5 - Trova l'intruso

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«Non lo so per certo» gli rispose lui, facendo sì che l'ansia e il timore aumentassero. «Qualcosa è successo il giorno di quello spettacolo. Ho sentito una voce che mi chiamava, ma non riesco a ricordare cos'ho fatto dopo» gli spiegò velocemente.

Loki si alzò dal letto, intenzionato a darsi una bella scossa e prepararsi per qualsiasi cosa lo stesse aspettando.

«Ha sentito una voce? Qualcuno tra la la folla la stava chiamando? È per questo che è scappato?» Kåre cercò di farsi dare ulteriori spiegazioni, non riuscendo proprio a comprendere.

«No, idiota! Ho sentito una voce, ma era dentro la mia testa» puntualizzò, dirigendosi verso la sua libreria antica e iniziando a cercare un qualsiasi titolo che potesse aiutarlo.

Il consigliere sembrava essere ancora più confuso, non riusciva proprio a mettere insieme quei tasselli e dare un senso logico al tutto. Osservò Loki, mentre ispezionava, con i suoi magnetici occhi azzurri, le copertine di quei libri e sussultò quando egli tirò un pugno sul fianco di quel mobile in legno.

«Qui non c'è niente!» esclamò frustrato, cercando di prendere un profondo respiro per mantenere la calma.

«Se mi dice cosa sta cercando e perché, forse potrei esserle più utile» Kåre provò a spronarlo per farsi rivelare qualcosa. Sapeva che Loki non era il tipo di persona alla quale piaceva condividere i suoi pensieri, ma avrebbe dovuto farlo in quel momento.

«Ascoltami bene, se solo sapessi...» si bloccò di colpo, con un'espressione pensierosa dipinta in volto. Il Dio degli Inganni camminò con passo svelto fino alla finestra che regalava la vista della città illuminata dalla luce della notte. Poggiò le mani sul davanzale e venne investito come da un tornado di ricordi.

«Qualcuno si è introdotto o sta cercando di introdursi ad Asgard» proclamò, nel momento in cui gli tornò in mente tutto ciò che aveva fatto dopo essere scappato dallo spettacolo. La voce nella sua testa lo aveva guidato in quell'esatto punto sul quale si trovava in quel momento.

Lo aveva fatto guardare fuori dalla finestra, per mostrare ogni singolo angolo della sua città.
E perché fare una cosa del genere, se non per scoprire come entrarvi senza essere notati?

«Chi mai potrebbe essere?» domandò Kåre, grattandosi la nuca. Egli si stava già maledicendo per aver accettato quell'incarico, capendo, ogni giorno di più, in che guaio si era cacciato.

Anche se non aveva avuto molta scelta, perché se avesse rifiutato ne sarebbe andata della sua vita.
Ma non si stava comunque mettendo in pericolo allo stesso modo?

«Questo è quello che dobbiamo scoprire» rispose Loki. Camminò verso la porta, prendendo le sembianze di Odino e il consigliere si vide costretto a seguirlo. Capì subito dove fosse diretto, un po' dal suo sguardo cupo e un po' perché le scale che avevano preso portavano solo in una stanza.

La stanza dell'Antico Libro.

Il manuale che racchiudeva, tra le sue migliaia di pagine, tutta la loro storia e quella di chi li aveva preceduti.

Se c'era la possibilità di trovare qualche indizio o una soluzione, prima ancora che il problema si presentasse, quel libro era l'unica via possibile.

Oh, se solo avessero saputo che la minaccia non stava arrivando da un nemico a loro già noto, ma da qualcuno che mai avevano sentito prima di allora.

Le due guardie, a protezione di quella stanza, nel momento in cui videro la falsa figura di Odino avvicinarsi, procedettero subito ad aprire l'enorme porta. Loki e Kåre entrarono in quella camera dalla luce fioca, adornata da piante e radici che si arrampicavano sui muri e dominata dal leggio rialzato.

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