Tu mi hai salvato l'anima e io ti salverò la vita

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Annabel era tornata alla sua postazione davanti alla finestra e mentre con gli occhi fissava i raggi del sole, penetrare il lago nero, la sua testa viaggiava fra i suoi mille pensieri.

La leggenda di Brunilde si ripeteva senza sosta, mentre cercava invano un collegamento fra lei, quella runa e la leggenda.

La radio che elencava i morti era un brusio di sottofondo, che faceva da perfetta colonna sonora nella sua vita disastrosa.

Sussultò quando Draco le si mise alle spalle, e le diede un casto bacio sul collo.
Si riprese dai suoi pensieri e un sorriso spontaneo le inarcò le labbra carnose.

Ma se con la bocca sorrideva, i suoi occhi continuavano a rimanere tristi e freddi, con l'immagine di William che cadeva a terra privo di sensi.

"Andrà meglio vedrai"

La voce calda di Malfoy la strinse in un abbraccio e quasi si sentì sollevata. Come se per un secondo avesse sollevato il macigno che la schiacciava, lasciandola respirare.

Ma come ogni emozione bella nella vita di Annabel, dopo pochi secondi scomparve, e in un secondo si ritrovò di nuovo schiacciata. Come meno aria di prima, come meno possibilità di riuscire a sopravvivere.

"Vorrei solo che non fossi costretto a vivere tutto ciò. Hai sofferto tanto e io non ho fatto altro che aumentare le tue pene"

Si voltò verso di lui, e gli strinse il viso fra le mani. Quei lineamenti che conosceva perfettamente, che avrebbe potuto disegnare ad occhi chiusi, che fino al giorno prima sembravano maligni e contorti, ma ora erano una delle poche ragioni per cui continuava a lottare.

"Tu non mi hai costretto a vivere una vita piena di pene. Tu mi hai salvato Annabel. Non intendo per quello che dice la profezia e nemmeno per l'alleanza che hai stretto con l'esercito di Silente. Tu mi hai salvato prima ancora di sapere che eri destinata a farlo, prima ancora che anche io stesso me ne accorgessi"
"Draco.." cercò di fermarlo lei, ma il ragazzo continuò imperterrito, mentre continuava a guardare quegli occhi grandi e malinconici, che ogni volta lo facevano impazzire.
"Tu mi hai salvato l'anima Annabel e io farò di tutto per salvarti la vita"

Si strinsero in un abbraccio che li fece distaccare dal mondo, che li fece stare da soli, lontani dai problemi, lontano da tutto.

La radio smise d'elencare la lista infinita di nomi e una musica vecchio stile risuonò nella stanza.

"Signora Malfoy, mi concederebbe questo ballo?" Le chiese sciogliendo l'abbraccio, con fare teatrale, prendendole la mano e inchinandosi.
"Draco non mi sembra il momento" rispose trattenendo un sorriso.

"Mi hai promesso un ballo. Ricordi?"

Annabel rimase a guardarlo in silenzio per qualche secondo, finchè con il viso annuì e si lasciò andare guidata dal suo principe.

Ballarono per minuti interi, per tutto il tempo della canzone, illuminati dalla flebile luce verde del lago nero.
Il suo vestito bianco ondeggiava, aprendosi ad ogni piroetta che Draco le faceva fare, e per qualche secondo si sentirono i protagonisti di una fiaba a lieto fine. Quel lieto fine che tanto desideravano.

Ma anche questa volta la sua felicità fu distrutta in un secondo, spazzata via dalla porta che si apriva sbattendo, lasciando Astoria entrare con la bacchetta alzata.

"Dovevo immaginarlo. È tutta colpa tua. Ci sei riuscita finalmente a portarmelo via, ma questa volta non la passerai liscia. Questa volta ti uccido con le miei mani"

Draco si mise immediatamente fra le due streghe, con la bacchetta alzata contro Astoria, pronto a sfoderare una maledizione senza perdono se necessario.

Il viso di Astoria era rigato dalle lacrime e il trucco sbavato. Il suo vestito elegante era spiegazzato, come se avesse corso una maratona e il suo timbro magico implodeva di rabbia e disperazione.
A quella visione Annabel strinse una mano intorno al braccio di Draco e gli fece abbassare la bacchetta.

"Lasciaci sole"
"Non ti lascio sola con questa pazza furiosa" protestò il ragazzo, continuando a guardare in cagnesco la ragazza, che tremante continuava a tenere la bacchetta alzata.

"Fidati di me. Non mi fará del male"
La voce calda di Annabel arrivò a Malfoy, che poco convinto, dopo qualche secondo, si avviò verso la porta.

Prima d'uscire si fermò di fianco ad Astoria e con la rabbia che gli bruciava nelle vene le disse: "Falle qualcosa e giuro che ti troverò e ti ucciderò."

Non aspettò nemmeno la risposta, riprese a camminare e uscì dalla stanza, lasciandole sole.

"Astoria abbassa la bacchetta"
"Sta zitta!" Le sbraitò la ragazza con la voce spezzata dalle lacrime.
"Non sei un'assassina. Lo sai quanto me che non mi farai del male"
"Io posso-"
"Tu cosa Astoria? Cosa vuoi fare?" La interruppe.
"Rovinarti" gridò disperata.

La risata di Annabel come risposta, non fece che aumentare il nervoso nella ragazza, che tremante di rabbia alzò ancora più convinta la bacchetta.
"Ti faccio ridere Avery?"
"In realtà si. Molto. Hai avuto mille possibilità per rovinarmi, per farmi finalmente. Ma non l'hai mai fatto"
"Non è vero. Tu non mi conosci"
"È vero. Non ti conosco. Ma so che invece di dire a William che ero io la ragazza che cercava, hai preferito raggirarlo e fargli trovare  la profezia. So che invece d'andare dai mangiamorte o da Voldemort stesso, a dirgli chi sono realmente, hai preferito dirlo al ministero, perché in fin dei conti non mi vuoi veramente vedere morta. Tu hai solo paura, come tutti noi. Hai paura di rimanere da sola per via della maledizione del sangue che hai"
"Come... come fai a sapere della maledizione?"
"Non sei l'unica a sapere ogni segreto di Hogwarts"

Rimase in silenzio per qualche secondo, mentre abbassava la bacchetta.
"Quindi ora cosa farai? Lo dirai al mondo intero?" Chiese abbassando lo sguardo. "Sarai tu a rovinarmi la vita e non il contrario. Dovevo immaginarlo" riprese ironica.

Annabel le si avvicinò, finchè non furono una davanti all'altra a pochi centimetri di distanza.
"No non lo farò" le disse guardandola negli occhi.
"Dopo tutto quello che ti ho fatto?"
"Provo molte emozioni insieme, ma la voglia di vendetta non è fra queste" le rispose semplicemente, avvicinandosi poi alla porta.
"Meriti di meglio Astoria. Anche da te stessa." Disse prima d'uscire.

Il viso della strega si riempì di nuovo di lacrime amare, ma finalmente quel peso che si portava dentro, quella voglia di vendetta scomparve, e un senso di libertà la pervase.

Quella mattina non pianse per la perdita di Draco, non pianse nemmeno per i sensi di colpa per tutto ciò che aveva fatto.
Pianse per lei, perché da lì in poi avrebbe incominciato a vivere veramente.
Senza invidia e con più amore.

Finchè ne vale la pena|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora