Io sono imprevedibile

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<<Ti giuro che c'è una spiegazione>>
<<spero per te sia sensata>> dico io minacciosa, <<ti sono mancato troppo
vero?>>anche se stiamo parlando a telefono e non posso vederlo, metterei la mano sul fuoco che sul suo volto si è fatto spazio quel sorrisetto beffardo che dico di odiare ma infondo adoro. <<A qualsiasi ragazza sarebbe mancato il proprio ragazzo la sera del suo compleanno>> <<inoltre se posso permettermi, aggiungerei, che non tutte le ragazze hanno (anche se lo desiderano tanto) un ragazzo come me>> bene, bene, bene qualcuno si è svegliato vanitoso <<questa cosa non centra assolutamente nulla, e poi stiamo divagando. Alle sei vieni da me e spiegami perché ieri sera sei scappato dalla mia festa>> riaggancio prima che Eric possa darmi qualsiasi tipo di risposta.

Sono le dieci di mattina, quando sento mia madre bussare alla porta di camera mia <<Lidya, tesoro, oggi abbiamo ospiti a pranzo>> annuncia <<qualche collega di papà?>> <<si, gli Evans>> a sentire quel cognome scatto in piedi <<anche Paco Raban...>> indugio un secondo <<Spencer, ci sarà anche lui?>> <<ehm, credo di si>> mi dice, non consapevole di quanto non sopporti il ragazzo.

È mezzogiorno, ho i nervi a fior di pelle, è da due ore che penso e ripenso a come Spencer mi abbia rovinato il vestito, ma  riesco a calmarmi solo dopo essermi cambiata e aver dato uno sguardo al profumo che mi ha regalato Spencer, decido di metterlo. Mi piazzo davanti allo specchio e mi godo il momento, adoro mettere il profumo, soprattutto questo, chiudo gli occhi e spruzzo lo Chanel sul mio collo, quando li riapro sento una voce non troppo familiare dire <<allora ti è piaciuto il regalo>>: Spencer. Porca. Puttana. Sono imbarazzata ma non lo do a vedere e mi limito a ringhiare un <<non ti hanno mai detto che si bussa prima di aprire>> indifferente, solo dopo aver detto tutta la frase lo degno di uno sguardo <<sapevo lo avresti detto, sei così>> riflette per un secondo <<prevedibile>> dice divertito <<oh, ti piacerebbe, sai mr.Rabanne>> << mi ero dimenticato come mi avevi chiamato alla festa, non è male come nomignolo>> decido di ignorare la sua frase e continuare la mia <<se mi conoscerai meglio, -cosa che, fidati, sono la prima a non sperare- capirai che sono ingestibile e tutt'altro che prevedibile>> le mie parole non sembrano sorprenderlo per niente <<ancora non mi hai detto se ti è piaciuto il regalo>> anche se sono tentata dall'arrabbiarmi con lui, decido di rimanere calma <<lo adoro, è il motivo per cui non ti ho ancora preso a schiaffi, ora andiamo di sotto a mangiare ho già sprecato abbastanza tempo con te>> Spencer non risponde, ma, ancora una volta, le mie parole non sembrano sfiorarlo minimamente.

Il pranzo va avanti senza una sola parola da parte mia o di Spencer, quando finalmente arriva per gli Evans il momento di congedarsi, prima che mr. Rabanne lasci casa mia lo sento dire beffardo <<è sempre un piacere Hale>> << parla per te, Evans>>.

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