Capitolo 4

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29 Marzo 2021

Amelie
Staccarsi di nuovo da Cate è stato orribile. Lei doveva tornare in Italia, nonostante io avessi provato più volte a dirle di passare un paio di giorno con me nel principato. La cosa brutta è che in quattro giorni sono riuscita a legare con parecchi ragazzi... Mi mancherà anche Xavier.
Stranamente non è mai stata commentata la mia presenza nei box di Charles, probabilmente è stato lui a pregare i suoi amici di non mettermi sotto pressione.
Il viaggio in aereo è stato abbastanza tranquillo, io e il monegasco abbiamo parlato parecchio e ammetto che è la prima volta che sono così tranquilla a parlare con un ragazzo. Dopo l'atterraggio è stato tutto molto veloce, visto che, ormai, conosco l'aeroporto di Nizza a memoria. Di solito viene sempre a prendermi mio fratello, che si fa venticinque minuti di macchina solo per la sottoscritta... Quanto me la sto tirando?
«ZIA LIE!» sento esclamare appena metto il piede fuori dal gate e una testolina bionda che mi arriva al ginocchio mi salta addosso.
«Mon amour! La zia ti ha portato taaante cose!»
«No voio cose, voio zia.» lancio uno sguardo a mio fratello che sorride intenerito alla scena e mi lascia un bacio sulla guancia per salutarmi.
«Amore mio bellissimo! Sto con te tutti i giorni, promesso! - esclamo stringendolo - Ti va di conoscere un amico della zia?» gli chiedo.
«Ok, ma non scendo, sennò vai via di nuovo... Così devo venire per forza con te!» sorrido e annuisco.
Mi giro cercando Charles, ma lo vedo impegnato a parlare con un altro ragazzo... Probabilmente suo fratello, mi aveva detto che sarebbe venuto a prenderlo Arthur. Si volta anche lui e mi fa cenno con la mano di avvicinarsi, ma gli indico le porte per uscire. Meglio conoscersi in un posto più appartato.
«Quindi tu e Charles...»
«Siamo amici.» dico secca uscendo dall'aeroporto.
«Ah ah... Conosciuto tre giorni fa e già lo fai conoscere a Jules. Certo.» alzo gli occhi al cielo ed evito di rispondere.
Mando un messaggio a Charles dicendogli di incontrarci direttamente a Montecarlo.
I minuti in auto passano velocemente e Jules non fa altro che chiedermi del mio amico... Forse perché a parte Caterina e Pierre non l'ha conosciuto nessuno. Arriviamo in piazza, mio fratello parcheggia non troppo distante dal bar in cui ci aspettano già Charles e suo fratello.
«Zia mi hai comprato una giacca come la tua?» mi chiede ancora in braccio.
«Che ti ho detto? I regalini a casa!» sbuffa e cantilena un "va bene". Jules sa sia l'italiano che il francese, hanno voluto insegnargli le due lingue da subito e le parla entrambe perfettamente.
«Eccovi!» esclama il monegasco appena arriviamo.
«Ciao! Ehi Jules, questo è l'amico della zia... Si chiama Charles!» inclina la testa.
«Ma non è anche l'amico di zio Jules? - poi si rivolge a lui - La mamma dice che zio Jules mi guarda dal cielo e vede se faccio il bravo... Ho tante foto sue e io mi chiamo come lui! Papi diglielo che è l'amico di zio Jules!» guardo interrogativa mio fratello.
«Credo si ricordi di una foto che Mel ha nell'album di suo fratello... Jules aveva vinto una gara e tu eri arrivato secondo, nella foto vi abbracciate con i vostri trofei a terra. Non so perché ma ha sempre amato quella foto. - spiega - Comunque, Adrien, molto piacere!» dice stringendo la mano prima di Charles e poi di Arthur, che si presentano a loro volta. Ci accomodiamo e Jules, stranamente, decide di spostarsi sulle gambe del ferrarista e fare tante - troppe - domande sul suo lavoro.
«Quindi tu sei la famosa Amelie! Ti ha addirittura regalato la sua giacca?»
Rido «Già, il principino mi ha corrotto per farmi seguire il GP dal suo box.»
«Ammettilo che ti sei divertita... Xavier mi ha raccontato che avete passato il tempo a prendermi in giro.»
Scoppio a ridere, mio fratello ascolta divertito e ho visto Arthur alternare lo sguardo tra me e il fratello più di una volta. Una ragazza viene a prendere l'ordine e mi viene da sorridere quando Charles ordina una tisana, cosa che non passa inosservata dal monegasco.
«Finiscila.» mi dice.
«Che ho fatto?»
«Lo sai cheri!»
Gli regalo il sorriso migliore che ho e lo vedo alzare gli occhi al cielo, mentre continua a parlottare con mio nipote.
«Papi, Charles ha detto che la prossima gara è in Italia... Posso andare con zia Lie?»
«E chi di avrebbe detto che zia Lie sarà al prossimo Gran Premio? - chiedo con un sopracciglio alzato. Jules indica Charles innocentemente che mi guarda divertito. - Di a Charles che zia Lie ha da fare!»
«Davvero zia Lie vuole dire di no a questo faccino?» chiede il ferrarista.
«Stai sfruttando mio nipote per chiedermi di uscire o cosa?»
«Uhuh tu mi piaci!» esclama Arthur alzandomi il cinque. Charles non ha il tempo di rispondere perché torna la ragazza di prima con le nostre ordinazioni... E uno scontrino per il monegasco con il suo numero telefonico.
Alzo gli occhi al cielo senza volerlo fare davvero, ma questa cosa della cameriera che ci prova è davvero superata.
«Però è carina.» dice mio fratello. Scatto a guardarlo e una mano mi parte da sola sul suo collo.
«E tu sei sposato. E hai un figlio, che è proprio qui. - poi guardo Charles - Tu... Vabbè sei stato con la Siné, non mi sorprenderebbe se ti vedessi con una che ci prova con questo metodo di rimorchio superato.» dico cercando di buttarla sul ridere.
«Okay, è arrivato il momento per noi di andare via da questa situazione! - esclama mio fratello. Così prende Jules e mi lascia un bacio sulla guancia - Ci vediamo a casa! La valigia te la salgo io. È stato un piacere conoscervi!» i fratelli Leclerc salutano con la mano, mentre io lancio un bacio volante a Jules che lo "acchiappa" e ricambia.
«Se accetti di uscire con me, non ho bisogno di accettare il numero di quella ragazza.» esclama Charles appena mio fratello sparisce dalla porta.
«Fammi capire... Perché pensi dovrebbe interessarmi?»
«Non avresti tirato una cinquina a tuo fratello.»
«Mio fratello è sposato... E poi che c'entra?» mi sfida con lo sguardo e si alza. Va diretto alla cassa dove c'è quella ragazza e ri-alzo gli occhi al cielo. Incrocio le braccia mentre lo guardo provarci spudoratamente con la tipa, lei ha uno sguardo da gattamorta che attirerebbe solo gli uomini che ragionano con il cazzo.
«Ti basterebbe dirgli di sì, lo sta facendo per provocarti. - mi volto di scatto, ricordandomi della presenza di Arthur, che si mette a parlare in inglese. - Scusa mi viene più facile dell'italiano.» mi astengo dal dirgli che so parlare anche francese, perché delle tre è sicuramente quella che mi piace di meno.
«Avrei detto di sì, ma ora si sta rendendo ridicolo!»
«In realtà no, ci sta solo provando con una tipa che gli ha fatto largamente capire che gliela darebbe anche ora nel bagno del locale. Scusa la volgarità.» dice ridendo.
Mi alzo e vado a recuperare quel cretino. E no, non sono gelosa, sto solo evitando che si prenda una malattia venerea.
«Che dici principino, ne hai ancora per molto?» non risponde, ma sorride sapendo di aver vinto. Lascia dei soldi alla ragazza e ritorna al tavolo con me.
«La ragazza ha una faccia! Che le hai detto?» chiede Arthur.
«Ma in realtà non l'ho presa minimamente in considerazione. Ho solo evitato l'HIV a tuo fratello.» rispondo tranquillamente continuando a bere il mio cappuccino.
«Ah si? Non eri lì perché le stavo per chiedere di uscire?» alzo gli occhi al cielo.
«Non posso essere gelosa di una persona che conosco da settantadue ore... Non farti strane idee.»
«Allora domani esci con me o no?»
Lo guardo per qualche secondo. Con la coda dell'occhio vedo Arthur ridacchiare.
«Okay. Ma voglio la pizza.»
«Andata.» risponde sorridendo.

Fast || Charles Leclerc Where stories live. Discover now