Capitolo 16

62 8 9
                                    


Nel frattempo Gloria aveva contattato Giacomo per farlo venire al più presto da lei. Sarebbe arrivato quel pomeriggio. Il tempo di mettere in ordine la casa e di prepararsi in modo da farsi trovare vestita in modo un po' decente. Ultimamente si era lasciata andare. La giornata era splendida, il cielo azzurro nel quale splendeva un sole a riscaldare in modo tiepido la terra.

Quella mattina un leggero strato di brina ricopriva i campi, che si era via via sciolta con il trascorrere delle ore.

Giacomo arrivò puntuale. Appena la vide il volto di Giacomo si illuminò radioso. Le aveva portato un mazzo di fiori che le porse un po' intimidito. Aveva le guance lievemente arrossate per l'aria frizzantina di Gennaio. Tolse il pesante giubbotto invernale color crema, che lei appese all'appendiabiti a muro. Il golf a collo alto e nero su dei Jeans sbiaditi gli stavano bene. Era vestito in modo semplice.

Lei aveva indossato dei comodi pantaloni di jeans con l'elastico in vita e un maglione color carne di cachemire.

Giacomo fu diretto:« Ci mettiamo all'opera?»

«Certo», rispose Gloria che lo fece accomodare in salotto al tavolo.

«Bello qui!»
«Mi sono trasferita da qualche giorno.»

«Ecco il cilindro di cui ti parlavo Giacomo».

Il volto di Giacomo si illuminò. «Il codice di Jefferson!», disse.

«Lo conosci bene?» chiese Gloria.

«È uno dei miei preferiti. La cosa strana è che è stato inventato da Thomas Jefferson quando ricopriva la carica di segretario di stato, con lo scopo di codificare messaggi contenenti informazioni sensibili. Ma in realtà poi non ha voluto nemmeno utilizzarlo.»

«Ah no? e perché?» chiese Gloria.

«Non si sa, forse perché non lo considerava poi così sicuro. È stato usato dai suoi collaboratori e poi ripreso durante la prima guerra mondiale con lo strumento M94, un altro sistema di crittografia.»

«Come funziona?» chiese Gloria.

«Vedi queste ruote? Su ciascuna di esse sono scritte le 26 lettere dell'alfabeto. L'ordine in cui sono disposte le varie lettere non corrisponde a quello naturale e varia da ruota a ruota.»

«Io però non ci sto capendo ancora niente», disse Gloria guardando con intensità le labbra di Giacomo, seminascoste dalla barba.

«Cosa si intende per chiave cifrata?»

«Vedi Gloria? È semplice se entri nel meccanismo: c'è una combinazione di lettere che girate in un certo modo e un numero determinato di volte dà un risultato nella stringa e ci rivela qual è il messaggio.

Chi invia il messaggio invia una sequenza di caratteri precisa. Colui che lo riceve deve cercare la chiave cifrata che può inviargli solo chi ha assemblato il rullo.»

«La chiave cifrata è nella poesia di Peguy», disse Gloria.

«Forse è arrivato il momento di consultare il libro di Gregorio».

Gloria lo prese e si sedette di nuovo vicino a lui.

Giacomo era in fibrillazione.

Pensava di stare sognando. Sedeva accanto alla donna che già da tempo era nei suoi pensieri.

Dalla persona di lei emanava un odore di rose che lo mandava in estasi. Nonostante l'aspetto un po' sciupato a causa della disgrazia che le era successa, era veramente carina. Avrebbe voluto abbracciarla e fare anche di più, ma si astenne anche dal solo manifestarle un minimo di interesse. Lui doveva solo fungere da esperto e amico, per ora nulla di più.

Lessero insieme: si palesava di fronte ai loro occhi il quarto indovinello.

Ecco di nuovo la voce di Gregorio.

Gloria si commosse. Lui si stava rivolgendo a Gabriel in quel momento, a Gabriel che non c'era più.

Amico mio, se sei arrivato fin qui devo congratularmi con te, ma ricordati che sei solo a metà dell'opera. Ascolta bene le mie parole. La chiave ti attende, ti apre le porte. La chiave benedetta custode di arcani segreti la puoi trovare sepolta sotto macerie di parole, che tu troverai ascoltando.

Un uomo lascia in eredità ai suoi tre figli 35 cammelli. Nel testamento ha lasciato scritto che il primogenito deve ricevere la metà dei cammelli, il secondogenito 1/3 e il terzogenito 1/9. Tuttavia 35 non è divisibile né per 2, né per 3 né per 9 e i tre fratelli non sanno come ripartirsi l'eredità.

Un viandante in sella al suo cammello incontra i tre fratelli mentre stanno discutendo della ripartizione e riesce a risolvere il problema guadagnandoci addirittura un cammello! Come ha fatto?

L'enigma è tratto dal celebre romanzo dello scrittore e matematico brasiliano Malba Tahan (pseudonimo di Júlio César de Melo e Sousa).

La tempesta sul mare di GalileaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora