14 - Vecchie Conoscenze

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Fu a quel punto che la donna si rese conto della possibile falla in quella sua mossa avventata. Hege voleva porre l'attenzione su Lilith, indagare su di lei, non voleva assolutamente che il punto focale si spostasse sugli inganni di Loki.

«Non arrovellarti sulle decisioni prese da Odino, sai che tutto ciò che fa, lo fa per il bene della città e del suo popolo» gli disse, poggiandogli una mano sulla spalla. Quel contatto fisico bastò per distrarlo dalla conversazione. Gli occhi di Vali si posarono su quelle dita sottili, risalendo per tutto il braccio scoperto della donna e soffermandosi sui suoi grandi occhi verdi.

«Dobbiamo solo aiutarci a vicenda e scoprire la verità su quella donna» proclamò.

४ ४ ४

Le mani che scorrevano curiose sui rispettivi corpi, gli occhi dallo sguardo quasi famelico che si cercavano. Le bocche insaziabili, intente a lasciare umidi baci e morsi, che provocavano quel piacere misto a dolore capace di far perdere la testa a entrambi.

Queste immagini apparivano disordinate nei ricordi dei due Dei. Nonostante quella mattina si fossero svegliati ognuno nelle rispettive stanze e non si fossero rivolti più parola dalla sera precedente, sembrava che le loro menti fossero come collegate, perché entrambi non potevano fare a meno di pensare a ciò che era successo. A ciò che avevano fatto.

Seduto sul suo enorme trono oro, Loki, aveva lo sguardo perso nel vuoto. Il gomito poggiato al bracciolo, una mano a sorreggergli la testa e l'altra stretta attorno allo scettro intrecciato.

Rimuginava su quanto accaduto dentro quella sala della guarigione. Si chiedeva come avesse fatto ad essere così debole, non si spiegava come fosse stato possibile che quella donna avesse avuto così tanto potere su di lui da farlo cedere senza ripensamenti.

Nessuno prima era mai stato in grado di attirare la sua attenzione in quel modo, di farlo eccitare tanto da staccare il cervello e mandare all'aria tutti i suoi ideali. Eppure lei ci era riuscita.

Con quel suo sguardo furbo, il sorrisetto di sfida e la sua bellezza così unica. Era stata capace di entrargli nella testa, anche senza bisogno di incantesimi. E ora lui si ritrovava confuso, con tutte le certezze ribaltate e la mente piena di dubbi.

Anche Lilith, dal canto suo, non se la passava tanto diversamente. Passeggiava senza meta in quei giardini sconfinati, calpestando l'erba verde, perfettamente tagliata. Indossava un tipico abito da ricca donna asgardiana, con pregiate stoffe e decorazioni. Quel giorno voleva passare il più possibile inosservata.

Molteplici erano i pensieri che turbavano la sua mente. E altrettanta era la rabbia che provava verso un qualcosa che nemmeno lei era in grado di spiegare. Era arrabbiata con Loki, per avere quel potere di attrarla così tanto. Era arrabbiata con Mephisto e la piega che gli eventi avevano preso. Ma soprattutto, era arrabbiata con se stessa, per essersi lasciata sopraffare.

Non era la prima volta in cui faceva del sesso occasionale o comunque del semplice sesso con qualcuno e non sarebbe stata nemmeno l'ultima. Ma di certo era la prima volta in cui, il giorno dopo, la sua mente continuava a tormentarla con i ricordi della sera passata.

Quasi poteva ancora sentire le lunghe dita affusolate di Loki scorrerle lungo la spina dorsale, stringerle le cosce, sfiorarle la pelle mentre strappava ciò che era rimasto di quel bellissimo vestito in pizzo nero. Se si concentrava, avvertiva ancora il suo sapore sulle labbra, il suo respiro sul collo e i suoi gemiti rochi di piacere.

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