Sangue del nemico preso con la forza

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"Non ci stai nemmeno provando!" la voce seccata di Piton risuonava nel silenzio del castello.

Camminava avanti e indietro stremato dalle ore di esercizio che stavano facendo lui e Malfoy, con la testa che iniziava a fargli male e l'irritazione nei confronti di quel ragazzo che sembrava non applicarsi.
Era ormai metà novembre e Annabel e Malfoy si incontravano una volta alla settimana per le lezioni private.
Lei gli spiegava come fare e lui cercava d'apprendere ogni minimo particolare, cosciente che quell'attività l'avrebbe salvata.

Stavano al massimo un'ora rinchiusi in una stanza, mentre si esercitavano nell'occlumanzia.
Quei sessanta minuti dove i loro profumi si mescolavano fra loro, dove potevano stare in una stanza da soli, come facevano l'anno prima. Senza il pensiero costante della guerra, senza che William o Astoria si immischiassero.
Loro due la dentro e il resto del mondo fuori.

Della sera di Halloween, le cose fra loro due non erano molto cambiate. Annabel era ancora fermamente convinta che quel ragazzo le nascondesse qualcosa e che la odiasse senza un valido motivo, e lui continuava a schivare le sue domande sul passato, alle quali avrebbe voluto gridare una risposta, ma si tratteneva nel farlo.

Se chiudeva gli occhi, vedeva ancora le schifose labbra di William, su quelle dolci di Annabel. La rabbia che aveva dentro la nascondeva malamente e più di una volta in quelle due settimane aveva rischiato di prendere a pugni suo cugino.

Ma gli bastava uno sguardo.
Un solo sguardo da quegli occhi grandi e scuri, per far diventare tutto un po' meno tetro. Per far azzittire quella voce dentro di lui che gli diceva di trattarla freddamente, e dava spazio alla voglia immensa di stringerla fra le sue braccia e non lasciarla più andare via.

Quegli occhi che esattamente un anno prima, lo veneravano in silenzio e ora gli spiegavano come nascondere i suoi pensieri. Lui che avrebbe voluto con tutto se stesso, lasciarla entrare nella sua testa per farle tornare la memoria.

"Non ti impegni abbastanza! Concentrati" gli occhi scuri e irritati di Piton entrarono per la millesima volta, in quella sera, nella testa del ragazzo, trovando fin troppo facile l'entrata.

"Basta, mi sta scoppiando la testa" rispose indispettito il ragazzo, rompendo il contatto visivo con il preside.
"Se non usassi la tua insulsa mente, in pensieri schifosamente romantici, avresti più resistenza. Riproviamo"
"Ho detto basta!" Gridò ancora più forte alzandosi in piedi, raggiungendolo così in altezza.

Si guardavano negli occhi con l'aria di sfida, stremati entrambi dai continui tentativi falliti.

"Decido io quando si smette."

Rientrò nella sua mente. Questa volta con un po' più di fatica, ma comunque senza troppo impegno. Vide i ricordi del ragazzo, da quando era bambino, ai continui commenti di disprezzo verso Potter, fino ad arrivare ad Annabel.

Rivide la ragazza raccontargli la storia di sua madre, di come gli era stata strappata vi da suo padre e di quanto le mancasse vederla portare alla bocca la sua collana, quando era soprappensiero.

Un flashback lo riportò a due settimane prima, alla festa di Halloween che aveva tenuto in sala grande, solo per placare gli animi degli studenti.
Si ricordò di come Annabel toccasse insistentemente quella stessa collana con un diamante verde.

"Quella collana" disse in bisbiglio mentre usciva dalla testa del ragazzo, ormai stremato sulla sedia.
"Era di sua madre. Perché?"
"Questo lo so, ma fino a quando è stata di sua madre?" Chiese insistendo, mentre si affrettava ad aprire un vecchio libro sopra la sua scrivania.
"Fino a quando non è morta, poi suo padre l'ha nascosta... ma perché ti interessa tanto?"
"Non ti sei mai chiesto perché suo padre l'avesse nascosta?"
"Torturava Annabel senza un pretesto. Niente di tutto quello che faceva aveva un senso"
"Tutto ha un motivo"

La voce cupa di Severus incuriosì il ragazzo, che si avvicinò a lui.
Sfogliava un vecchio libro di incantesimi come un forsennato, finchè non arrivò ad una pagina interamente dedicata agli incantesimo protettivi.
I suoi occhi scuri percorrevano le parole velocemente, mentre nella sua testa tutto prendeva un senso.
Si girò verso il quadro di Albus, che guardava la scena con un sorriso, sotto la sua lunga barba grigia.

"Albus credi che possa funzionare?"
"Cosa? Cosa può funzionare?" Si intromise Draco sempre più confuso.

I due presidi si scambiarono uno sguardo d'intesa, prima che Severus tornasse a consultare quel libro, come se fosse una questione di vita o di morte.

"Mi volete dire che diavolo sta succedendo?" Chiese indispettito il ragazzo alzando il tono di voce.
"Vedi Draco, il giorni in cui la madre di Annabel testimoniò contro suo marito, sapeva che rischio correva. Ha tentato il tutto per tutto per riuscire a salvare sua figlia"

Malfoy guardò il dipinto del preside per qualche secondo, mentre si ripeteva nella testa quelle parole che per lui non avevano un senso.
"Continuo a non capire"
"Gaspar era uno dei seguaci più fedeli del Signore Oscuro" riprese Piton, senza staccare gli occhi da quel libro, che ora teneva stretto fra le sue mani come un oggetto prezioso. "Fu uno dei pochi a cercarlo dopo che fu sconfitto da Potter quella notte, ma mentre tua zia Bellatrix e suo marito, lo cercavano invano, lui si mise a consultare ogni libro di magia nera presente nel mondo magico, per trovare un modo concreto di riportarlo in vita. Trovò un antico rito, che si usava nelle civiltà africane per riportare in vita il capo tribù dopo la sua morte. È lo stesso che ha utilizzato Peter Minus per riportare in vita Voldemort"

Un tuono illuminò la stanza semibuia facendo sussultare il ragazzo. Pendeva dalle labbra di Piton che incurante continuava a leggere per la millesima volta la stessa pagina.

"Vedi Draco" si intromise il ritratto di Albus, che come in vita, aveva un tono calmo e pacato, quasi rassicurante. "Il signor Avery ha sempre saputo che sua figlia era una minaccia per Voldemort, ma fu costretto a mantenere il segreto da Rose. Il rito che aveva trovato necessita di tre soli ingredienti: un osso preso dal padre senza il suo permesso, carne del servo donata con assenso e sangue del nemico preso con la forza."
"Voleva sacrificare sua figlia per riportarlo in vita..." le parole che uscirono dalla bocca di Malfoy gli fecero gelare il sangue e la stanza in torno a lui gli sembrò diventare improvvisamente fatta di ghiaccio.

Si accasciò sulla sedia mentre il suo cuore batteva all'impazzata, terrorizzato all'idea che la sua amata Annabel avesse rischiato così tante volte di morire a causa di quel mostro.

"Rose sapeva che l'unico modo che aveva per proteggere la signorina Avery era sacrificarsi per lei. Quel giorno non testimoniò contro di lui per farlo finire ad Azkaban, sapeva che sarebbe stato inutile, ma sapeva anche, che così facendo si sarebbe condannata a morte" le parole di Silente avvolgevano Draco come in un abbraccio, mentre tremava terrorizzato.

"Quando si è sacrificata per lei, un frammento della sua anima si è agganciata alla pietra della collana che aveva al collo. Il signor Avery sapeva che quella collana sarebbe stata l'unica cosa in grado di proteggere Annabel al momento del suo sacrificio, per questo l'ha nascosta. Se Annabel rimane in vita Voldemort non può esistere. Uno deve morire per mano dell'altro"
"Questo vuol dire che si può ancora salvare?" Chiese con voce tremante il ragazzo, che aspettava la risposta senza respirare, terrorizzato da una possibile negazione.

Il sorriso seminascosto, dalla barba lunga di Albus, fu come una ventata d'aria calda sul suo corpo congelato dalla paura.

"Possiamo salvarla" questa volta fu Piton ad intervenire, alzando finalmente lo sguardo dal libro.

Finchè ne vale la pena|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora