Cap. 2

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Non si può mutare quel che si è; solo ciò che si fa.

-Philip Pullman


«Non muovetevi!» ordinò Aizawa perentorio bloccando sul posto i ragazzi che lo osservarono leggermente preoccupati mentre il loro professore si metteva gli occhiali di protezione che teneva nascosti nella sciarpa, evidentemente pronto ad un eventuale scontro, «Sono villain.»

Quelle poche parole bastarono per mettere in allerta tutti gli studenti che ora, tesi, guardavano come il numero dei nemici aumentava di secondo in secondo.

«Supercattivi, ma stiamo scherzando? Irrompere in una scuola per eroi sarebbe davvero troppo idiota!» esclamò sconcertato Kirishima.

«Professore, i sensori anti-invasione?» domandò Yaoyorozu facendo un passo in avanti e attirando l'attenzione di Numero Tredici che si voltò un poco per guardarla di sbieco.

«Ovviamente ci sono, ma...»

«Se i sensori non reagiscono significa che c'è qualcuno di loro in grado di metterli fuori uso- spiegò greve Todoroki mentre tutti assistevano alla lenta avanzata dei villain, -un luogo isolato e un momento in cui una classe è presente. Saranno pure folli, ma non idioti. Questo è un attacco a sorpresa pianificato per ottenere un qualche obiettivo.»

«Numero Tredici, occupati degli studenti- ordinò Aizawa superando i ragazzi, -e prova a contattare la scuola. C'è la possibilità che fra di loro ci sia qualcuno che sta usando un quirk elettromagnetico»

Disse poi a Kaminari di utilizzare il proprio quirk per riuscire a captare eventuali segnali e a mettersi in contatto con l'esterno.

Tutti i ragazzi erano bloccati sul posto, se non per la paura era l'incertezza a tenerli lì inchiodati, non sapevo forse per la prima volta cosa fare.

«Sensei! Vuole combatterli da solo? - protestò incerto Midoriya, «anche se può cancellare il loro quirk, sono troppi.»

Il giovane Midoriya era sempre stato ben attento a tutto quello che riguardasse gli eroi e, senza farne un vanto, era di certo molto esperto nelle rapide analisi in situazioni come queste e il dislivello fra le loro abilità e quelle dei villain, superiori numericamente, gli sembrava fin troppo palese. Lo stile di combattimento di Eraser Head era per lo più a medio-lungo raggio a quanto sapeva il ragazzo e non pensava che uno scontro così fosse possibile in una situazione del genere.

«Gli eroi non dispongono di un solo talento, sai?» fu la pronta risposta di Aizawa che, forse involontariamente, fece alzare lo sguardo del giovane Midoriya che gli rivolse un'occhiata preoccupata ma anche con un barlume di fiducia negli occhi verdi. No, probabilmente non era il momento adatto per dubitare di un Hero e per di più di un suo professore che sembrava chiaramente disposto a buttarsi per primo per la salvaguardia di tutti loro.

«Aizawa- fu la voce di Haruka a farlo di girare di poco nella sua direzione, guardandola da oltre la spalla e inchiodando il suo sguardo con quello ambrato di lei, -non farti venire a recuperare»

Eraser Head ghignò prima di voltarsi, «Lascio il resto a voi» e detto questo si buttò giù nella mischia dei villain in fondo l'enorme scalinata.

«Andiamo Tredici, mettiamo in sicurezza gli studenti» fu la risposta perentoria di Haruka che guardava con apprensione Aizawa mettere rapidamente fuorigioco un piccolo gruppetto e venire subito circondati da altri nemici. Mise da parte le sgradevoli sensazioni che venivano ogni volta ingigantite e peggiorate dal suo quirk e si diede una mossa a riprendere la concentrazione, più che necessaria vista la gravità.

No Name | My Hero Academia | Aizawa X OcWhere stories live. Discover now