e lo sguardo più arrabbiato del solito. Dalle sue mani fuoriuscivano delle scintille che presto sarebbero diventate esplosioni vere e proprie.
Si diresse verso il banco di Will e ci sbatté forte le mani ordinando a denti stretti: «Tu vieni con me. Ora!»

Sussultò terrorizzato, ma la seguì lo stesso per evitare che gli facesse esplodere la faccia.
Il professore di matematica li vide e fece finta di niente per non essere preso di mira dalla quindicenne più temuta dell'accademia.

Sbatté forte il giovane sul muro e lo prese per il colletto anche se era leggermente più bassa di lui. «Tu... Come osi non rispondere alle mie domande e andartene via come se nulla fosse?»
«I-io non volevo offenderti!»
«Sei un cretino!»

Lo sbatté dentro lo stanzino del bidello dove andò a sbattere contro le scope facendole cadere su di sé riempendosi di lividi.
Perché Gwen si era arrabbiata così tanto?

Lo prese per la giacca bordeaux. «Proprio non capisci, eh?»
«Capire cosa?»
Dalle mani della ragazza fuoriuscirono altre scintille. «Sei un certino ingenuo!» Lo sbatté contro la parete con tutta la forza che aveva. «Tu non capisci niente!»
«Aspetta! Invece di picchiarmi... perché non ne parliamo?»
«No! Io ti picchio quanto mi pare e piace perché sei un cretino! Non capisci nulla!»
«Ma cosa non capisco?»
«Tutto quanto! Non capisci cosa dovresti già sapere!»
«Ma io non lo so!»
«Appunto per questo ti odio!»

Quelle due parole colpirono come una freccia il cuore del ragazzo. Erano le stesse parole di lei.
La ferita sul petto iniziò a bruciare e la mano a tremare. Gli occhi gli si inondarono di lacrime e per coprirsi il volto abbassò lo sguardo.
Gwen si stupì di quanto lui fosse fragile ma allo stesso tempo duro come una roccia.
Era riuscito a sostenere un peso così grande come il rifiuto e l'odio della persona a cui voleva più bene e lei era stata così stupida da commettere lo stesso errore di quella Villain che tanto ripudiava.
«Will...»

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now