Battaglia d'amore 2.0

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"Puoi offrirmi da bere!" Risposi, facendomi più vicina e addolcendo il tono della voce. Lui mi passò il bicchiere con un mezzo sorriso, le dita a sfiorare casualmente le mie, gli occhi accesi di curiosità fissi nei miei, colmi di desiderio. Una scossa d'eccitazione a percorrermi a quel contatto improvviso e la sensazione che qualcosa di nuovo stesse per accadermi a riempire di aspettative e incertezze la mia mente sovraeccitata.

Calma, dovevo rimanere calma e giocare bene la mie carte. Presi il bicchiere e assaporai il liquido ambrato mantenendo il contatto visivo con lui.

"Grazie..." iniziai, lasciando la frase volutamente sospesa.

"Roberto." Rispose stando al mio gioco "E a chi ho avuto il piacere di offrire da bere..?"

"Emilia" dissi tutto d'un fiato, quasi avessi corso i cento metri in meno di sette minuti. Sorrise, alzando soltanto un angolo della bocca; i suoi magnetici occhi blu, che spiccavano anche nella quieta penombra del bar, a farmi sentire fragile come un cristallo.

Roberto era più pericoloso di quanto pensassi. Pericoloso per me e per il mio gelido cuore.

"Bene, Emilia, ora se vuoi scusarmi..." Si voltò senza più degnarmi di uno sguardo, lasciandomi spiazzata, furente e completamente in balia del più potente desiderio sessuale che potessi ricordare.

L'indomani ne avrei parlato con Lisa, ora come ora potevo soltanto ballare fino a scaricare la tensione o farmi una doccia fredda. Optai per la prima scelta.

La seconda volta che lo incontrai, pioveva.

Stavo tornando a casa dopo una giornata di lavoro, ero zuppa, l'ombrello aveva deciso di abbandonarmi, deformato da una folata di vento troppo forte e la pioggia aveva deciso di rafforzare il suo scrosciare nel breve tratto di strada tra l'uscita della metro e il portone di casa mia. Roberto era lì, sulle spalle un impermeabile avio, e in una mano un ombrello nero, sufficientemente grande per ospitarci in due. Avevo fatto le mie ricerche su di lui, era un amico del fratello di Lisa, un giovane uomo d'affari che divideva la sua vita tra Milano e New York. Non so come mi avesse trovata, probabilmente Lisa o suo fratello gli avevano dato il mio indirizzo. Non m'importava: la sua presenza qui, in questa ventosa giornata di pioggia, dimostrava che non avevo perso il mio tocco magico; anche lui, un uomo così sfuggente, era ai miei piedi.

"Ciao" dissi, fissandolo attraverso i rivoli d'acqua che scendevano dai miei capelli. "Come..." non feci in tempo ad aggiungere altro, che le sue labbra furono sulle mie in un bacio vorace e frenetico. Risposi al bacio con tutta la passione di cui ero capace, con tutto il desiderio che quell'uomo, tanto misterioso, aveva suscitato in me. Pochi istanti di dolorosa passione ed era già lontano lasciando il mio corpo freddo e in preda ad un bruciante desiderio.

"Sarai mio" sussurrai nella pioggia, "fosse l'ultima cosa che faccio!" Poi voltai le spalle allo sconosciuto ed entrai in casa.

L'ultima volta che lo vidi era alla cena per il fidanzamento di Lisa.

Sì, la mia amica, nubile di ferro, aveva finalmente capitolato alle avances di un nostro vecchio compagno di liceo, uno che all'epoca non degnavamo di uno sguardo. Andrea era timido e gentile e proprio questi tratti teneri del suo carattere, uniti al notevole miglioramento fisico che aveva avuto nel corso degli anni, l'avevano alla fine fatta cedere. Roberto era tra gli invitati, un abito di sartoria a cadere su quel corpo perfetto e slanciato, i capelli pettinati ad arte, un sorriso sensuale a renderlo pericoloso e gli occhi azzurri a non perdermi di vista un solo istante.

La musica risuonò dolce nel salone e Lisa e Andrea aprirono le danze. Mi fermai a guardarla un istante, sembrava raggiante tra le braccia dell'uomo che amava.

Sospirai al pensiero che tutte le mie amiche avevano trovato la propria realizzazione: chi nel lavoro, chi nella famiglia, tutte sembravano aver trovato un proprio equilibrio. Tutte, tranne me.

"Balli?" La voce sensuale di Roberto mi fece trasalire. Annuii, incapace di rispondere.

Mi trovai stretta tra le sue braccia, un profumo di pepe e spezie a inebriarmi le narici: un giro dopo l'altro; un ballo dopo l'altro; la mente a volare in un'altra dimensione.

La sala da ballo lasciò spazio al silenzio e al buio di una stanza da letto, mentre le labbra di Roberto catturavano le mie in un bacio vorace e affamato, al quale risposi con altrettanta fame. Le parole erano inutili tra noi; i vestiti, superflui ostacoli all'appagamento dei nostri desideri. Solo respiri affannati e suono di baci, ad accompagnare il frenetico movimento dei nostri corpi uniti nella violenza dell'amplesso.

Roberto era passione e dolore, desiderio e pace al tempo stesso e io ero totalmente in balia di lui. Proprio io, che avevo sempre riso delle mie amiche che si lasciavano andare ai sentimenti, che piangevano lacrime amare dopo un abbandono; proprio io, che le avevo criticate per la loro debolezza, cadevo ora vittima di una passione sfrenata e totalizzante. Io, che avevo fatto della freddezza e del calcolo la mia cifra stilistica, ora barcollavo al vento del desiderio e con me volavano via tutte le mie più radicate convinzioni.

Le sue labbra divorarono le mie per l'ultima volta prima che le sue parole mi devastassero.

"Non sarò mai tuo!" le sue mani tennero il mio mento alto, in modo che potessi vedere i suoi occhi colmi di rabbia. "Tu sarai mia. Totalmente, completamente mia!" Poi, senza aggiungere altro, si voltò lasciandomi completamente stravolta. Quel bacio aveva svegliato dei sentimenti che credevo inesistenti; quelle parole mi avevano liquefatta.

"Ti sbagli!" urlai alle sue spalle, mentre l'oscurità nascondeva il mio pianto. "Non sarò mai tua!" Roberto non si voltò, ma ero certa che l'avrei rivisto molto presto. Mi strinsi nelle braccia, tremante di freddo e solitudine.

Lui aveva già vinto, per ora.

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