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Mon si fece la doccia poi corse in camera a vestirsi. Jack la vide correre e la seguì in camera chiudendo la porta dietro di lui.

La ragazza sussultò e si strinse accappatoio al petto, ma il ragazzo le sciolse i capelli facendoli ricadere sulla spalla e glieli scostò da una parte per poterle baciare la spalla.

Mon tremò a quel contato, gli era mancato soprattutto come la faceva sentire. Le baciò la spalla e cercò di toglierle accappatoio, ma qualcuno bussò alla porta.

Il ragazzo sbuffò e non si curò molto dei continui rumori sulla porta, mentre Mon si spostò. Jack spalancò gli occhi.

Mon non l'aveva mai fatto, nemmeno quando era sua padre a bussare,ma la ragazza non lo degnò di uno sguardo e stringendosi l'accappatoio aprì la porta.

-EMILY SMITH IO VOGLIO SAPERE CHE SUCCEDE IN QUESTA CASA- urlò Faith.

Mon alzò un sopracciglio e Faith di tutta risposta la tirò per un braccio e la fece uscire dalla porta indicandogli Rush che era appoggiato al bancone della cucina a parlare con Jolene.

Mon lo guardava, lui sorrideva a Jolene e la ragazza ricambiata, mentre Mon non riusciva a capire quello che provava, era come ricevere una situazione, per questo non risposte, ma si richiuse nuovamente in bagno.

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Rush e Mon stavano entrando a scuola, come sempre insieme. La piccola tredicenne sorrideva perché si sentiva al sicuro e nessuno poteva sfotterla se c'era lui con lei.

Mentre il ragazzo si guardava intorno, doveva trovare quella Anne, Jack gli aveva fatto vedere una foto. Era tutto un piano per arrivare al padre.

'Quel figlio di puttana' come lo considerava il padre di Rush, non aveva ancora pagato i suoi debiti e l'unico modo per ferirlo era arrivare alla sua famiglia.

Il ragazzo sapeva che era una cosa un po' spregevole ma suo fratello l'aveva convinto dicendogli che questa ragazza avrebbe potuto far male a Mon, e di certo lui non voleva.

La intravide poi, stava parlando con delle sue compagne, ma la cosa peggiore era che la ragazza era bionda, e lui aveva un debole solo per le brune.

-Mon, devo fare una cosa.- disse il bruno dandogli poi il leggero bacio sulla guancia.

La bruna arrossì e abbassò la testa. Il ragazzo sorrise e andò dalla bionda, stampadosi in faccia il sorriso più finto che avesse. La bionda ricambiò aggiustandosi i capelli.

-Ciao.- disse il bruno.

-Ciao Rush. - disse la bionda. Il ragazzo sbuffò mentalmente, odiava le ragazze che lo chiamavano per nome, adorava solo il modo in cui quella piccola bruna, la sua bruna, lo diceva.

Pensando a lei sorrise e si girò, ma quando la vide, era come se qualcuno gli avesse dato un pugno allo stomaco.

La sua piccola bruna lo stava guardando, aveva gli occhi rossi e le mani lungo i fianchi. Il ragazzo si girò in torno per vedere chi l'avesse offesa, ma lo sguardo della ragazza era rivolto verso di lui.

E in quel momento capì, era lui quello che doveva essere picchiato.

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Mon si chiuse la porta alle spalle cercando di calmare attacco di panico che si sta diffondendo dentro di lei.

Si appoggiò al lavandino cercando di calmarsi, ma non ci riusciva. Era come se tutte le considerazioni che aveva fatto erano cadute, frantumate.

-Flash- urlò e poi cadde a terra.

Rush si sentì chiamare, gli era mancato essere chiamato così. Mon l'aveva denominato così perché era il suo supereroe quando erano piccoli.

Aprì di getto la porta del bagno e trovò Mon che tremava dal freddo.

L'abbraccio portandola sulle sue gambe, come faceva quando erano bambini quando lei aveva questi attacchi di panico. Soffiò sulla sua spalla, e le baciò la spalla.

-Scheggia, non mi lasciare.-disse sottovoce e Mon aprì gli occhi.

Era come in richiamo per lei, e incrociò di nuovo quello sguardo caldo e pieno d'amore che gli era mancato. Rush resse il suo sguardo finché Jack non entrò nel bagno.

-Che succede?- chiese Jack.

Mon si rese conto che era Jack l'uomo che avrebbe dovuto chiamare, era quella la sua realtà, la sua vita, la vera lei.

-Niente, non mi sono sentita bene.- disse la bruna parlando di quel problema con molta insufficienza, per questo si alzò e prese Jack per la manica riportandolo in camera.

Prima di chiudere la porta si girò verso il bagno, dove Rush era ancora a terra con il braccio sulla gamba piegata che la guardava.

-Grazie.- sussurrò nella sua direzione prima di entrare nella sua stanza e spezzare ancora una volta il loro legame.

NOTA AUTRICE

Scusate il ritardo, come sempre ho aggiornato prima che ho potuto.

Allora cosa ne pensate? Lasciare un commento e un voto, voglio tanto sapere le vostre opinioni.

E per chi volesse dei chiarimenti o parlami, potete scrivermi tranquillamente.

Un bacio, Mon.

My next mistake-The Mafia TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora