La lettera perduta

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Dicembre.
Il mese, che fino all'anno prima, era simbolo di felicità pura e aveva un retrogusto di burrobirra, ora era buio e tetro e la burrobirra, aveva lasciato posto al sapore del sangue misto alla paura.

La neve continuava a scendere candida, ogni millimetro era ricoperto di bianco, rendendo il castello ancora più distaccato dal mondo.
Ogni ragazzo avrebbe voluto scappare e tornare a casa, almeno per Natale, ma quell'anno niente era concesso.
Il preside aveva bloccato ogni spostamento, imprigionando ancora di più i ragazzi dentro a quel luogo tetro, dove a parte i mangiamorte, nessuno rideva più.

Natale era vicino.
Come ad Halloween, l'idea geniale di Piton, era stata quella di tenere buoni gli studenti con una grande festa.
Ma per quanto ancora sarebbe riuscito a tenerli buoni?

Annabel era ancora una volta, sulla torre d'astronomia.
Non sapeva perchè, ma quel posto era diventato il suo luogo preferito. Un punto di rifugio dove scappare e stare con i sui pensieri.
Non sapeva se era per la bellissima vista, che le permetteva di vedere quelle stelle che in fondo sapeva, che le piacevano solo perché le ricordavano Draco. Oppure se le piaceva perché era il posto dove lei e William si erano avvicinati per la prima volta.

Giocherellava nervosa con quella collana, che fino a poco tempo fa credeva fosse quella di sua madre.
Aveva sostituito il falso, mettendosi al collo la vera collana, che di diverso da quella falsa, aveva solo quel simbolo strano che non aveva mai visto.

Lo aveva cercato per quelle due settimane. Divideva la sua giornata, fra la stanza delle necessità, dove l'esercito di Silente si preparava all'imminente guerra, alla biblioteca.
Aveva sfogliato ogni singolo libro presente, ma a parte qualche somiglianza con le rune antiche, non aveva trovato nessun simbolo come quello.

"Sta attenta"

Si voltò verso quella voce che ormai conosceva bene.
Malfoy la guardava dall'uscio, senza avvicinarsi. Rimaneva nell'ombra, con troppi sensi di colpa per avvicinarsi, ma anche troppo stanco di starle lontano.

Annabel lo guardò perplessa, chiedendogli spiegazioni e loro sguardi si unirono, riempiendo entrambi di brividi.

"La collana intendo. Stai attenta a non perderla. È importante" rispose continuando a guardarla. "Credo sia importante..." si corresse alla fine, spostando lo sguardo. Consapevole che con lei non sarebbe riuscito a mentire guardandola.

Annabel sorrise, mentre riportava il suo esile viso su quella collana, che continuava nervosa a girarsi fra le mani.

"È un falso"
"Come?" Chiese lui, questa volta avvicinandosi a lei. Il suo profumo gli inebriò immediatamente ogni senso e una sensazione di pace lo pervase.

"Mia zia mi ha lasciato in eredità la vera collana di mia madre" rispose mostrando il suo collo con quel pezzo d'oro appeso.
"A quanto pare, mio padre non voleva che io possedessi questa collana in nessun modo. Solo che non capisco perché. Perché nascondere una collana?"

Draco alzò le spalle e scosse la testa. Ancora una volta non riusciva a guardarla negli occhi. Ancora una volta le stava mentendo. Ormai non sapeva più se stava facendo la cosa giusta. Se tutta quella storia avesse senso.
Forse aveva ragione Blaise. Quella notte le aveva cancellato la memoria solo per proteggere se stesso.
Aveva sentito il discorso fra Silente e Piton e aveva deciso che era la cosa migliore da fare. Ma per lei? Per lei era la cosa migliore?

Si sentiva in colpa. Non riusciva a non pensare a tutto il male che le aveva causato. L'aveva chiamata in modi orribili, solo per l'ira del momento. Era sempre arrivato a conclusioni senza mai chiedere spiegazioni alla diretta interessata. Le aveva tolto la memoria senza chiederle il permesso. L'aveva tratta da principessa indifesa, senza nemmeno chiederle, se in tutta quella storia, avesse voluto essere la principessa in difficoltà o l'eroe che si salva da solo.

"Perché lo hai fatto?"

La sua voce dolce e flebile lo raggiunse, facendolo tornare alla realtà.
Si voltò verso di lei, incrociando di nuovo, quegli occhi grandi e neri.
"Cosa?"
"Mi hai salvato la vita quella notte. Ero abituata alle torture di mio padre, ma quella notte era diverso. Erano più dolorose, inflitte con più odio e cattiveria. Non avrei resistito molto. Forse ora non sarei qui se non fossi intervenuto. Probabilmente sarei ricoverata in un reparto del San Mungo"
"Non sono il mostro che credi" sorrise dandole una carezza.

Si beo per qualche secondo di quel tocco, socchiudendo gli occhi.
Quando si accorse che quella frase le suonava fin troppo familiare riaprì gli occhi, ma com'era apparso se n'era andato. Lasciandola sola con i suoi dubbi.

Si alzò dopo non molto, per tornare in camera sua.
La testa le scoppiava e il freddo aveva iniziato a farla tremare.
Arrivò velocemente al suo dormitorio e con l'intento di prendere una coperta frugò nel suo baule.
Vicino alla coperta trovò il suo libro di Difesa contro le arti oscure, dell'anno precedente.

Lo prese fra le sue mani, pensando che l'elfo si fosse sbagliato, ma quando lo sfogliò, un pezzo di carta scivolò per terra.

Lo raccolse e lo voltò, e i suoi occhi iniziarono a piangere lacrime che per troppo tempo aveva trattenuto, mentre leggeva quella lettera perduta che sembrava dare un senso a tutto.

Finchè ne vale la pena|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora