14 - Vecchie Conoscenze

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Galassia, Asgard.

«Tu eri proprio l'ultima persona che mi sarei mai aspettato di trovare qui nei miei campi di addestramento» disse Vali, vedendo quella sensuale donna dai capelli rossi fermarsi a pochi passi da lui.

Dopo quella cena, Hege aveva riflettuto parecchio sul da farsi. Non era stupida e sin dal primo momento in cui aveva visto quella donna nel palazzo, aveva capito che stesse nascondendo qualcosa.

Non si era bevuta quella storia dell'amica di Midgard la prima volta e non l'aveva fatto nemmeno la sera prima a quella cena.

Sapeva che sia Loki che lei stavano mentendo.
Ma non sapeva perché lo stessero facendo.
E scoprirlo era ormai diventato il suo obbiettivo.

Se solo avesse saputo che stava andando a immischiarsi in qualcosa di decisamente più grande di lei...

«So che cosa pensi, Vali» iniziò, attorcigliandosi i lunghi capelli tra le dita. «Quella donna e Odino non me la raccontano giusta» continuò, poggiandosi con la schiena al muro in pietra che delimitava quel parco.

L'uomo non rispose, si limitò a fissarla con circospezione, togliendosi l'elmo oro e liberando i suoi capelli castani. Era prudente e non avrebbe proferito parola fino a quando non sarebbe stato sicuro che anche lei pensasse ciò che stava dicendo.

«Beh, lo penso anche io» rivelò. «Insomma, non trovi strano che questa Lilith sbuchi fuori dal nulla, appena dopo la morte di Frigga e che abbia tutta questa confidenza con il Padre degli Dei?» insistette.

Vali, che nel frattempo si stava liberando del resto dell'armatura, arricciò le labbra e aggrottò la fronte. «Signorina Næss, non starà mica insinuando che Odino, il nostro re, è un bugiardo?» un sopracciglio alzato mentre la fissava serio.

«No!» esclamò lei, mettendosi subito sulla difensiva. Vedendo il comportamento di Vali a quella cena, aveva creduto che anche lui avesse qualche sospetto riguardo quella storia. Poteva essersi sbagliata?

«Sto solo dicendo che, forse, quella donna, non è chi dice di essere. E che, forse, sta raggirando tutti noi, compreso il povero Odino, ancora troppo triste per il lutto» spiegò meglio. L'uomo si passò una mano nei corti capelli, cercando di capire se davvero potesse fidarsi di lei, tanto da rivelarle ciò che pensava davvero riguardo quella situazione.

«Credi che non venga da Midgard?» le domandò, dandole le spalle, mentre riponeva una spada nella sua custodia.

«Sì e credo che non sia nemmeno chi dice di essere» rispose, seguendolo dentro quello che, a tutti gli effetti, poteva considerarsi il suo ufficio. «Insomma, ha detto di essere una guaritrice, ma di che tipo? Per quanto ne sappiamo potrebbe anche avere intenzioni maligne» continuò decisa, sedendosi su quella scrivania in legno e impedendogli di osservare alcune carte che si trovavano sulla superficie.

Vali sospirò pesantemente, decidendo di dar voce ai suoi reali pensieri. «Non sei l'unica che si preoccupa qui. Anche io credo che ci sia qualcosa di strano sotto tutto ciò» ammise, scrollando le spalle e poggiandosi più comodamente allo schienale della sedia.

Gli occhi di Hege si illuminarono, contenta di sentire quelle parole. Una felicità che però durò poco, dato il modo in cui Vali decise di continuare. «Far esiliare Heimdall, un uomo che è stato sempre fedele ad Asgard e al suo re. No, questa cosa continua a non convincermi»

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