Un piano calcolato

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Maggio, 1997.

Piton si rigirava fra le mani quella sfera di cristallo. La guardava curioso, mentre cercava un senso a quelle parole che si ripetevano di continuo.

"Ecco giungere la ragazza dagli occhi neri, come le tenebre, che renderà possibile ogni cosa.
Essa è nata alla fine dell'ottavo mese, da chi tre volte ha sfidato l'Oscuro Signore, e verrà considerata da lui una sua eguale.
Il suo amore puro salverà il suo amato e colui che è nato nel settimo mese potrá compiere il suo operato.
Solo una morte per amore potrà indebolire, colui che l'amore non l'ha mai conosciuto."

Da quando aveva frugato nella testa di quella ragazza, ogni parte di lui gli aveva detto che era tutto collegato, ma la realtà che potesse esserlo veramente non lo allettava.

Annabel lo aveva incuriosito dal primo anno, quella ragazzina fin troppo matura per la sua età, che guardava ogni cosa con freddezza ed agonia. Gli occhi grandi e neri come i lividi che portava sul corpo, che inutilmente cercava di nascondere sotto la divisa.

Gli ricorda molto sua madre Rose. Grandi occhi azzurri e capelli neri lunghi e lisci. Aveva un sensibilità immensa, ma stava sempre per conto suo.
Lo consolò lei quando Lily si rifiutò di perdonarlo, per averla chiamata, in un momento di rabbia, schifosa Mezzosangue.

Non aveva mai veramente parlato con quella ragazza tanto bella quanto agosciata.
La pressione della sua famiglia e la sua mano promessa a Gaspar Avery, da quando era in fasce, non le avevano mai permesso d'avere un'infanzia gradevole, ma nonostante tutto era di animo buono.

Passava le giornate da sola a leggere sul lago nero.
Leggeva libri babbani su principesse e principi, immaginandosi un giorno di poter fuggire anche lei da quel mondo magico, che le aveva riservato soltanto dolore.

Severus era scappato in lacrime, dopo l'ennesima litigata con la sua amata. Voleva suggire dai Malandrini e voleva solo stare da solo.
Quando vide che il suo posto sicuro era stato occupato da quella ragazza, era partito con il piede di guerra. Voleva gridarle d'andarsene, minacciarla con la bacchetta se necessario e sfogare ogni sua frustrazione su un'innocente, come faceva sempre suo padre con sua madre.

Era bastato uno sguardo da quegli occhi grandi e blu come il cielo per farlo cadere in ginocchio, davanti a così tanta innocenza.

Non le aveva mai parlato fino a quel giorno, aveva assecondato i comportamenti meschini di Avery nei confronti di quella ragazza, che nessuna colpa aveva, se non essere nata nella famiglia sbagliata. Ma nonostante questo, nonostante il passato burrascoso di cui anche lui era il carnefice, aveva avuto parole di conforto da prostragli.

Lo aveva accolto nel suo mondo fatto di sogni irrangiungibili e piani per scappare, che sapevano entrambi non si sarebbero mai realizzati.

L'aveva vista piangere in silenzio, facendo diventare i suoi occhi azzurri un mare in tempesta, mentre Gaspar le metteva con arroganza la fede nuziale al dito, recriminando senza permesso la proprità su di lei.
Perchè questo era per lui, un oggetto da possedere, da usare per diletto e maltrattare a suo piacimento, cercando di renderla perfetta per i suoi standard malati, senza mai credere realmente, che essa potesse solo raggiungere una minima parte di quegli standard.

Poi la notizia che era morta misteriosamente, a cui lui in fondo non aveva mai creduto. L'aveva vista lottare con i denti e con le unghie per salvare la sua unica figlia. Prima combattendo con l'odine della fenice e poi rifiutando il marchio nero, che senza paura aveva disprezzato fin dalla nascita con tutta se stessa.

Leggere la mente di Annabel, quella mattina in infermeria, non aveva fatto altro che dare sviluppo a delle teorie che ormai da molto tempo pensava.

Finchè ne vale la pena|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora