Parte 10

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Quando arrivammo al centro della città, fummo costretti a deviare e a rinchiuderci in un appartamento abbandonato. Nottammo immediatamente che l'energia negativa rendeva difficile respirare, se ci fossimo avvicinati ancora c'era il rischio che contraessimo la malattia. Ci sedemmo a terra e cercammo una soluzione a un problema che sembrava non averne.
- analizziamo la situazione. Non possiamo avvicinarci, perché se lo facessimo moriremmo e questo è certamente un problema. Non possiamo lasciare il vaso dov'è perché sta causando troppi problemi e potrebbero spostarlo... ma chi? Akutagawa! Non ci siamo nemmeno chiesti chi c'è dietro!
- non mi viene in mente niente - disse provando a far funzionare il cellulare.
- chi cerchi di chiamare? Qui non funzionano.
- guardavo l'ora, ci siamo quasi.
- per fare che?
Sentii un rumore più che fastidioso, poi il soffitto sopra di noi si ruppe e le macerie vennero risucchiate. Scese nel mezzo della stanza, con un entrata in scena degna dei suoi poteri, il membro più caotico della mafia, Chuuya.
- sei in ritardo.
- rubare gli elicotteri non è più semplice come una volta, tieni - disse tirandogli un pacchetto.
Akutagawa estrasse altre due siringhe e me ne diede una.
- quel bastardo di Dazai mi ha detto di venire qui a quest'ora, circa una settimana fa. Mi ha detto di dirti che, visto che sicuramente hai già usato la siringa, questa vi proteggerà temporaneamente dal virus. Ora potete avvicinarvi.
- il signor Dazai sapeva che saremmo stati qui e sapeva anche che avremmo avuto bisogno di un'altra siringa?
- quel bastardo sa sempre tutto, io adesso me ne vado, mi ha detto di filarmela e il boss l'ha appoggiato. Tanti saluti.
Chuuya si resse il cappello mentre si fece trascinare in aria da un blocco di cemento. Polvere e ciottoli ci cedettero sulla testa, poi osservai attentamente le siringhe.
- una volta iniettata non abbiamo tanto tempo, quindi facciamolo solo quando siamo certi di andare.
- perché, abbiamo altro da fare? - mi chiese osservando fuori dalla finestra.
- Akutagawa, ti va di parlare di ieri sera?
Tossì più rumorosamente del solito e mi guardò perplesso. Io notai che non aveva voglia di parlarne, pensai che si fosse già pentito dell'accaduto e mi rattristai.
- si sta facendo sera, andremo domattina - disse allontanandosi.
Lo osservai da lontano, di nuovo. Lo osservai mentre cercava qualcosa nei cassetti di quella casa diroccata. Quella sera compresi la difficoltà di scegliere tra il profondo divario che esiste fra testa e cuore. Se avessi avuto il coraggio di guardare altrove, avrei certamente evitato di chiudere gli occhi e ascoltare il mio cuore. Lo sentii palpitare, gridava. Mi avvicinai al mio compagno e aspettai che si voltasse.
- che c'è? - mi chiese indietreggiando.
- era il tuo primo bacio?
- ma la vuoi piantare?
- per me era il primo - dissi incrociando le braccia.
Mi diede di nuovo le spalle ed io non lo sopportai. Lo afferrai per il braccio e lo spinsi con forza sul letto.
- toglitelo - dissi indicando il suo cappotto.
- se volessi, ora, potrei trafiggerti da parte a parte.
- potresti, ma non vuoi.
- no, non voglio.
Mi prese con forza aiutandosi con la sua bestia e mi fece sedere sopra di lui. Mi baciò ancora, se solo ci penso posso ancora sentire il sapore delle sue labbra decise, ma delicate. Gli tolsi il cappotto, mentre lui mi toglieva la camicia.
- non hai risposto.
- si tigre, era il mio primo bacio. Questo era il secondo e a breve smetterai di tenere il conto. Mi feci toccare ogni parte del corpo e baciare ogni singola cicatrice. Le labbra di Akutagawa riuscivano ad andare oltre la mia pelle, attraversavano i muscoli, le ossa e gli organi, arrivavano a quell'anima che avevo scordato di possedere. Me la strappò via, mi diede il tempo di salutarla e la prese per sempre.
La mente umana funziona in modo assurdo. Quella notte, quella splendida ed Interminabile notte, il tempo si fermò. Dimenticai ogni cosa. Dimenticai la nostra missione, i miei amici e la famiglia che non avevo avuto. Dimenticai le cattiverie che all'orfanotrofio mi fecero. Dimenticai i miei e i suoi poteri. Dimenticai i miei doveri, ma la cosa più bella per me fu, che Akutagawa, quella notte, dimenticò il signor Dazai.

La luce è un'ombraWhere stories live. Discover now