Ti sta rendendo una bugiarda

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<<Dove diavolo eri finita?>> la voce di Eric riecheggia dal viva-voce del mio cellulare nel bagno mentre mi occupo  della skin-care

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<<Dove diavolo eri finita?>> la voce di Eric riecheggia dal viva-voce del mio cellulare nel bagno mentre mi occupo  della skin-care.
E proprio mentre applico il siero alle rose, penso a cosa rispondergli, qualcosa mi frena dal dirgli che ho passato tutto il pomeriggio con un ragazzo, pomeriggio che non è stato un incubo come credevo, anzi.
<<Doveri da migliore amica, Astrid aveva bisogno di me>> mento
<<sai che quando stiamo insieme evitiamo di usare i cellulari, mi dispiace di averti fatto tenere il pensiero>> provo a scusarmi.
<<Tranquilla, come va con la faccenda di tuo padre?>> già, quello. Altra cosa che mi ha sconvolta: Paco Rabanne è stato davvero in grado di farmi distrarre, in sua compagnia non ho pensato minimamente alla faccenda di mio padre, da cui ero ossessionata negli ultimi giorni, ma mi è bastato tornare a casa per ritrovare le mie paranoie.
<<A volte penso che nella mia testa si sia ingigantita troppo la cosa, che dovrei prenderla alla leggera e non pensarci troppo, no?>>
<<È esattamente quello che sto provando a farti capire da giorni. Sono state le "vibes" di Astrid a farti cambiare idea?>>
No, sono state le "vibes" di Spencer Evans
<<si, Astrid.>> dico, mentre applico il tonico.
<<D'accordo amore. Io devo andare, buonanotte.>>
<<Buonanotte>>.
Dopo alcuni istanti di silenzio mentre sto applicando una crema idratante leggera, sento mia madre chiamarmi.
<<Lydia! Vieni subito qui>> grida dal piano di sotto.
<<Mamma non potresti portare il tuo culo vecchio qui?>>
<<Lydia Hale, porta il tuo "culo giovane" qui, ora!>>
Mi decido a scendere, per non sentire più le urla di Crudeli Demon (la chiami così quando è arrabbiata)
<<cosa vuoi?>>
<<Punto primo: il mio culo non è vecchio,  non puoi dire una cosa del genere dopi tutti i soldi che ho buttato>> dice indignata, quasi come se l'avessi offesa pesantemente.
<<Punto numero due: dove sei stata tutto il giorno, e come hai osato non rispondere a tua madre?>>.
Ovviamente , se non ero riuscita a rispondere a Eric, non ero riuscita a rispondere neanche a lei.
<<Astrid aveva bisogno di me, non sono riuscita a rispondere neanche ad Eric oggi>> giro i tacchi e me ne vado, prima che il suo sguardo da falco capisca che sto mentendo.
Sto dicendo questa bugia anche a mia madre solo perché, lei è convinta che tra me ed Evans ci sia qualcosa e io, non ho nessuna intenzione di alimentare questa sua credenza raccontandole del mio pomeriggio.
E proprio mentre sto per uscire dalla stanza, la sento dire una frase che mi blocca per un attimo:
<<È per questo che ti ha riportata a casa Spencer Evans?>>
Non riesco a inventarmi nulla, non posso mentire così spudoratamente davanti ai fatti, o forse si.
<<Si, è per questo mamma. Spencer e Astrid si stanno...conoscendo ecco. Non so se hai notato che in macchina c'era anche lei.>>
<<no tesoro, non l'ho notato>> afferma lei, mantre io penso che ho sempre detestato dire bugie, soprattutto per futili motivi, eppure non mi sento proprio in colpa.
Uscendo finalmente dalla stanza penso che è colpa dell'influenza di tutti gli episodi di "Pretty little liars", ma proprio mentre penso questo, nella mia mente si fa spazio und voce, che non capisco se sia familiare o totalmente sconosciuta, che mi dice che le mie bugie, sono colpa di Spencer Evans.
Sciocchezze, avrei potuto tranquillamente dire la verità, solo che sono troppo stanca per dare spiegazioni a tutti, ho seguito solo la via più facile, cosa che dopotutto, faccio sempre.

La mattina seguente decido di andare a correre, non che sia una mia abitudine, ma la sera prima, dopo essermi messa a letto, avevo guardato per ore ed ore morning routine produttive, che mi avevano ispirato.
Central park e l'aria mattutina, quella quasi priva di smog, perché è ancora presto, sono le mie cose preferite, e a quanto pare non solo le mie.
In lontananza scorgo Spencer, in tenuta sportiva, e mentre mi ritrovo a pensare che la combo grigio-blu gli sta maledettamente bene, mi vede anche lui e si avvicina.
<<Buongiorno Hale>> mi saluta.
<<Paco Rabanne>> dico fintamente distratta mentre mi riallaccio le scarpe
<<Cosa ti porta qui, non ti avevo mai vista>>
<<È la prima volta che vengo qui a quest'ora>>
<<Andiamo, dici la verità sei venuta per vedere me>> dice con il classico sorriso da schiaffi
<<apri bene le orecchie, Evans, io non avevo ne idea che tu fossi qui, ne tanto meno voglia di vederti, è chiaro?>>
<<Stavo scherzando, Hale, rilassati. Comunque se permetti, io continuerei la mia corsa. Buona giornata, Lydia>> non mi da neanche il tempo di rispondere che già si è avviato, io intanto non penso neanche troppo al fatto che sia la prima volta che mi chiama per nome, ma che in realtà, prima ho mentito anche a lui, la sua compagnia è più piacevole di quanto voglia ammettere.
E proprio mentre sto per riprendere la mia corsa, sento di nuovo la stesso voce di ieri, che mi ripete per la seconda volta nel giro di dodici ore, una frase che suona così esagerata eppure così giusta allo stesso tempo: "Evans ti sta rendendo una bugiarda".

Lady MillionOnde as histórias ganham vida. Descobre agora