Parte 1

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Il primo giorno di lavoro ancora lo ricordo bene, mettermi alla prova con una bomba è stato a dir poco scorretto da parte di quelli che ora riesco solo a chiamare colleghi, amici, famiglia. Il signor Kunikida è in assoluto la persona che più invidio in quanto a valori e morale, mi impegno molto affinché possa seguire il suo esempio. Tutto ciò che posso dire di lui è che chiunque abbia un briciolo di integrità lo rispetta, nonché sia anche in grado di provare per lui la stessa ammirazione che tutti i membri dell'agenzia provano.
La dottoressa Yosano all'inizio mi faceva paura, molta paura, sono sicuro che molti di quelli che ha curato preferivano la morte alle sue cure strapazzanti, ma adesso, le sono grato e vorrei solo poterle dimostrare la mia ammirazione. È l'esempio di donna forte e temprata che non ha bisogno di nessun uomo per brillare, esattamente come la mia amica Kyoka. Le circostanze in cui ci siamo conosciuti non erano delle migliori, ma adesso la considero un'adorabile sorella minore... non dovrà mai saperlo, altrimenti penserebbe di aver bisogno di protezione (cosa che non accetterebbe).
Il presidente ha tutta la mia stima e il mio rispetto, non lo ringrazierò mai abbastanza per la casa che mi ha dato lasciandomi unire all'agenzia.
Tanizaki è talmente gentile e impulsivo che spesso mi lascia senza parole, ma gli voglio un gran bene e anche lui si è sacrificato troppe volte per noi e per sua sorella. Kenji parla poco, non lo conosco ancora bene, ma adoro il suo coraggio e la sua allegria, fa sempre stare tutti bene.
Il signor ranpo è la persona che più mi ha lasciato stupefatto, è incredibile, al pensiero che non ha un'abilità mi vengono i brividi. Non pensavo potesse esistere una creatura tanto intelligente, non lo pensavo, ma poi ho conosciuto meglio il signor Dazai.
Potrei rimanere delle ore a parlare, scrivere o raccontare del signor Dazai, ma mi accorgerei di non avere parole. È un paradosso, ma credo che nessuno all'agenzia, alla mafia o in qualsiasi altro posto abbia davvero conosciuto il signor Dazai, forse solo quell'uomo di cui una volta visitò la tomba, ma non volle mai raccontarmi chi fosse.
Quello che posso dire, senza sbilanciarmi nei giudizi, è che gli devo la vita. Ripensando al nostro primo incontro sembrerebbe quasi il contrario, visto che era lui a stare per morire, ma quella era solo la facciata. Mi ha raccolto come fossi una bestia abbandonata, dandomi una casa, una famiglia, qualcosa in cui credere e per cui lottare. Devo tutto al signor Dazai, gli devo così tanto che spero di essere capace di sdebitarmi.

Quando mi insegnò a combattere meglio, conobbi quello che ancora non so come identificare, Akutagawa. È un piantagrane, è malvagio e non riuscirò mai davvero a comprendere cosa desideri dal signor Dazai. Mi piacerebbe potergli parlare sinceramente, dirgli di smettere di cercare l'approvazione che già da tempo ha ricevuto, ma ogni volta che ci provo finisce con il farmi inseguire da quella sua terribile ombra demoniaca, mi fa accapponare la pelle. Nonostante i miei chiari dissidi con Akutagawa e la chiara ostilità che ha l'agenzia contro la mafia, il signor Dazai si ostina a dire che io e quel tipo siamo complementari, dice che dobbiamo continuare a sopportarci per combattere bene. Io non sopporto Akutagawa e sono sicuro che lui odi me, ma quando il signor Dazai gli ordina di collaborare, tace e acconsente.

La luce è un'ombraWhere stories live. Discover now